00 28/11/2011 13:42
Re:
roberta.maat, 28/11/2011 00.54:


Kiya ha motivato con precisione gli aspetti che demoliscono quelle teorie però su due dei "miti" vorrei aggiungere qualcosa.
La bellezza di Cleopatra, secondo me, resta una verità se riusciamo a cogliere nel pieno l'aspetto del fascino che emanava ed a non guardare con gli occhi di oggi le sue effigi romane. Raffigurata alla moda delle matrone e immobilizzata in una moneta non risponde ai canoni della bellezza attuale però nessuno può stabilire quanto quel naso aquilino e quel mento volitivo fossero un tentativo maldestro di dare personalità ad una immagine che nella realtà esprimeva sex-appeal, eccentricità ed esotismo comunque invisi a quella società.
L'altro mito che non mi sembra completamente vacuo è l'ossessione della morte. A questo proposito vorrei dire che il concetto di morte fu così ossessionante da farne un aspetto del concetto di vita. La replica della materialità della vita, quando questa non palpitava più, fu una ricerca spasmodica e minuziosa come a voler negare la ineluttabilità dell'evento morte, prescindendo dalla percezione di una esistenza aldilà.




Sono entrambe interessanti riflessioni, Roberta, che mi trovano pienamente daccordo.
Per quel che riguarda Cleopatra, sono una sua ammiratrice, se mi è concesso definirmi tale. Essenzialmente ne ammiro l'intelletto, la conoscenza, la sagacia e anche quella cocciutaggine, o per meglio dire "carattere", che le permise di soddisfare ogni sua volontà, compresa quella di non piegarsi al cospetto di Roma. C'è forse bellezza più pura di questa in un animo femminile?

Sulla questione della morte: sostanzialmente gli Egizi non fecero altro che alimentare per l'intero arco della loro storia una grande speranza. E questo, a mio avviso, ha un solo significato: la sconfitta del timore della morte, in nome dell'amore per la vita.