Io credo, e lo ringrazio, che Ras abbia saputo descrivere con le parole più giuste possibili, quelle che sono le mie perplessità.
Il primo interrogativo riguarda infatti se effettivamente il soffitto della TT353 rappresenti effettivamente l'intenzione di Senenmut di disegnare una una mappa (frutto di antiche conoscenze tramandate) o piuttosto quella di citare astri conosciuti e significativi per la sua epoca, (una sorta di quadro astronomico riguardante l'era felice di Hatshepsut).
Il secondo interrogativo, che mi fa pensare ad esperienze di osservazione astronomica molto avanzate,riguarda la reale difficoltà di ricoscere stelle e pianeti con magnitudo sfuggente ad occhio nudo in una campo stellare affollatissimo per via della mancanza di inquinamento luminoso. A questo proposito, io stessa che sovente guardo per aria e mi rassereno vedendo ogni cosa al suo posto, ho avuto una sensazione tremenda di smarrimento osservando la volta in mezzo al mare durante una navigazione notturna in barca a vela. Vi assicuro......il cielo era sulla mia testa, incombente, irriconoscibile e affatto rassicurante.
Poi c'è un terzo interrogativo e si riferisce alle distanze che l'architetto ha posto tra le sue stelle.......questione di spazio grafico limitato oppure le vedeva così ?
[Modificato da roberta.maat 27/08/2009 15:48]