00 23/01/2011 23:33
Proprio in questo periodo ho letto il libro di Renato Grilletto "Il mistero delle mummie" e questo argomento viene trattato approfonditamente in un capitolo dedicato.
L'uso della mummia come medicamento ha motivi consci di tipo apodittico, come si dice nell'articolo, però secondo me viene accettato, vincendo la normale repulsione per un atto del genere, come fosse un rito necrofago.
Ci sono infatti due tipi di medicinale alla mummia: uno si ottiene dai corpi, con procedimenti anche complicati, ma con attenzione all'estrazione dei soli materiali di trattamento, mentre l'altro consiste in un grossolano impiego di questi e dei corpi stessi, variamente tritati o polverizzati.

Poi si sommano altri motivi: una volta accettato da nomi famosi dell'ambiente culturale classico, viene stigmatizzato, quindi passa nella tradizione, e farmacisti e medici più o meno famosi scrivono ricette scopiazzandole dall'uno o dall'altro e fra di loro.
A questo punto diventa difficilissimo dimostrarne l'inutilità oppure la nocività.

Però ogni tanto qualche persona razionale si manifesta e contro la mummia si schierò, con argomentazioni assolutamente impeccabili, il dottor Ambroise Paré, medico della casa reale francese durante il Cinquecento.

Fra le altre ragioni dice che gli antichi Egizi, Arabi, Ebrei e Caldei non hanno imbalsamato i corpi dei loro defunti perché a distanza di secoli fossero mangiati dai Cristiani, ma piuttosto perché avevano gran rispetto delle spoglie mortali dei loro parenti, trapassati in attesa della Resurrezione.