antonio crasto, 18/10/2007 9.45:
L’argomento mi è particolarmente caro.
Io ho una visione originale della così detta rivoluzione religiosa di Akhenaton, la quale, comunque la si vuol considerare, non ha nulla a che fare con le idee religiose di Cheope.
Khufu è uno dei faraoni di cui si conosce poco, ma le sue idee possono essere colte nella sua magnifica piramide.
Prima di analizzare le possibili le idee religiose di Cheope, ritengo utile fare alcune considerazioni sulle idee di Hawass.
1. dove si coglie l’inizio di una riforma religiosa al 5° anno di regno?
2. dove si evince la divinizzazione di Snefru e Cheope in vita?
3. quali sono i fondamenti dell’istituzione da parte di Snefru di un culto centrato sul Sole?
4. perché la realizzazione di una camera all’interno del corpo della piramide dovrebbe costituire una giustificazione di un nuovo culto di Ra?
5. perché le camere ipogee avrebbero negato questo culto?
6. perché Cheope avrebbe realizzato due camere nel corpo della piramide?
7. aveva forse cambiato la visione solare e desiderava avvicinarsi sempre di più a Ra?
8. perché il nome della piramide dovrebbe giustificare il culto del Sole?
Anche io concordo che le cosiddette "rivoluzioni" nulla abbiano a che vedere l'una con l'altra, riferendomi ai loro contenuti.
Ciò che non mi sento di escludere è invece la possibilità, in parte già concreta, che ogni sovrano portasse con sè, al momento dell'investitura, un proprio culto.
Non so se riuscirò ad esser chiara, nel tentativo di spiegare il mio pensiero. Cercherò di farlo comunque.
In sostanza: sappiamo che la religione egizia è un "agglomerato" di culti originariamente tribali. Possiamo supporre che ogni città presente sul territorio ha sì abbracciato una religione "comune", pur mantenendo però strascichi di quella che la caratterizzavano prima dell'unificazione. Così ci si spiega, ad esempio, il culto di Bastet a Bubastis, quello di Amon a Tebe, quello di Ra ad Eliopoli, quello di Sobek a Komombo e così a seguire.
Non risulta difficile considerare quindi che un sovrano, dopo l'investitura, fosse portato ad elevare il culto della sua città di origine (o comunque quello a lui prediletto) al di sopra di quelli supportati dai suoi predecessori.
Con la XVIII dinastia, abbiamo assistito a un numeroso susseguirsi di sovrani che veneravano Amon. Trattandosi di sovrani Tebani, non è poi così incomprensibile del resto.
Tuttavia ad un certo punto, arriva Amenhotep IV/Akhenaton, che stravolge completamente (in un lasso di tempo più o meno breve) tutto quanto prima di lui abbracciato e rivolge la sua attenzione all'Aton.
Ciò, naturalmente, dagli studiosi di ogni tempo viene interpretato come un'azione esclusiva, eccezionale, al punto da definirla "eresia".
Il succo del mio discorso è questo: basandomi anche su quanto sto leggendo nel volume di Hawass, credo si possano trovare i presupposti per affermare che il comportamento adottato da Akhenaton non fosse poi così anomalo per quei tempi. Estrapolandolo da un contesto più globale, certo si tratta di un cambiamento radicale, di una vera rivoluzione, quindi gli è stato attribuito un certo rilievo.
Ma se invece tale rilievo fosse giustificabile con una maggiore disponibilità di informazioni su quel periodo, piuttosto che su altri eventi similari precedenti? Se esistettero anche altri cambiamenti radicali, di pari portata, andati perduti, sepolti sotto le sabbie del tempo?
Tornando ora ai tuoi interrogativi, cercherò di fornirti i giustificativi presentati da Hawass:
1./2./3. Hawass dedica un intero capitolo alla questione della rivoluzione di Cheope, nel quale afferma che intorno al quinto anno di Regno, il Re stravolse i progetti della costruzione della sua Piramide, facendo abbandonare i lavori alla camera sepolcrale ipogea e dando inizio alla costruzione di un passaggio ascendente, identificato con quello che conduce all'erroneamente definita "camera della Regina" e portato poi oltre, a sfociare nella Grande Galleria che, a sua volta conduce alla Camera del Sarcofago. Hawass propone una sorta di "crisi mistica" del Re che, resosi conto che si stava allontanando dalla Ma'at, tornò sui suoi passi, abbracciando quella che è l'ipotizzata iniziativa contro i sacerdoti di Eliopoli del padre Snefru. Sostiene inoltre che tutto questo potrebbe semplicemente celare l'intento di Khufu ad accentrare il potere e la ricchezza su Giza, sottraendole all'antica On. Più che di culto solare, sarebbe corretto parlare di autodivinizzazione. Cheope si dichiarava Ra. Secondo Hawass, conferma di ciò si trova nel fatto che a partire dall'erede di Khufu, compare nella titolatura reale il nome di "Figlio di Ra", a suo avviso adottato da Djedefra non con riferimento al Dio, bensì al padre, e successivamente adottato per convenzione.
Complice di tale deduzione sarebbe anche la struttura del suo complesso funerario, per quanto l'autore stesso la definisca difficile da ricostruire a causa dell'opera di distruzione subita (non manca naturalmente di proporre l'ipotesi di Damnatio Memoriae a riguardo). Nello specifico, assimila la struttura partuicolare delle piramidi di Snefru e Khufu, affermando che questa può essere giustificata solo se ritenuta connessa al loro culto come Ra.
Naturalmente se ne guarda bene dal dire che ci sono prove inconfutabili a riguardo di quanto affermato, ma questo non gli vieta di affermare d'altronde che l'assenza di rilievi che mostrino Cheope in procinto di officiare gli Dèi, non possa essere giustificata col fatto che il sovrano ritenesse egli stesso un dio, pertando mostrarsi nell'atto di fare offerte agli Dèi sarebbe stato sconveniente.
4. rinunciare alla costruzione della camera ipogea, per costruirne una al di sopra dell'orizzonte, come mai fatto prima da nessun sovrano, secondo Hawass potrebbe lasciar intendere che Khufu volesse ergersi al di sopra dell'orizzonte per identificarsi con Ra. Così facendo egli avrebbe potuto sorgere e tramontare all'interno del sacro simbolo del benben, proprio come Ra all'interno del cosmo
5. facendosi sepèpellire nella camera ipogea, Cheope avrebbe negato la sua divinizzazione, poichè il suo corpo non si sarebbe trovato al di sopra dell'orizzonte, luogo riservato agli Dèi
6. a questo ho risposto al punto 1./2./3.
7. Egli voleva essere Ra. Non più Horus in vita e Ra da defunto, ma Ra in vita e dopo la morte (in proposito presenta il suo punto di vista a proposito delle 5 barche rinvenuto nel sito della Grande Piramide, che per ora vi risparmio, ma che riporterò qualora interessati.
8. il nome della Piramide non giustifica il culto del Sole, ma confermerebbe il culto del Re come dio