Nel periodo 1911- 1912, la Deutsche Orient Gesellschaft scavò nel sito detto Tell el Amarna, ritrovando fra l’altro, quello che fu il laboratorio dello scultore Thutmose.
Il giorno 6 dicembre venne alla luce una delle opere più famose dell’arte egizia: il busto di Nefertiti che attualmente è di proprietà del Museo di Berlino.
Subito gli addetti, colpiti dalla bellezza del soggetto ritratto, ebbero la certezza di trovarsi davanti ad un manufatto molto prezioso e infatti scomodarono Ludwig Borchardt, allora direttore della Deutsche Orient Gesellschaft, il quale scrisse poi in proposito: “Mettemmo le mani sulla più splendida opera d’arte dell’antico Egitto”; forse aveva realizzato subito che non avrebbe potuto staccarsi da quell’oggetto.
Naturalmente tutto ciò che veniva ritrovato durante gli scavi non poteva essere portato via, tranne le copie oppure oggetti di poco conto ma comunque dopo il nulla-osta del Service des Antiquités egiziano.
Sembra che il direttore del Service, Pierre Lacau, informato che non erano stati fatti ritrovamenti importanti, non visitò di persona i reperti rinvenuti ad Amarna, ma mandò un assistente, al quale fu mostrato tutto tranne alcune cose, e fra queste il famoso busto. Egli scelse gli oggetti che dovevano restare in Egitto e poi firmò l’autorizzazione per spedire in Germania 5 casse con i ritrovamenti di poco conto.
Dentro a quelle casse furono aggiunti all’ultimo momento e con gran discrezione quegli oggetti che furono sottratti durante la visita per la spartizione dei ritrovamenti.
Così il busto arrivò in possesso del mecenate James Simon, finanziatore degli scavi, il quale lo tenne per sé e il mondo non ne seppe nulla finché egli stesso non annunciò che lo avrebbe lasciato in eredità agli Staatlichen Museen Preussischer Kulturbesitz.
Scoppiò uno scandalo e fu istituita un’inchiesta da Pierre Lacau, il quale riuscì, dopo qualche tempo a ricostruire come si fosse svolta la vicenda.
Certo Borchardt negò sempre l’inganno, egli asserì di aver ottenuto quei pezzi legalmente durante la spartizione dallo stesso Lacau, e molti altri gli tennero mano (negare, negare sempre, anche l'evidenza!).
Negli anni Venti l’Egitto condusse delle trattative per la restituzione del manufatto, offrendo anche in cambio altre opere d’arte, ma senza successo.
Questa vicenda ebbe notevoli ripercussioni, infatti i tedeschi per qualche tempo non riuscirono più ad ottenere permessi di scavo in Egitto.
Secondo voi il busto di Nefertiti va restituito all’Egitto?