00 10/02/2010 18:16
...dopo lunga ed affannosa ricerca (mi ricordavo che esisteva, ma non riuscivo a reperirla) ho finalmente ritrovato una discussione "vecchiotta" (siamo nel 2006) in cui avevamo parlato del c.d. "Inno Cannibale" (formule 273-274 dei Testi delle Piramidi): CLICK HERE! .

In quella discussione facevo riferimento ad un'ipotesi avanzata da Christine el-Mahdi che nel suo "I costruttori della Grande Piramide" cita il grande Gardiner che diceva: "una volta soddisfatte le esigenze di dizionario e di grammatica -e queste lasciano ampio spazio alle divergenze- tutto sta nella comprensione della mente dell'autore autentico".

Un po' come dire che ogni traduzione è diversa da un'altra in funzione del traduttore e di quanto è riuscito ad entrare nella testa dello scriba di millenni fa.

A proposito dell'”Inno Cannibale”, questo sarebbe sempre stato tradotto partendo da una trascrizione del Sethe (un altro famoso egittologo) in cui, peraltro, sarebbe stato "saltato" un determinativo.

Il verbo normalmente tradotto con "si ciba" sarebbe da rendere, in realtà, con "risponde, replica, reagisce" e la traduzione, perciò, non sarebbe:

"Hanno visto apparire il re nel potere, come un dio che vive dei suoi padri e si ciba delle sue madri" (e di qui l’accusa di “cannibalismo”)

...bensì

"hanno visto apparire il re come Ba, dio vivente come i suoi antenati,che risponde alle sue antenate"

E' plausibile la cosa considerando che è altrettanto verosimile che tutti coloro che si sono cimentati nella traduzione dei testi di Unas non l'abbiano fatto "dal vivo", ovvero all'interno della piramide, ma siano partiti da una copia dei testi geroglifici già esistente e quella del Sethe, a quanto pare mancante di qualcosa, è la più antica (e magari l'unica).

Qui ci potrebbe dare una mano Frankh.
[SM=g999099]
[Modificato da Hotepibre 10/02/2010 18:20]