Indubbiamente si tratta di un libro interessante, ma io non l'ho trovato molto semplice, anzi, tutt'altro!
Forse la mia scarsa preparazione sull'archeologia asiatica ha reso il tutto ancora più difficile.
A tratti esiste il tentativo di rendere la lettura più piacevole con l'introduzione di elementi narrativi, ma il risultato è molto lontano dalla saggistica divulgativa americana, ad esempio di Brier, oppure del più competente Weeks.
Forse questo è dovuto alla tradizione più rigorosa della scuola tedesca rispetto a quella americana, o forse ad un problema linguistico legato alla traduzione.
Come ho avuto modo di notare più volte, quando un libro è stato scritto in una lingua straniera, e tratta di un argomento molto "tecnico", la traduzione risulta particolarmente difficile, richiederebbe competenze specifiche anche da parte del traduttore e possibilmente la collaborazione di questi con l'autore, per la discussione e la messa a punto di passaggi particolarmente ostici.
Secondo me in questo caso si è voluto mettere sul mercato velocemente un prodotto non ancora affinato, e i molti errori di battitura lo testimonierebbero, assieme ad un certo disordine nell'organizzazione globale dell'opera.
Difetto non imputabile all'autore, quanto piuttosto all'editore, con una grande, enorme scusante: il magnifico servizio che ci ha reso, facendo arrivare subito il libro al lettore, prima possibile, anche pagandolo con un certo numero di errori.
Avete notato la numerazione delle immagini?
E' progressiva solo a tratti, poi ci sono dei balzi dalla metà alle ultime pagine e ritorno, e una decina di fogli fuori testo numerati a parte con le foto a colori, anche queste con la numerazione pazza.
Ma quanto sono utili quelle illustrazioni nella comprensione del testo!
Avete mai letto qualcuno di quei libri in cui si parla di tantissimi reperti ma non ne viene mostrato uno, così per capirci qualcosa bisogna andarseli a cercare?
E quanto sarebbe difficle trovare le giuste immagini di un sito appena venuto alla luce in cui ancora si sta scavando?
Insomma, la fatica è grande ma di certo ne vale la pena, un libro irrinunciabile per gli appassionati delle epoche più antiche.