00 27/07/2007 23:42
Il mio commento:
E’ un libro divertentissimo!
Ve lo segnalo, anche se non dedicato particolarmente all’egittologia, perché è proprio interessante, in particolare per quelle persone che come me, non avranno mai la possibilità di vedere da vicino uno scavo archeologico e di scontrarsi con la realtà quotidiana del vivere per mesi e mesi al lavoro fuori casa, fuori porta, fuori paese, fuori Europa…
La Christie racconta l’avventura archeologica vissuta per accompagnare il marito in alcune campagne di scavo in Siria; certo si tratta del lavoro dell’archeologo nella prima metà del secolo scorso, dunque i metodi sono mutati e (spero) sono diventati più rigorosi, ma l’emozione del ritrovamento è sempre uguale; così, attraverso le parole dell’autrice, traspare la passione dell’archeologo Max Mallowan, il quale, pur non essendo uno dei più ammirati e conosciuti, ci colpisce certamente per dedizione e serietà.

Dalla preparazione dei bagagli comincia il viaggio, quindi, via treno, col mitico Orient-Expess, i coniugi raggiungono Beirut; composta la comitiva, con un paio di automezzi si inoltrano nella zona oggetto di studio, lungo il confine fra Siria e Turchia, all’interno, per compiere una prima ricognizione e dei sondaggi.

Il Vicino Oriente è punteggiato di tell, cioè collinette, che nascondono al loro interno antiche città o piccoli insediamenti; la maggior parte di essi si rivela di epoca romana, ma il nostro archeologo non è interessato a ritrovamenti così recenti, egli sta cercando testimonianze molto più antiche, proprio di quel periodo in cui si sviluppò l’Impero Ittita e la sua potenza arrivò a minacciare l’Egitto.

Scelto il luogo ove si procederà allo scavo vero e proprio cominciano i problemi logistici: preparare una casa accogliente in cui soggiornare per i periodi delle varie campagne che si ripeteranno; reclutare i lavoratori locali, i collaboratori fissi per le faccende domestiche e quelli temporanei per le operazioni di scavo; la formazione delle squadre, la cura dei rapporti con i signorotti locali e con le autorità diplomatiche europee sul posto; le emergenze sanitarie e tutti gli imprevisti che possono capitare nelle zone semidesertiche.