00 02/07/2009 13:36
Re:
-Kiya-, 01/07/2009 13.35:


In tal senso mi sembra interessante approfondire la questione degli scarabei. Quelli ritenuti fenici, sono effettivamente di chiara origine egizia, montati su anelli d'oro e d'argento o utilizzati nella composizione di collane e bracciali. Per la loro fabbricazione utilizzarono vari tipi di pietre, vetro o smalto, e gli riconobbero grande importanza, in quanto non furono impiegati soltanto come ornamento, ma come veri e propri talismani e come sigilli personali, in sostituzione di quelli cilindrici ereditati dalla Mesopotamia.

Stasera proporrò qualcosa in più sulla funzione di amuleti.




definendo gli scarabei "di chiara origine egizia" si intende sia che gli stessi fossero originali egizi, frutto di scambi, sia che i fenici svilupparono metodi di lavorazione delle pietre dure volte ad imitare la produzione Egizia.
Quelli che raffiguravano le divinità apotropaiche tipiche del Pantheon Egizio provenivano, probabilmente, da Kemet. Se ne sono trovati a migliaia, impiegati come amuleti nelle tombe di tutta l'area fenicia. Tra i più diffusi, quelli raffiguranti Bés e Ptah. Era, tuttavia, prerogativa della gente più semplice, quella che non viveva a stretto contatto con la religione ufficiale. Non scarseggiavano comunque nemmeno quelli di tipica fattura fenicia.
Il non far parte di una precisa nazione e, quindi, la mancanza di una religione ritenuta ufficiale, sta alla base di queste mescolanze di credenze, dalle origini più disparate. Vi sono, in proposito, anche numerosi riscontri di pratica di mummificazione, in stile egizio, coesistente con consuetudine più tipica di cremare i defunti. Le spoglie mortali riposavano in urne o sarcofagi, che venivano collocati nelle necropoli costruite a ridosso delle città. Una pratica riservata ai benestanti, mentre i più umili dovevano accontentarsi di una semplice fossa.
Non siamo in possesso di dettagli relativi al loro rito funerario, che rimane pertanto ignoto.
Sia Biblo che Sidone ci hanno restituito diversi ipogei reali, soprattutto appartenenti al XVIII sec. a.C. Scavati nella roccia, per mezzo di un corridoio discendente si accedeva alle camere, in una delle quali era custodito il sarcofago.
Questi ultimi erano caratterizzati da un certo ecclettismo artistico, nel quale coesistevano elementi egizi e greci.
Particolarmente degni di nota due sarcofagi risalenti al VI sec. a.C., di chiara fattura egizia. Utilizzati per inumare i Re Tabnit e Eshmun'azar II (vissuti nel V sec. a.C.).
Nel sarcofago del primo fu precedentemente inumato un egizio, come testimoniano le due iscrizioni, l'una egizia e l'altra fenicia, poste nella parte inferiore. Si chiamava Pen-Ptah.