00 08/09/2009 22:21
Arrivo tardi alla conversazione. Ma trovo carino chiuderla - se ritenete opportuno farlo - riportando alcuni spunti dal libro di Carlo Ruo Redda - L'IMMAGINARIO DELL'ANTICO EGITTO E L'OCCIDENTE:
In una società tradizionalmente aperta ai traffici ed agli scambi commerciali, non stupisce che divinità e culti stranieri vengano accolti, adattati alla propria cultura ed identificati con le proprie divinità. E'il caso di Balaat ("Signora") di Biblo, divinità connessa con la fertilità del mondo naturale, identificata nell'iconografia, con L'Iside egizia, come testimonia la stele di Yehaumilk, re di Biblo, di epoca persiana (VI secolo a.C.). Anche nell'onomastica, trasmessa da stele ed iscrizioni di varia natura, si coglie l'adozione, all'interno del pantheon fenicio, di divinità egizie, soprattutto Iside ed Osiride: Lo dimostrano nomi propri come Abdisis, Abdosir e Osirshamar. Esiste anche un affascinante mito, molto antico, ma ricordato ancora nei primi secoli della nostra era, di cui fa menzione il scrittore greco Plutarco (I - II secolo d.C.) nel suo trattato intitolato Iside e Osiride. Il malvagio dio Seth, dopo aver ucciso il fratello Osiride, lo fa a pezzi e pone i poveri resti in una cassetta di legno che getta in mare. I flutti trasportano la cassetta fino in Fenicia e la depositano sul litorale di Biblo, dove un albero di tamerisco, crescendo, la racchiude in sé. Il re di Biblo, passeggiando sulla spiaggia, nota lo splendido albero e decide di farlo tagliare per utilizzarlo come pilastro di una sala del suo palazzo. Nel frattempo la dea Iside, nella straziante ricerca dei suoi resti, scopre dove si trovano e chiede ed ottiene in dono dal re, il tamerisco. Così la dea ritrova la cassetta e, per mezzo della magia, può riportare in vita Osiride. E' pertanto significativo che questa storia sia ambientata in uno spazio geografico definito, come trasposizione mitica dei concreti e profondi rapporti commerciali e culturali intercorsi tra Egitto e fenicia, sin da epoca molto antica.