La carta è certo il materiale della sapienza egizia per eccellenza. In questo periodo al papiro si accostano carte ricavate da altre fibre vegetali e si diffonde la pergamena. Il perché non lo saprei dire, non ho ancora ragionato molto sui motivi che portarono ad un così largo uso del nuovo supporto quando invece già ne esistevano di tanto comodi ed economici. Forse il papiro non è una pianta facilmente coltivabile al di fuori dell’Egitto, essa necessita di un clima molto caldo e di molta acqua sia per la crescita della pianta che per la lavorazione della carta, ingredienti difficili da combinare al di fuori della Valle del Nilo. Per quanto riguarda le capacità artigiane credo non sia richiesta maggiore abilità per la produzione della carta di papiro rispetto al foglio di pergamena, non dal punto di vista tecnico (so che sono due lavorazioni ben differenti), ma dal punto di vista dell’impegno. Questi sono i primi libri a forma di “libro” e non di “rotolo”. Ne ho visto uno molto apprezzabile del II secolo, ma immagino se ne conoscano di più antichi. Ecco gli antenati delle pagine miniate dai monaci amanuensi dei monasteri italiani ed europei (tutto ciò fa un po’ “Nome della Rosa”…). Vangeli, Atti degli Apostoli, Lettere di Paolo e Apocalisse variamente scritti in greco, ebraico, copto e arabo, decorati con scene tratte dagli scritti come illustrazioni del testo (e non viceversa come nelle scritture sacre egizie!), incorniciati da fregi con gli stessi motivi già descritti.
Infine oreficeria ed ebanisteria. L’arte di lavorare metallo, legno, pietre, avorio e altri materiali più o meno preziosi per ottenere oggetti di grande valore, trova posto nei monasteri, uniche sedi in grado di fornire una certa sicurezza e garanzia, in maniera analoga a quanto accadeva in epoca dinastica presso i grandi templi. Qui le gerarchie si rafforzano, aprendo ancora una volta la strada alla conquista del potere temporale da parte degli ecclesiastici. Gli oggetti preziosi sono realizzati in stile bizantino e in stile arabo. Ho potuto solo vedere al volo queste cose deliziose, passando nei corridoi alla ricerca dell’uscita, perché il tempo a disposizione per la visita al quartiere copto era terminato e il nostro taxista ci aspettava sul luogo dell’appuntamento e non volevamo farlo aspettare troppo.