00 30/06/2008 17:26
Io ho aperto la discussione su Marte nella directory di archeoastronomia perché ritengo che tutto ciò che riguarda i pianeti del sistema solare possa contribuire a capire la religione egizia. Esisto troppi indizi che fanno ritenere che gli Egizi ne sapessero di più di quanti si vuol far credere.
Per quanto riguarda Marte bisogna ricordare che il pianeta viene detto: Horus il rosso, ma anche Horakhty.
Se l’aggettivo rosso, che per altro richiama il deserto, può essere spiegato semplicisticamente con la colorazione del pianeta, il riferimento al doppio orizzonte sembra essere più enigmatico.

L’articolo apparso sulla stampa italiane mi interessava perché mi consentiva di portare la discussione su un punto chiave della storia di Marte.

Ho sottolineato che in passato gli scienziati hanno sconvolto la teoria sulla distruzione dell’emisfero settentrionale del pianeta. Invece di cause interne ci si convinceva che qualcosa di catastrofico dovette accadere.
Esistevano però due ipotesi alternative. La catastrofe si verificò in un tempo antichissimo o poteva essere accaduta alla fine del Paleolitico Superiore?
Anzi alcuni scienziati ritenevano che proprio la catastrofe che colpì Marte potesse essere stata la causa diretta o indiretta della fine dell’Era glaciale sulla Terra.

In quest’ultimo caso è ipotizzabile che le civiltà antiche abbiano percepito o visto i cambiamenti sulla Terra.
Se ci fu un impatto fra due corpi giganti, sicuramente essi cambiarono traiettoria e potrebbero aver influenzato anche le orbite degli altri pianeti interni del Sistema Solare.

Queste ipotesi alternative hanno un’elevata probabilità di essersi avvicinate alla verità e comunque hanno diritto di vivere e propagarsi.
In campo scientifico non può esistere alcuna censura, né politica né religiosa.
Per quanto riguarda Marte è evidente che la NASA ha occultato delle informazioni e che solamente dopo lunga insistenza è stata portate a conoscenza una serie di foto all’infrarosso altamente interessanti.
La superficie di Marte mostra gli effetti inequivocabili dell’azione dell’acqua sulla superficie e tracce di strane realizzazioni che sembrano suggerire interventi di qualche creatura intelligente.

Un certo mondo accademico procede giustamente con prudenza, ma si ha l’impressione che dietro all’omertà della NASA e la prudenza di alcuni scienziati ci sia dell’altro.
Ancora una volta sembra farsi strada l’azione inquisitoria del mondo religioso, impaurito forse che le sconvolgenti scoperte riguardanti Marte possano mettere in cattiva luce alcune “verità” dei loro testi sacri e far perdere loro quel po’ di credibilità che ancora gli rimane.