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Questa favola è giunta a noi attraverso il racconto di Erodoto (II, 121).
Il nome del re, Rhampsinit potrebbe essere ricostruito come Ramesse-Sa-Neith, mettendo in tal modo in relazione le due divinità, Ra, solare, maschile e Neith femminile, attestata già dal periodo predinastico nella zona del Delta.
Può essere riferito a Ramesse II o a Ramesse III (Lexicon der Aegyptologie V, Wiesbaden 1984, pagg. 144 e segg.)

La Brunner Traut riporta altre fonti secondo le quali la fiaba del ladro ebbe ampia diffusione nei testi latini e persino in quelli buddisti (di Emma Brunner Traut, “Altaegyptische” e di Fr. Von der Leyen, “Die Welt der Maerchen, Diederichs Verlag, 1953, vol. I).
Purtroppo non si approfondisce ulteriormente la parte filologica nelle note del libro “Miti e leggende…”, ma si rimanda alla consultazione degli altri testi per il discorso di mitologia comparata.

Il nome del re richiama evidentemente l’epoca ramesside, ma credo che la struttura del racconto, gli spunti inventivi e alcuni particolari possano senz’altro confermare la datzione della fiaba nel suo complesso a tale epoca.