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Libro dei morti dell'antico Egitto: il più lungo a Londra

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    -francis-
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    Colei/Colui che siede alla
    destra della Sacerdotessa
    Scriba Reale

    - Waenra,
    MerytWaenRa, Semenet -
    00 05/11/2010 11:21
    La grande cupola del British Museum é stata trasformata in un luogo magico, un percorso concentrico dalla morte alla vita eterna, la porta di ingresso verso l’aldilá. Gli Egizi davano grande importanza alla vita dopo la morte e una grande mostra su «I Libri dei morti dell’antico Egitto» rivela i brillanti colori e le forti emozioni del viaggio, irto di pericoli e di avventure, ma anche ricco di gioia, dell’uomo dalla morte terrena verso la vita eterna.

    I Libri dei Morti, per anni erroneamente considerati una sorta di Bibbia egizia, sono in realtà una raccolta di testi funerari, formule magiche, inni e preghiere con lo scopo di proteggere il morto nel suo viaggio verso l’aldilá. I primi erano scritti sulle bende utilizzate per avvolgere il corpo del defunto o incisi direttamente sul legno del sarcofago o sulle maschere posate sul volto. La maggior parte peró sono papiri ricoperti di geroglifici e immagini, che venivano arrotolati e messi nella tomba o nel sarcofago del morto per accompagnarlo nel suo viaggio, assieme a gioielli, maschere, tesori, amuleti e suppellettili utili nel percorso dopo la vita terrena.

    «Gli Egizi non erano ossessionati dalla morte, come dicono alcuni, - spiega John Taylor, direttore della mostra, - erano ossessionati dalla vita e volevano che continuasse anche dopo la morte.» Ogni libro dei morti è unico, creato ad hoc per la persona di alto rango che lo richiedeva, con suoi ritratti e una scelta personalizzata di immagini e di formule. Le immagini che illustrano i papiri sono spesso di uomini con teste di animale, perché i morti potevano proseguire il viaggio sotto qualsiasi forma, trasformandosi in uccello, serpente o anche fiore di loto.

    L’alto rango di Anhai, una sacerdotessa morta nel 1100 AC, è dimostrato dal fatto che è stata seppellita con una statua di Osiride e un prezioso papiro di grandi dimensioni e decorato in oro che la ritrae mentre, presa per il polso dal dio falco Horus, si avvia verso l’aldilá. Il piú spettacolare dei papiri è il Libro di Nesitanebisheru (Greenfield Papyrus), il piú lungo mai esistito, che ha una lunghezza di 37 metri e viene mostrato al pubblico per la prima volta. Nesitanebisheru era la figlia del sommo sacerdote di Amon a Tebe, morta nel 930AC, e il suo papiro contiene formule e incantesimi che non si trovano in alcuno degli altri 200 Libri dei morti e che quindi con ogni probabilità erano state richieste dalla stessa committente.

    www.ilsole24ore.com/art/cultura/2010-11-04/british-museum-londra-092759.shtml?uuid=...
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    emilioraffaele
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    Scriba
    00 05/11/2010 14:07
    Viene voglia di andare....a vedere...