00 13/03/2010 10:49
Non posso che concordare con Kiya; direi quasi che leggere un romanzo storico dovrebbe essere il passo successivo, qualcosa che va a "poggiare" su un substrato di conoscenze, di un determinato argomento, che consenta di godere appieno delle divagazioni letterarie dell'autore e che forniscano il giusto spirito critico per la valutazione della veridicità del racconto e per accettare, nel caso in cui questa veridicità non ci sia, fino a che livello possano spingersi le divagazioni stesse.

Tutti abbiamo studiato a scuola di Alessandro Magno, ma era una sequela di nozioni, di date, di iscontri, di battaglie, di intrecci socio-politici, di cui, sinceramente, oggi forse ricordiamo poco o niente.

Leggere un romanzo (ovviamente serio) sulla vita di Alessandro può perciò essere un modo per posizionare le vicende nozionistiche anche su una "linea del tempo" dilatata, che non si concentri, cioè, nelle poche pagine di un libro di testo, ma consenta alla fantasia di "vedere" dandole il tempo di assimilare.

Anche un buon saggio, come suggerisci, può essere una ottima idea, ma un saggio ci ricorda troppo forse il periodo scolastico e, inoltre, il saggio segue schemi e ritmi suoi propri, di studio e non di divulgazione che non sempre corrispondono a quelli che il lettore è pronto a recepire.

Perciò, ben vengano i saggi sui quali "studiare" se si ha una passione, ma ben vengano anche i romanzi storici se possono servire ad "incasellare" nozioni che, provenienti dai saggi o dalla scuola, altrimenti sarebbero notizie "sfuse".

[Modificato da Hotepibre 13/03/2010 10:52]