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Contenuto del poema: la scienza cosmologica e la creazione dell'umanità

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Sconfitti i nemici e pronto ad essere riconosciuto al di sopra di tutto, Marduk può dedicarsi all'opera di organizzazione del mondo. Dapprima ne sistema il cielo, il corso delle stelle e dei pianeti. Tenuto conto dell'importanza che il mondo astrale riveste in ambito religioso per ciascun mesopotamico, questa parte è di importanza radicale.
E', quindi, la volta della terra, dove Marduk crea le piante e gli animali, proponendo infine agli dei di creare l'uomo, mescolando ossa e carne.

A questo punto , però, occorre innanzitutto stabilire quale debba essere la sorte dei vinti.
Ucciderli significherebbe ridurre pesantemente la schiera delle divinità, renderli schiavi avrebbe disonorato il privilegio della natura divina. Si opta, quindi, per una punizione esemplare, suggerita da Ea, a scapito di Kingu che viene giustiziato per aver capitanato le forze avversarie. Un'esecuzione rappresentativa della sorte meritata dai vinti.

L'uomo sarà impastato con il sangue di Kingu, così da avere un essere che, grazie al suo elemento divino, potrà sostituire gli dei nel lavoro materiale, sentendosi legato agli stessi.
Ecco dunque comparire l'uomo, con il fine preciso di essere al servizio degli dei, atto a soddisfare tutte le loro necessità mediante l'organizzazione del culto.

Questi i versi originali che racconta della creazione dell'uomo:



Quando Marduk intese le parole degli dei
il suo cuore lo spinse a creare un'opera d'arte.
Aprì la bocca e parlò a Ea,
lo mise a parte di ciò che in cuore aveva pensato:
"Voglio legare del sangue e far sussistere ossa,
metterò in piedi un essere selvaggio, 'uomo' sarà il suo nome,
sì, voglio creare l'uomo selvaggio.
Su lui graverà il servizio degli dei ed essi potranno posarsi.
Muterò destramente le vie degli dei,
pur uniti dagli onori, siano divisi in due gruppi".
Gli rispose Ea dicendogli a parola,
per il sollievo degli dei proponendogli un altro piano:
"Sia consegnato un solo dei loro fratelli,
quello sia ucciso affinchè l'umanità sia formata.
Si raccolgano gli dei grandi,
sia consegnato il colpevole affinchè essis sussistano."
Marduk convocò i grandi dei in assemblea.
Presiede con bontà e impartisce ordini.
Alle parole della sua bocca fan caso gli dei;
il re rivolge la parola agli Anunnaki...



omissis


Marduk ricorda quindi agli dei la promessa che gli avevano fatto prima della lotta. Chiede loro ubbidienza e si fa consegnare Kingu:


[...]
Lo incatenarono e lo condussero alla presenza di Ea
imposero su di lui la colpa (di tutti) e ne recisero le vene.
Con il suo sangue formarono l'umanità
e imposero su di essa il servizio degli dei perchè essi fossero liberi.




Gli dei "salvati" sentono di dover essere riconoscenti a Marduk, pertanto stabiliscono di costruire un tempio degno di lui per ricompensarlo della sua benevolenza. Costruiscono l'Esagila, il tempio più imponente di Babele e di tutta Babilonia, che per essere ultimato richiede un anno di lavori. Marduk ne prende possesso mentre gli dei lo inneggiano celebrando i suoi cinquanta nomi gloriosi.

Enlil, che fino ad allora era praticamente il Re degli dei, dichiara Marduk "Re dei paesi", "creatore della terra e dei continenti" e gli cede ogni suo privilegio.
Il poema si conclude rivolgendosi a tutti i fedeli affinchè celebrino con entusiasmo i privilegi del nuovo Re degli dei.
[Modificato da -Kiya- 25/07/2010 04:20]