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Saqqara: le "catacombe dei cani"

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    -Kiya-
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    00 11/04/2011 03:16
    Nel 1897 l'Egittologo Francese Jacques De Morgan pubblicò i suoi studi relativi alla Necropoli di Saqqara, l'area circostante alle più antiche piramidi Egizie.
    Nelle sue piantine figuravano due catacombe descritte come le "catacombe dei cani", ma chi ne fu il primo scopritore, chi ne tracciò la mappa per la prima volta e perchè esse fossero realmente dedicate ai cani resta tutt'oggi un mistero.

    I cani non sono la sola specie animale che ha trovato riposo in quel di Saqqara. Ci è nota l'esistenza di numerose necropoli animali dislocate nell'area, le quali ospitano babbuini, ibisi, tori vacche, falchi e animali di altro genere. Ognuno di essi si ritiene che fungesse da intermediario tra gli uomini e le divinità. Una caratteristica che il culto Egizio assunse in particolar modo nel periodo compreso tra l'Epoca Tarda e quella Romana.

    Nonostante l'immensa quantità di animali sepolta in quella zona, nonchè la vastità dei luoghi sotterranei di sepoltura ad essi preposta, gli Egittologi, fino ad oggi, si sono tradizionalmente dedicati essenzialmente ai Templi e ai riscontri forniti dalle iscrizioni circostanti, ma mai approfonditamente né degli animali, né dei luoghi ad essi strettamente correlati.

    Dal 2009 opera in loco un team congiunto dell'Egypt Exploration Society e della Cardiff University, con l'obbiettivo di saperne di più sulla storia archeologica e di ricerca del sito.
    Gli esiti delle prime stagioni di scavo si sono rivelati estremamente promettenti e hanno consentito di appurare che la mappatura eseguita da De Morgan presenta inesattezze sostanziali, il che ha reso necessarie ulteriori indagini, tuttora in corso.

    Si è stimato che le catacombe dei cani contengano all'incirca 8 milioni di esemplari, i cui resti verranno catalogati.
    Dall'esame preliminare risultano presenti non solo ossa di cani veri e propri, ma anche quelle di altri canidi, quali sciacalli, volpi e manguste egiziane. Per la maggioranza si tratta comunque di cani, il che confermerebbe che la mummificazione e la successiva collocazione nel sito specifico fossero parte integrante del culto di Anubi, divinità preposta ai cimiteri e alla mummificazione, di cui sorge un Tempio negli immediati pressi. Secondo la dott.ssa Salima Ikhram, l'animale mummificato portava la preghiera ad Anubi, in una sorta di linea diretta con il divino. Data la forte presenza di esemplari che avevano poche ore di vita al momento della morte, non si esclude la possibilità che esistessero veri e propri allevamenti, atti a "produrre" cuccioli da destinare allo scopo.
    Sono tuttavia presenti cani di ogni età, compresi esemplari molto anziani, che forse trascorsero la loro esistenza terrena all'interno dei sacri recinti del Tempio di Anubi. Questo giustificherebbe la particolare cura che gli fu riservata al momento dell'imbalsamazione.

    Oltre a creare un profilo basato sull'età degli animali mummificati, si intende procedere con analisi mirate a catalogarne le razze di appartenenza e, non ultimo, a stabilirne le effettive cause di morte.

    Particolare attenzione è riservata al taglio effettivo delle catacombe, disposte in una fitta rete di tunnel, e si sta realizzando un dettagliato resoconto fotografico del sito. Non sarà facile completare il lavoro, tenuto conto che le carcasse mummificate sono state per lo più deposte in mucchi che raggiungono anche l'altezza di un metro e, col passare del tempo, si sono deteriorate al punto da formare masse indistinte.


    In allegato un'immagine di proprietà della Cardiff University, che mostra uno dei tunnel e i mucchi di resti stipati lungo il percorso:





    [Modificato da -Kiya- 11/04/2011 03:17]
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    Merytaton62
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    Scriba
    00 11/04/2011 07:18
    Un dettaglio difficile da collocare è il fatto che le mummiette di animali presentano spesso segni evidenti di fratture, segno inequivocabile che le carcasse non venivano sempre trattate con delicatezza, e spesso le bestiole subivano traumatismi già in vita.
    Pure la mummietta di gatto conservata nel museo triestino presenta segni di lesioni .
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    -Kiya-
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    00 11/04/2011 13:48
    un aspetto molto triste di questa civiltà.... anche se sono propensa a credere, come del resto specificato qui sopra, che si trattò di un aspetto del culto Egizio sviluppatosi in tal misura soprattutto in Epoca Tarda. Ciò non toglie che i sacrifici animali potrebbero essere effettivamente stati parte integrante della religione Egizia.