La curiosità sollevata intorno a questa mummia ha fatto sì che la questione fosse presa in considerazione e quindi lo SCA ha rivolto la sua attenzione al misterioso "Unknown Man", battezzato "Man E".
Ma ricominciamo daccapo, con un breve riassunto e proponendo un'immagine a colori della cosiddetta "mummia urlante":
Siamo nel giugno del 1886, quando Gaston Maspero si appresta a sbendare le 40 mummie reali rinvenute nella cachette di Deir el-Bahari, 5 anni prima.
Tra le mummie ivi conservate spiccano quelle di Ramesse II, Seti I e Tuthmosi III. Ma uno dei corpi lascia alquanto sorpresi per la diversità di inumazione e non solo. Si trova in un sarcofago anonimo, assolutamente privo di iscrizioni, che comporta l'impossibilità di procedere all'identificazione.
Ma la sorpresa più grande coglierà Maspero al momento dell'apertura della cassa.
Ciò che si presenta ai suoi occhi è un corpo avvolto in una pelle di pecora, un rituale assolutamente inconsueto per l'epoca dei faraoni.
Svelando il corpo, la prima cosa che attrae l'attenzione è la smorfia di dolore che caratterizza il volto di quello che si direbbe essere stato un giovane uomo.
La cura con cui fu sepolto e, soprattutto, il lignaggio di chi lo accompagnava, lasciano, se possibile, ancora più interdetti.
La domanda che si fa strada repentinamente è soltanto una:
chi è l'uomo urlante, privato del suo nome, che è giunto fino a noi con l'appellativo di "Man E"?
Si procede eseguendo l'autopsia del corpo, nella speranza di poter trovare qualche risposta. Secondo uno dei componenti dell'equipe medico/fisica, Daniel Fouquet, la contrazione della parete addominale, abbinata alla smorfia di dolore, sarebbero identificativi di avvelenamento e, quindi, di una terribile agonia, visibile ancora, dopo millenni.
Ma perchè gli fu designata una fine così tremenda?
Da allora ogni studioso che se ne occupo' abbracciò quella teoria, e si volse a cercare documenti storici che potessero identificare la mummia e dare una spiegazione a quella fine.
Fu così che alcuni giunsero a conclusione che potesse trattarsi di uno dei figli di Ramesse III, il traditore che, con la complicità della madre, tentò di espugnare il trono al sovrano, suo padre.
Per altri, invece, Man E era un governatore egiziano, morto al di fuori dei confini Egizi, al quale il popolo che governava cercò di dare una sepoltura adeguata, pur non conoscendone i principi fondamentali, e influenzandola inevitabilmente con i propri rituali. Il riferimento agli hittiti, che usavano avvolgere i corpi dei defunti in velli di pecora, prende strada.
Altri ancora ritennero che l'anomala inumazione volesse indicare un personaggio straniero, morto in Egitto e sepolto in parte con le usanze del posto, in parte con le caratteristiche tipiche dettate dalle sue origini, Hittite naturalmente. Il riferimento in questo caso, si sposta verso il principe Zannanza, che giunse in Egitto dietro richiesta di una non ancora identificata Regina vedova (Nefertiti? Meritaton? Ankhesenamon?) di un sovrano egizio che non lasciò eredi (Akhenaton? Tutankhamon?).
Tutte spiegazioni accettabili, in base agli elementi in nostro possesso. Almeno fino ad ora.
Torniamo ai giorni nostri, al momento in cui Hawass pone attenzione alla mummia, affermando che mai prima di allora si è trovato al cospetto di resti traducibili in tanta sofferenza. E' chiaro che qualcosa di anomalo avvenne, sebbene si è ancora lontani dal trovare una risposta.
Per questo, oggi, a circ 130 anni di distanza dalla scoperta di questo corpo, un team di scienziati, supportato dalle sofisticate apparecchiature messe a loro disposizione dall'odierna tecnologia, è tornato ad occuparsi di Man E, con l'intenzione di svelarne l'enigma.
Il CtScan, L'Xraysand per la ricostruzione facciale e altre apparecchiature sono state impiegate per esaminare Unknown Man, alla ricerca della sua identità e delle ragioni della sua fine.
A prevalere, oggi, è l'ipotesi che possa realmente trattarsi di Pentawere, proprio il principe figlio di Ramesse III e Tiy, che elaborò con la madre una congiura per uccidere suo padre e ascendere al trono al suo posto.
Questo è quanto meno ciò che afferma la dr.ssa Susan Redford, dell'Università di Pennsylvania, sostenendo che le risposte si celano nel famoso papiro che narra la vicenda, riportando la condanna a morte che attese il traditore. Secondo il suo parere, Pentawere si tolse la vita, come suggeritogli dal suo rango, per mezzo di un potente veleno.
Ma veniamo ora a un'altra anomalia che si ritenesse riguardare la mummia. Gli esami condotti al momento della scoperta rivelarono che il corpo del defunto presentava ancora gli organi interni intatti, al loro posto. Inusuale per la tradizione egizia di quell'epoca, che, come sappiamo, intimava di rimuoverli e imbalsamarli individualmente, per poi riporli nei canopi.
Fu questa una delle ragioni per cui si ricorse all'ipotesi che si trattasse del Principe Hittita. Giunto in territorio egiziano, egli avrebbe incontrato la morte per mano di coloro che non intendevano permettergli di salire sul trono.
Ma il CTScan avrebbe dimostrato il contrario. Il corpo di Man E fu regolarmente eviscerato, come dettato dalla fondamentale prassi egiziana.
Inoltre, ulteriori analisi condotte sulle sue ossa e sulla dentatura contraddirebbero quanto a suo tempo affermato da Fouquet, dimostrando che non ci si trova al cospetto di un giovane ventenne, ma, piuttosto di un adulto di 40 anni. Elemento che riconduce di nuovo verso l'ipotesi che si tratti di Pentawere.
La ricostruzione facciale, poi, mostra il volto di un uomo dai connotati forti, con naso prominente e mascella sporgente, caratteristiche che non si trovano nella fisionomia hittita.
A confermare ciò il riscontro di un cranio allungato verso l'esterno e la fronte bassa, tipicamente egiziani.
Restano tuttavia alcuni interrogativi, come il vello di pecora e l'assenza di iscrizioni.
Sembrerebbe che i secoli trascorsi intendano farsi garanti del segreto di Unknown Man. Ma Hawass, che ritiene di essere vicino a una risposta definitiva, non è d'accordo.
Il segretario dello SCA avrebbe infatti affermato:
"Ho come l'impressione che quest'uomo sia stato seduto, al Cairo Museum, in attesa che qualcuno lo identificasse. Ora voglio credere seriamente che questo sconosciuto, non resterà tale ancora a lungo."
Tutto quanto qui riportato sarà il soggetto di un documentario televisivo che sarà trasmesso dalla Five's TV inglese, quanto prima.
[fonte: www.dailymail.co.uk]