00 01/09/2015 13:28
...in un altro 3D (The Burial of Nefertiti)ho scritto di quanto sia difficile contrastare colui che, divinità o essere umano, raggiunge il livello di "verbo", ovvero di colui che "sa", che detiene la "conoscenza".
Direi che è proprio quel che è successo con Adamson che, a leggere il libro di Ogilvie, acquista sempre più il profilo del millantatore e del furbacchione che ha saputo approfittare della sua capacità intrattenitiva per salire nella scala sociale (addirittura incontrare un membro della Casa Reale britannica, il Principe Charles) ed economica (oltre 1.500 conferenze in tutto il mondo profumatamente pagate) spacciandosi per quel che non era.
Lo stato di servizio del Caporale Adamson, infatti, dimostra come egli non abbia mai prestato servizio non solo in Egitto, ma addirittura nella Polizia Militare -come da lui stesso dichiarato- visto che era inquadrato nel Reggimento Wellington di fanteria.
Un vero poliziotto militare, che all'epoca dei fatti era di stanza al Cairo, ha inoltre dichiarato di non aver mai conosciuto alcun Adamson e che, pur avendo egli stesso visitato tre volte la tomba di Tutankhamon, mai nessuno gli ha mai fatto riferimento ad un suo "collega" che svolgesse qualsivoglia attività a favore della spedizione Carnarvon-Carter.
Non esiste peraltro nessuna foto di Adamson neppure nei pressi della tomba e quando qualcuno glielo fece notare, egli disse che era stato costretto a farle sparire perchè temeva per la propria vita.
Interessante aggiungere che quando nel 1972 si tenne a Londra la mostra su Tut in occasione del 50enario dalla scoperta della tomba, Adamson si propose per tenere una serie di conferenze al British Museum (ovviamente a pagamento), ma tale proposta non venne accolta poichè (e risultano lettere in tal senso agli atti del Museo) sia il Curatore della Mostra che il Direttore del British avevano elementi concreti di prova che Adamson fosse un bugiardo ed un millantatore.
Interrogati sul perchè non avessero sbugiardato l'uomo, entrambi precisarono (ed anche di questo esistono prove scritte) che la cosa avrebbe suscitato uno scandalo tale da inficiare la riuscita della Mostra e da costituire una pessima pubblicità per il British che in più occasioni precedenti aveva creduto alle "storie" narrate da Adamson.
Doveva essere comunque un affabulatore convincente visto che richiese ed ottenne in prestito, da una parente di Carter, un "necklace", una collana, dichiaratamente attribuita ad Hatshepsut che, nonostante più volte richiesta in restituzione, non solo non venne mai restituita all'avente diritto (ed anche di questo esistono lettere con le richieste), ma che egli stesso "spacciò" in conferenze e trasmissioni televisive come regalatagli direttamente dall'archeologo inglese.