00 19/04/2010 22:33
Trovo giusto il ragionamento di Pizia a proposito dell'"uomo che non deve lavorare" (ma considero tale valutazione abbastanza "tarda", ovvero risalente ad un periodo in cui si era forse persa del tutto la concezione originale attestando il fatto nel campo della "realtà" più che della simbologia), così come giusto mi sembra quel che ha scritto Kiya circa la prerogativa reale di indossare il nemes.

Del perchè i Re indossassero la corona (in generale e non trattando dell'Egitto esclusivamente) direi che derivi ab origine dal bisgono di rendersi ben individuabile specie quando era assolutamente necessario riconoscere il proprio capo e cioè in battaglia.
Non dimentichiamo che la scelta del capo, oggi democraticamente attraverso libere elezioni, è una "scoperta" abbastanza recente e che anticamente il "capo" era invece colui che non solo aveva "guadagnato" quel posto (magari sconfiggendo i suoi avversari fisicamente), ma che con la sua "possanza" era colui che maggiormente garantiva agli uomini la vittoria e, con la vittoria, il bottino ed alle donne il ritorno a casa dei mariti o dei figli, scongiurando inoltre il pericolo per costoro di divenire prede di guerra.

Vero è che il nemes, inteso come una sorta di "corona", è certamente meno appariscente di tante altre, ma direi che deve intendersi come una sorta di "corona da casa", ed anche se lo si vede in tanti rilievi di battaglia, è di certo inverosimile che il re andasse, effettivaemtne, in battaglia senza indossare un copricapo che ne garantisse, in qualche modo, la protezione. Altrettanto vero, che il coraggio del Capo (e quindi dei Re) è sempre stato molto osannato poichè costituiva l'esempio per i soldati e non è da escludersi, perciò, che le rappresentazioni parietali volessero sottolineare ulteriormente (con l'uso del nemes in luogo di un elmo come la c.d. "corona azzurra") una sorta di spavalderia del Re sprezzante del pericolo.

Questo sempre volendo considerare che il Re, nel periodo storico di cui normalmente ci occupiamo, prendesse effettivamente parte alle battaglie. E' infatti più verosimile che il Re dirigesse le battaglie -e peraltro questo avverrà fino ai nostri giorni- per il tramite dei suoi Generali esponendosi il meno possibile poichè dalla sua morte, o dal suo "semplice" ferimento, poteva derivare una disfatta.

Quel che sarebbe interessante è sapere come "effettivamente" era fatto il nemes: dalle rappresentazioni che conosciamo sembra, infatti, sempre molto ben inamidato, ma trattandosi di stoffa, come "stava su"? Era dotato di una sorta di "incastellatura"? ...o era "sagomato" usando una stoffa particolarmente rigida che garantiva la stabilità qualunque movimento fosse fatto dalla testa?

Oggi sappiamo che i gonnellini "shendit" (quelli che si aprivano a ventaglio sul davanti) dovevano avere all'interno bacchettine di canna proprio per garantire "l'inamidatura", ma il nemes?