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Accolgo volentieri l'invito a condividere lamia opinione a proposito delle teorie sulla correlazione stellare di Bouval. A parte i dati astronomico- matematici, che mi creano problemi di comprensione, per mia ignoranza in materia, ciò che mi colpisce di questa lettura è la convinzione dell'autore di poter risalire ad un'origine comune dell'antica sapienza, che si sarebbe manifestata, in svariati angoli del mondom sotto forma di linguaggio architettonico comune. Questo sottintende,secondo l'autore, una mente unica che avrebbe lasciato tracce di sé su tutta la terra. Giza viene confrontata con i monumenti della civiltà khmer di Angkor, con i "moai" dell'isola di Pasqua, con i resti scoperti lungo la valle dell'Indo, con Teotihuacan nel Messico, con Cuzco e Machu-Pichu. La teoria risulta particolarmente intrigante, anche se risulta difficile da capire come ciò possa essersi praticamente realizzato; l'autore parla di un gruppo di sette saggi che sarebbero i sopravvissuti di Atlantide, portatori di una sapienza da loro diffusa ai quattro angoli della terra. Ne derivano supposizioni su tesori nascosti in questi luoghi, di natura sapienziale, quasi una biblioteca, se così si può dire,di tutto lo scibile rivelato da divinità provenienti dagli spazi siderali. Ciò che lascia dubbiosi è l'estrema sicurezza con cui queste tesi vengono enunciate,quasi una certezza comprensibile a tutti. Per me almeno risulta complicata l'enumerazione di numeri fissi di angolazione delle coordinate terrestri a cui queste costruzioni si adeguerebbero in modo rigido ed inequivocabile (si veda l'insistenza sulla ripetizione costante del 54, 72, 108, 180).
Questa è la mia prima impressione, mentre sto ancora leggendo il libro. Man mano che progredisco, riferirò altre impressioni, sicuro che qualcuno più esperto di me possa aggiungere osservazioni e approfondimenti.
Guido