Egittophilìa Forum dedicato all'antico Egitto e all'Egittologia. Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.

L'esecuzione di Pentewere, figlio di Ramesse III

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    nefertiti83
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    Registrato il: 03/09/2010

    EgiTToPhiLo/a
    Suddito
    00 04/09/2010 23:57
    questo anedotto io l'ho letto nel libro "Il Faraone" di Joyce Tyldesley, stampata nel 2003, ma ne parla in modalità dubbia, in quanto non vi era ancora nulla di provato...
    parla a proposito proprio dell'esecuzione avvenuta per ordine del padre e faraone Ramesse III... quando lo lessi un pò ne rimasi scioccata.. pensavo che un faraone potesse trovare altri metodi per nascondere ancheun fatto inopportuno e preservare la vita dei prorpi figli.. ma si sta parlado comunque di Ramesse III...
    per il resto comunque penso che si debba divulgare una notizia quando si sia certi che si possa dimostrare con prove vere e reali che da quando leggo ancora non si hanno... per questo anche io vorrei sapere la fonte dalla quale il dr. Malnati abbia acquisito questa notizia...

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    nectanebo
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    Registrato il: 19/06/2012

    EgiTToPhiLo/a
    Scriba
    Maestro degli Scribi
    00 01/07/2018 00:02
    Alla luce di nuove analisi è opportuno riprendere questo post.

    Obiettivo è indagare sul vero carattere del complotto dell'harem
    descritto nel Papiro giudiziario di Torino e determinare se
    Ramesse III fu effettivamente ucciso

    La morte di Ramses III è ormai accertato è stata violenta. In pratica è morto per una profonda ferita inferta alla gola. Questo si è potuto accertare con sicurezza tramite una tac eseguita sulla mummia del re.
    La tomografia computerizzata ha analizzato il taglio alla gola di Rames III, probabilmente fatto con un coltello affilato. Durante il processo di mummificazione, un amuleto occhio di Horus è stato inserito nella ferita per scopi di guarigione, e il collo è stato coperto da un collare di spessi strati di lino.
    L’esame forense di uomo sconosciuto (unknown man) rivela al collo una piega anomala e un gonfiore toracico. Anche l'uomo sconosciuto aveva una procedura di mummificazione anormale. Secondo le analisi genetiche, entrambe le mummie hanno aplotipi * identici del cromosoma Y e un lignaggio maschile comune.
    *In genetica, particolare combinazione in una determinata regione cromosomica

    Link:
    www.academia.edu/2308336/Revisiting_the_harem_conspiracy_and_death_of_Ramesses_III_anthropological_forensic_radiological_and_genet...

    Tutta la vicenda è raccontata in una serie di 4 Papiri risalenti alla XXa dinastia. Il principale è esposto a Torino



    Altri due papiri trattano gli aspetti magici di questo caso, ovvero i papiri Rollin e Lee, che elencano le magie utilizzate e le punizioni inflitte (in tutti casi).
    ultimo è il papiro Rifaud

    “ La storia è raccontata nel resoconto del processo, in un burocratico accumulo di reticenze, perifrasi e eufemismi, come se qua e là si volesse nascondere più che rivelare, far capire senza dire apertamente. A parlare (in apparenza) è lo stesso Ramesse III, che inizia spiegando di avere istituito un tribunale-commissione d'inchiesta di dodici alti funzionari e fa mostra di prendere le distanze dalle pene inflitte ai colpevoli.

    Segue un primo elenco di congiurati e delle loro punizioni: «Il grande nemico Pabakkamen, che era maggiordomo. È stato processato per essersi messo in combutta con Teye e le donne dell'harem. Si era messo a far passare all'esterno i loro messaggi per le loro madri e i loro fratelli dicendo “Radunate degli uomini, fomentateli perché si ribellino al loro signore!”. \ Le sue colpe si sono impadronite di lui». Teye (sulla cui sorte il papiro tace) l'anima del complotto, Pabakkamen il braccio operativo. Con loro gli altri congiurati principali, «il grande nemico Mesedsure, che era coppiere», «il grande nemico Panik, che era direttore della camera del re dell'harem», «il grande nemico Pendua, che era scriba». E poi tutti quelli che erano a conoscenza del complotto ma non l'avevano denunciato, una dozzina di alti e altissimi funzionari pubblici e un importante capo militare, il comandante degli arcieri di Kush (la Nubia) che era stato subornato dalla sorella, dama dell'harem. Più sei mogli dei guardiani che avevano fatto causa comune con i congiurati. Per ognuno la stessa formula: «Portato davanti ai grandi magistrati della corte di giustizia. Dichiarato colpevole. Si è disposto che la punizione ricadesse su di lui». La punizione che il faraone per pudore non dice, per questo primo gruppo di colpevoli più colpevoli degli altri, era qualche cosa che andava oltre la morte. Dopo essere stati uccisi, forse per squartamento, dovevano essere stati bruciati e le loro ceneri sparse al vento: il che significava negare agli sventurati anche la vita nell'aldilà, accessibile soltanto se si erano osservati i riti della conservazione del corpo attraverso la mummificazione.

    Meno infamante la pena riservata al secondo gruppo di congiurati: «Abbandonati a se stessi nella corte di giustizia, si sono dati la morte da soli». In tutto, sei «grandi nemici», tra i quali un sacerdote e un mago che - come si apprende da altri due documenti collegati a quello di Torino, il Papiro Rollin conservato alla Biblioteca Nazionale di Parigi e il Papiro Lee del British Museum - aveva introdotto nell'harem scritti magici «per provocare confusione e spavento» e statuette di cera «per fiaccare gli arti». Quattro altri congiurati furono ritenuti meritevoli di uno speciale riguardo: quello di uccidersi a casa loro. Tra questi il beneficiario mancato del fallito golpe, Pentaur. Che proprio di recente è ricomparso sulla scena, come in film horror. La scansione ai raggi X e l'esame del Dna su una delle 40 mummie reali rinvenute nel 1881 da Gaston Maspero vicino a Luxor, un giovane stranamente privo di titolatura, ha rivelato che era proprio lui, il principe ribelle. Il complotto doveva scattare durante la celebrazione della Festa della Valle a Medinet Habu, dove il faraone si era fatto costruire un grandioso tempio. Ma, alla fine, non ebbe l‘esito sperato. Infatti a Ramesse III subentrò nel 1154 a.C. l'erede designato, che assunse a sua volta il nome di Ramesse IV, come tutti i successori della XX dinastia. ”
    Estratto Da: la Stampa. Cultura (Pubblicato il 27/07/2010)


    Per una lettura completa, purtroppo in inglese, al sito:

    dianabuja.wordpress.com/2012/12/26/ramesses-iii-and-the-great-harim-conspiracy...

    Una versione in Italiano è contenuta (credo) nel libro di Pietro Testa:

    COSPIRAZIONI E FURTI NELL’EGITTO DELLA XX DINASTIA ed. Aracne.

    [SM=g999100] ...Nec.
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