00 21/09/2009 15:23
HO TROVATO IL PALAZZO DI RE DAVID? (di Eilat Mazar)
[Seconda e ultima parte]


Al tempo in cui pubblicai il mio primo articolo su queste idee, mio nonno era morto. Ho cercato di pubblicarle quanto più velocemente possibile, poiché in quell’area si stava provvedendo a costruire e temevo che si corresse il rischio che il sito ne rimanesse coinvolto. Solo attraverso la pubblicazione della mia teoria avrei potuto sperare che qualcuno ci avesse supportato con i fondi necessari.
Ad essere franca, mi occorreva una certa dose di coraggio, in pari misura al denaro necessario, per supportare gli scavi. La mia posizione, per usare un eufemismo, non aveva ricevuto ampio sostegno da parte della comunità archeologica. Anzi, dovrei dire l’esatto contrario, poiché l’opinione prevalente è che non sia rimasto alcunché di significativo da scoprire nella parte superiore della Città di David. Inoltre, Kenion, Macalister e Garrow Duncan hanno scavato in questo e in siti adiacenti tra il 1923 e il 1925, raggiungendo in molte aree il substrato roccioso. Hanno così dato l’impressione che, a parte poche mura e le macerie di grandi dimesioni, non vi era molto altro da cercare. Lo strato di roccia in questo settore, poi, è molto vicino alla superficie. Molti studiosi hanno quindi concluso che non valeva la pena di riprendere gli scavi in questo sito.
Soltanto dopo un decennio da quella pubblicazione, tuttavia, abbiamo trovato un sostenitore.
In quel lasso di tempo, io e l’amico Bouky Boaz abbiamo cercato invano. Quattro anni fa, ho tenuto una lezione in proposito presso il Centro Shalem, un istituto di ricerca per Ebrei e Israeliani che si trova a Gerusalemme. Il Presidente del Centro, Daniel Polisar, ne restò talmente impressionato da decidere di offrirmi il suo aiuto. Ha quindi riferito del progetto al Presidente del Consiglio di Amministrazione, Roger Hertog, che ha coraggiosamente raccolto la sfida finanziando gli scavi del sito.
Gli scavi hanno avuto inizio nel febbraio del 2005 a nome del Centro Shalem e sotto gli auspici dell'Istituto Accademico di Archeologia dell'Università Ebraica di Gerusalemme. Abbiamo anche goduto della piena collaborazione della associazione Elad, che gestisce il centro visitatori nella Città di Davide.
Quasi fin dall'inizio, sono tornati alla luce resti antichi, conservati al di là di ogni aspettativa. Sorprendentemente, mi sentivo molto a mio agio. Forse ciò che più mi ha aiutato è stato il riconoscimento dell'importanza di quello che stavamo facendo. Ho deciso che avrei taciuto la teoria del palazzo, lasciando che fossero le pietre a parlare da sole. Avrebbero corroborato o confutato la mia teoria.
Subito apparve chiaro che Macalister e Duncan avevano perlustrato quasi l’intera area di scavo, che copriva più di 3000 mq. In molti casi le mura erano state lasciate nella posizione originale. Solo occasionalmente le pareti erano state smontate fino al substrato roccioso.
A solo 5 piedi sotto la superficie, con sorpresa, abbiamo trovato resti Bizantini (IV-V sec. d.C), ma nulla di più tardo. Non ho davvero alcuna spiegazione per l’assenza di resti più tardi. Si può ipotizzare che siano stati distrutti da costruzioni ancora più tarde, ma è comunque sorprendente.
Al periodo Bizantino risale una struttura che era stata parzialmente riportata alla luce da Macalister e Duncan. Un’altra piccola porzione della stessa l’abbiamo dissotterrata noi. Una stanza singola, sopravvissuta ai secoli e un piano, con un pavimento a mosaico, appartenente a una casa a più stanze che Macalister e Duncan avevano nominato la Casa di Eusebio, dopo aver rinvenuto questo nome al suo interno. Indubbiamente apparteneva a un uomo ricco. Lo stile è quello tipicamente Bizantino, con un cortile a peristilio, proprio come quella scoperta da mio nonno, ai piedi del Monte Tempio.

La Casa di Eusebio fu costruita direttamente sopra i resti di un’ampia costruzione risalente all’epoca del Secondo Tempio (tardo I sec. a.C e I sec. d.C). Apparentemente doveva trattarsi di una residenza, ma tutto ciò che resta è una parte di basamento il cui pavimento presenta un certo numero di impianti idrici. Particolarmente impressionanti sono una grande piscina intonacata, una stanza, anch’essa intonataca, sormontata da un arco e un bagno rituale con vari accessi. All’interno della stanza con l’arco sono state trovate terracotte databili al 70 d.C., anno in cui i Romani distrussero Gerusalemme.
Le strutture risalenti al periodo del Secondo Tempio comprendono alcune pietre, abbastanza ampie, appartenenti a una struttura ancora precedente, che sono state evidentemente riutilizzate per la costruzione della casa Bizantina.

Abbiamo, inoltre trovato parte di una struttura similare alla precedente negli scavi di Macalister e Duncan. Essi la interpretarono come i resti di una massiccia struttura di pietra, come un muro Gebusita distrutto da Re David e le cui rovine furono abbandonate. Ritenendolo tale, non si curarono di spostare i massi per verificare cosa poteva trovarsi sotto gli stessi. Quando lo abbiamo fatto noi abbiamo individuato pareti giganti appartenenti alla grande struttura in pietra, che si estendono in ogni direzione oltre la nostra area di scavo!

Il lato est di questa struttura segue la linea di fortificazione est superiore della Città di David. Circa 15 o 20 piedi sotto di questa, a sud, si trova la famosa struttura a gradoni di pietra. Si tratta della più grande struttura risalente all’Età del Ferro rinvenuta in Israele, alta come un edificio di 12 piani e costruita sul fianco della collina. Sembra ormai che faccia parte del medesimo complesso, esattamente come la Grande Struttura in Pietra di cui abbiamo parlato precedentemente. La maggior parte degli tudiosi ritengono che la Struttura a gradoni sostenese una piattaforma artificiale sulla cui sommità sorgeva la fortezza di Sion (2Samuele 5:7), di cui non sopravvive tracce. Ora riteniamo che la grande struttura a Gradoni sostenesse anche la Grande Struttura in Pietra.

Il lato nord-est della Grande Struttura in Pietra fu costruito direttamente su una parete di roccia eretta artificialmente scoperta da Kenyon. Ai piedi della parete Kenyon scoprì i detriti di pietre asola e il capitello Ionico. Entrambi erano caduti dalla Grande Struttura in Pietra.

La Grande Struttura in Pietra si direbbe essere stata una massiccia struttura costruita su un’alta scarpata, non un’anonima struttura pubblica, bensì qualcosa frutto chiaramente di ispirazione, immaginazione e un considerabile investimento economico. Lo si evince non solo dalle masicce pietre con cui fu costruita, ma anche dal capitello ionico (lungo 5 piedi) che doveva essere, in origine, parte della costruzione. Questo esemplare è il più bello ed elegante capitello Ionico che sia stato mai trovato in Israele, superiore a quelli di Samaria e Megiddo. Provate a immaginare quale colonna potesse reggerlo, quindi immaginate che tipo di costruzione potesse inglobarlo…
Inoltre il sito risulta essere apparentemente fuori dalle mura della città Canaanea. Come facciamo a saperlo? Sotto la Grande Struttura di pietra la base era stata precedentemente livellata oppure, dove le cavità risultavano troppo profonde, riempita con detriti e portata a livello. La base così livellata crea un ampia area piana aperta e indipendente. Non vi è stato trovato alcun resto strutturale ad essa correlato. E’ certamente una delle caratteristiche più interessanti del nostro scavo. Risale alle primissime fasi di costruzione del sito, precedente quindi alla grande Struttura in Pietra. E’ da ritenersi una testimonianza dell’accuratezza dei lavori e del fatto che gli stessi fossero stati dovutamente pianificati. Potrebbe essere stato un luogo adibito a culto.
Non siamo certi della datazione di quest’area aperta. Potrebbe risalire alla Tarda Età del Bronzo (1500 a.C.), ma anche a quella Media (1800 a.C.).
Su questo spazio aperto fu riversata terra di riempimento che ci ha fornito importanti informazioni circa l’utilizzo di questo sito. Il riempimento fu mescolato con grandi quantità di cocci di ceramica che possono essere datati, prevalentemente pentole (conteneva inoltre anche ossa animali, che però non sono state ancora analizzate). La grande sorpresa sono state le datazioni scaturite dalle ceramiche, la maggior parte delle quali risalivano all’Età del Ferro (XII – XI sec. a.C.)
Le ceramiche risalenti alla Prima Età del Ferro si differenziano da quelle apparteneti alla Seconda Età del Ferro (X –IX sec. a,C), ad esempio quelle appartenenti alla Prima sono marroni e senza “slip” (un sottile strato di argilla aggiunto dopo che la ceramica è stata trasformata, ma prima della cottura) e non brunito (strofinato liscio). Nella Seconda A, d’altra parte, la ceramica è spesso di colore rossastro coperta di “slip” rossi e brunita a mano, nella Seconda B la brunitura è eseguita a tornio, inoltre i profili risalenti al Secondo A sono del tutto differenti dai precedenti.
Abbiamo trovato ceramiche risalenti alla Prima Età del Ferro sotto la Grande Struttura in Pietra, in aree differenti e in quantità impressionante. Quasi tutto è molto danneggiato, in modo significativo. Questo suggerisce, infatti, che i cocci provenivano dalla fine della Prima Età del Ferro (circa 1000 a.C.), non prima.
Questo riempimento evidentemente già esisteva nell’area aperta quando la Grande Struttura in Pietra è stata costruita. Quindi quest’ultima dev’essere successiva. Ma di quanto? E’ questa la domanda….
Alcune prove individuate durante l’ultimo mese di scavo ci hanno aiutato a trovare risposta. In due stanze della sezione posta a nord della Grande Struttura in Pietra abbiamo scoperto una seconda fase di costruzione, interna all’edificio. Sul bordo nord-est del palazzo si evince addirittura una terza fase, evidentemente destinata a rafforzare la struttura con l'aggiunta di un altro muro interno. La ceramica individuata nelle due costruzioni più tarde risale alla Seconda Età del Ferro A.
Ciò significa che la costruzione è stata interessata da due, o forse tre fasi in un period compreso all’incirca in due secoli. Quindi la prima fase, quando la struttura fu eretta, dovrebbe essere avvenuta all’inizio della Seconda Età del Ferro A , probabilmente intorno alla metà del X secolo a.C, quando secondo la Bibbia David regnò sul Regno unito di Israele.
Un piccolo coccio di argilla è particolarmente importante. Si tratta di un delicato contenitore per liquidi decorato nero su rosso, importato da Cipro. L econdizioni sono ottime. Non avrebbe potuto giungere fino a noi in questo stato se fosse stato sottoposto a grandi sconvolgimenti. E’ probabile che sia stato spostato quando si dette inizio alla terza fase di lavori, per la costruzione della parete di rinforzo interna. Il bel colore rosso e lo stile del contenitore lo datano chiaramente al X-IX sec. a.C: (Seconda Età del Ferro A). Questo dato fornisce ulteriore conferma alla nostra datazione della ceramica locale.

Abbiamo trovato alcune ceramiche risalenti alla Seconda Età del Ferro B (VIII – VI sec. a.C.) nell’angolo a nord-est della Grande Struttura in Pietra. Questo indica che la costruzione rimase in uso fino al termine del periodo del Primo Tempio (che terminò con la distruzione di Gerusalemme da parte di Babilonia, nel 586 a.C.).
Quello che, poi, riteniamo essere il ritrovamento più sorprendente è stato anche quello che ci ha permesso di definire l’uso dell’edificio fino alla distruzione del 586 a.C. Si tratta di un sigillo impresso (chiamato bulla) che una volta sigillava un documento, disintegrato dal tempo.
Come qualsiasi bulla in genere, si presenta come una palla di argilla schiacciata delle dimensioni di un’unghia. Il merito della sua scoperta va agli occhi di falco di Yoav Farhi, il Supervisore della nostra Zona A. Riuscì a individuarlo nel momento esatto in cui i raggi del sole illuminarono le sue lettere. Diversamente, senza questa particolare illuminazione, non sarebbe stato possibile vedere nulla. Anche quando la bulla è illuminata da varie direzioni, si intravedono soltanto frammenti di lettere. Ma l’illuminazione da un’unica specifica direzione rende visibili immediatamente tutte le lettere, come per magia.

La bulla contiene tre righe di testo compilate in Ebraico antico. Yoav ha immediatamente decifrato parte di un nome contenuto nella seconda riga di testo – SLM (Shalem).
Io ho portato la bulla a casa con me quella sera. Durante la notte, mentre i bambini dormivano e la casa era immersa nel silenzio, ho cominciato a studiarla. Lentamente, sono riuscita a decifrare il nome contenuto nella prima riga: Yehuchal. Potrebbe essere un nome Biblico? Non ricordo riferimenti a nessun Yehuchal contenuti nella Bibbia. Ma forse la mia lettura del nome non è corretta. Per sincerarmene ricorro all’Enciclopedia Biblica. Eccolo lì, evidente come non mai nel Libro del Profeta Geremia “Re Zedekiah inviò Yehuchal (Jehucal in lingua inglese), figlio di Shelemiah dal Profeta Geremia per pregare per la gente (Geremia 37:3) – n.d.t. riporto integralmente il versetto citato, tratto dalla Bibbia in italiano: ” Il re Sedekia mandò Jehucal, figliuolo di Scelemia, e Sofonia, figliuolo di Maaseia, il sacerdote, dal profeta Geremia, per dirgli: "Deh, prega per noi l’Eterno, l’Iddio nostro" - . Nel Capitolo successivo si apprende che questo stesso uomo, che era un Minitro Reale, udì predizioni decisamente sgradite dalle labbra di Geremia.
Quando aprii l’enciclopedia e vidi lo stesso nome contenuto nella Bibbia inciso sulla bulla lanciai un urlo di sorpresa che riecheggiò per tutta la casa. Fortunatamente il sonno dei bambini era profondo. Mi sentivo come se avessi appena "resuscitato" qualcuno direttamente dalla Bibbia.
C’è dell’altro a riguardo della bulla, qualcosa di inusuale. Per intero si legge: Di proprietà di Yehuchal figlio di Shelemiyahu figlio di Shovi”. Quindi ora ci è dato conoscere il nome del nonno di Yehuchal. Ma perché egli menzionava suo nonno sul sigillo? Non era certo prassi comune. Forse suo nonno era un distinto e ben noto personaggio e ne aveva pieno diritto. Durante gli scavi condotti da Yigal Shilo nel 1980, nei pressi del nostro sito, furono rinvenute ben 45 bulle tra i resti di una delle camere. Ma nessuna di queste conteneva il nome dei rispettivi nonni, solo quello del padre.
Yair Shoham, che ha pubblicato gli studi condotti sulle bulle trovate da Shiloh, non era solo un archeologo epigrafista, ma anhce mio marito e il padre dei nostri tre figli. Morì nel 1997. Una delle cose che ci ha lasciato è stato un onomasticon dei nomi sulle bulle bolle che aveva pubblicato. Ho mostrato ai bambini come ho utilizzato la Tavola Yair per le lettere per studiare e datare la bulla trovata durante i nostri scavi. La forma delle lettere era identica a quelle delle bulle trovate in precedenza da Shiloh. E le bulle di Shiloh erano state chiaramente datate al termine del periodo del Primo Tempio, per cui siamo fiduciosi nel ritenere che la nostra bulla appartenga alla stessa epoca. E’ stata una bellissima esperienza di famiglia.
Le bulle rinvenute in precedenza appartenevano a Gemaryahu figlio di Shafan, lo Scriba del Re e suo Ministro al tempo del Profeta Geremia (Geremia 36). Yehuchal è quindi attualmente il secondo Ministro il cui nome compare su una bulla proveniente dagli scavi della Città di David.
Nella prossima stagione ci auguriamo di poter continuare a dissotterrare la Grande Struttura di Pietra. Ma cosa possiamo dire a questo punto? Archeologicamente, potremmo affermare che sia stata eretta sia al termine della Prima Età del Ferro, sia all’inizio della Seconda A - o poco prima o poco dopo il 1000 aC, quando la Bibbia riferisce che Re David conquistò Gerusalemme dai Gebusei / Cananei. Dato che non sono stati trovati resti di una precedente costruzione sotto l'edificio, sembra che questa zona si trovasse al di fuori del Gebuseo / città cananea.
La Grande Struttura di Pietra potrebbe quindi essere la fortezza Gebusita che David conquistò, la Fortrezza di Sion menzionata dalla Bibbia (2 Samuele 5:6-10)? Questo è improbabile, perché vorrebbe dire che la cittadella non esisteva nella città cananea durante il Medio e Tardo Bronzo e per la maggior parte del Ferro I, poiché fu innalzata soltanto al termine del regime Gebusei. Possibilità che torna difficile da accettare, soprattutto alla luce della tipologia della costruzione, che suggerisce un progetto concepito con tecniche di costruzione altamente sofisticate, come dimostrano le grandi dimensioni e gli enormi sforzi investiti nella costruzione dello stesso.
Poiché è quindi improbabile che questa fosse la Cittadella Gebusei, cos’altro poteva essere? Forse un nuovo Tempio? Ma questo è contrario alla lunga tradizione confermata da evidenze archeologiche, secondo la quale il Monte Moriah, dove Abramo ebbe quasi sacrificato suo figlio Isacco (Genesi 22), divenne il luogo del Tempio (2 Cronache 3:1), cioè il Monte Tempio, diverse centinaia di metri a nord del nostro sito. E’ quindi poco probabile che la Grande Struttura in Pietra fosse stata il sito del Tempio.
Cosa rimane? Potrebbe essere frutto della mente di un nuovo sovrano visionario, che pianificò di espandere la città con un Tempio dcostruito sulla collina a nord? O forse Re David ormai alleato dei Fenici, rinomati costruttori, li autorizzo a costruirgli un nuovo e magnifico palazzo esterno ma adiacente al confine nord della vecchia città Canaanita, poco prima di dedicarsi al progetto di costruzione del nuovo Tempio a nord della stessa?
La narrazione biblica, a mio avviso, spiega più chiaramente dell’Archeologia. Infatti i resti archeologici quadrano perfettamente con la descrizione Biblica che ci narra che David "scese da lì alla Cittadella". Pertanto decidete arbitrariamente se abbiamo trovato, o meno, il Palazzo di David.
[Modificato da -Kiya- 04/10/2009 19:15]