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Di Kiya: Omaggio allo "Zola del Nilo", Naguib Mahfouz

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    -Kiya-
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    00 06/09/2006 00:24



    Nato nel 1911 al Cairo, nel quartiere al-Gamaliya, dove ha vissuto fino alla sua morte, avvenuta mercoledì 30 agosto; aveva 94 anni.

    Laureato in Filosofia, giornalista e sceneggiatore, lo si considera tra i più importanti scrittori arabi di tutti i tempi. Fin dal 1939 lavorò come dipendente al Ministero degli Affari Religiosi e, successivamente, ricoprì l'incarico di direttore del Dipartimento del Cinema presso il Ministero della Cultura.
    Iniziò a scrivere a 17 anni, ma soltanto nel 1957 ricevette il Premio di Stato per la Lettaratura e soltanto nel 1988 gli fu riconosciuto il Nobel per la Letteratura, per merito del quale ebbe accesso al mercato letterario mondiale, ironicamente grazie a un'opera risalente a trent'anni prima.
    Prima di allora quasi nessuno conosceva Naguib Mahfouz al di fuori dell'Egitto.

    Nella sua lunga vita ha pubblicato più di 50 tra racconti, romanzi, sceneggiature, articoli, molti dei quali furono tradotti in 25 lingue.
    Numerosi furono i suoi scritti banditi in vari paesi del Medio Oriente a causa del sostegno dell'autore alla politica di Sadat e gli accordi di Camp David per la Pace tra Egitto e Israele siglati nel 1979, nonostante abbia dichiarato apertamente la sua solidarietà per la questione Palestinese.
    Questa sua presa di posizione lo trasformò in un bersaglio per i fondamentalisti islamici, che nel 1994, ritenendo il suo romanzo "Il rione dei ragazzi"





    blasfemo, poichè vi traccia un ritratto allegorico di Dio, attentarono alla sua vita con due coltellate al collo. Mahfouz sopravvisse miracolosamente, ma perse definitivamente l'uso del braccio destro, paralizzato. Disagio che da allora gli impedì di scrivere autonomamente,costringendolo a dettare i suoi lavori.
    Nonostante il rischio corso, Mahfouz non scelse la clandestinità e rifiutò anche la protezione sotto scorta, sostenendo che avrebbe influito negativamente sullo scorrere della sua quotidianità. Continuò la vita di sempre, non diradò le uscite in pubblico, quelle che la salute, ormai cagionevole, gli concedeva e continuò ad incontrare gli amici nei suoi Caffè preferiti.

    Il suo sentimento nazionale fu sempre l'asse portante in qualunque sua opera, compresi i romanzi ambientati nell'antico Egitto, come ad esempio "La battaglia di Tebe",





    nel quale la cacciata degli Hyksos dall'Egitto diviene un pretesto per parlare della contemporaneità.

    Un altro tema a lui caro erano le donne, la loro condizione, ma soprattutto la difesa dei loro diritti. Spesso, però, il suo messaggio venne frainteso da alcuni gruppi femministi americani che non compresero l'intenzione dello scrittore di raccontare la realtà senza appoggiarla, anzi condannandola.
    A evidenziare questa sua presa di posizione la stima che lo legava a Rose El Youssef, attrice e scrittrice, da lui considerata simbolo dell'emancipazione femminile.
    Nella sua "Trilogia del Cairo" (copertina) infatti criticò apertamente la società patriarcale.
    Questo suo atteggiamento "femminista" trova giustificazione nella grande ammirazione nutrita nei confronti della madre, sentimento che lo indusse ad abbandonare il cognome paterno firmandosi solo con il doppio nome, Naguib Mahfouz, scelto dalla madre in onore del medico che lo aveva fatto venire al mondo.

    Alla consegna del Premio Nobel, nel 1988, non si presentò personalmente, ma inviò un collega a cui fornì un discorso. C'è chi sostiene che temesse di essere bandito dalla sua amata terra, soprattutto a seguito delle sue idee palesemente anti-Nasseriste, in qualità di accanito sostenitore della democrazia, ragion per cui, durante la sua vità, non se ne allontanò mai, se non in due sole occasioni.


    Egli amava dire di sè:

    "Sono il figlio di due civiltà che,in un certo momento della storia, si sono unite in un matrimonio felice.
    La prima di esse, datata 7.000 anni, è la civiltà dei Faraoni;
    la seconda, datata 1.400 anni, è la civiltà islamica".



    Questo fu anche l'argomento di apertura del discorso che scrisse in occasione del ritiro del Nobel, nel quale procedette come di seguito:

    "Non parlerò delle conquiste della civiltà dei Faraoni, nè della nascita degli Imperi.
    Nemmeno parlerò della scoperta dell'esistenza di Dio e della sua introduzione nell'alba della civiltà umana.
    E' una lunga storia e non c'è nessuno di voi che non conosce il re-profeta Akhenaton.
    Non parlerò dei successi di questa civiltà nell'arte e nella letteratura e dei suoi noti miracoli:
    le Piramidi, la Sfinge e Karnak,
    dal momento che chi non ha avuto la fortuna di vedere questi monumenti
    ha letto di loro e ha riflettuto sulle loro forme.
    Permettete allora che vi introduca la civiltà dei Faraoni
    con quella che sembra la storia del tempo in cui
    le mie circostanze personali mi hanno destinato a diventare naratore.
    Ascoltate allora questo episodio storico:
    gli antichi papiri riferiscono
    che il faraone era venuto a conoscenza di una relazione colpevole
    tra alcune donne dell'harem e uomini della sua corte.
    Ci si aspettava che li facesse giustiziare,
    secondo lo spirito del suo tempo.
    Invece egli convocò alla sua presenza degli scelti uomini di legge
    ai quali chiese di investigare su quanto egli aveva scoperto. Egli disse loro che voleva la Verità
    per poter eseguire la condanna con Giustizia.
    Questo modo di comportarsi è, secondo me, più grande
    rispetto alla fondazione di un impero o alla costruzione delle Piramidi.
    La dice di più sulla superiorità di quella civiltà
    rispetto ad ogni ricchezza o splendore.
    Ora quella civiltà se n'è andata.
    E' solo una storia del passato.
    Un giorno sparirà anche la Grande Piramide.
    Ma Verità e Giustizia rimarranno
    finchè l'Umanità avrà una mente speculativa
    e una coscienza viva."



    Concludeva sostenendo che quel premio non era solamente suo, ma di tutto il mondo arabo.

    Divenuto poeta perchè fu un impiegato, ome egli stesso affermava di sè, copre con la sua produzione secoli di storia egiziana: dai Faraoni agli ultimi decenni del novecento.
    Cheope, Akhenaton, la borghesia cairota, ladri appena usciti di prigione, commercianti, le loro mogli e le loro amanti, con le loro emozioni, sono i protagonisti da lui raccontati in una lingua nuova che riesce ad accomunare popolo e intellettuali.

    Proprio quest'anno, prima di spegnersi definitivamente, Mahfouz ha potuto vedere ripubblicato, dopo il bando, il suo "Il rione dei ragazzi".

    Ora "la voce del mondo arabo" si è spenta per sempre, ma non v'è dubbio che la sua opera sarà immortale e vincerà il tempo, proprio come le Piramidi di Gizah, presso quello stesso Cairo per il quale Mahfouz nutriva un amore sconsiderato.



    L'opera storica:




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    -francis-
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    - Waenra,
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    00 06/09/2006 11:23
    Molto bella la tua idea di postare i libri di Mahfuz. Li ho letti tutti, e poco alla volta inserirò i miei commenti, già inseriti nel sito IBS.

    Ma solo leggendo la triade del Cairo si può apprezzare nella sua interezza la capacità narrativa e la profonda conoscenza dell'animo umano di questo eccezionale scrittore.
    Non è una lettura semplice, ma una volta entrati nell'ingranaggio dei personaggi e della trama, non riesci più a staccartene. Per il momento ho letto solo il primo romanzo.
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    Maat Ka Ra
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    Scriba Reale
    00 11/09/2006 17:49
    Mi piacerebbe, penso...non ho lo conosco per niente, datemi un consiglio su quale leggere per primo...grazie!
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    -Kiya-
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    00 11/09/2006 23:54
    Re:

    Scritto da: Maat Ka Ra 11/09/2006 17.49
    Mi piacerebbe, penso...non ho lo conosco per niente, datemi un consiglio su quale leggere per primo...grazie!



    Cara Maat, innanzitutto BENTORNATA (non te l'avevo ancora scritto!), è davvero un gran piacere riaverti tra noi [SM=x822709]

    e, in merito alla tua richiesta:

    io ho iniziato da "Akhenaton" (strano, vero? :D), per poi procedere con "Rhadopis" e quindi i "Racconti....".
    Spassionamente potrei consigliarti di cominciare con "La battaglia di Tebe" e poi seguire l'ordine in cui li ho presentati qua sopra, che è anche l'ordine di pubblicazione [SM=x822709]

  • Hatshepsut76
    Viandante
    00 21/10/2008 11:01
    Proprio domenica ho acquistato due suoi libri, in uno stand di libri davanti al Pontile; purtroppo non avevano nulla relativo al periodo storico, così mi sono accontentato di acquistare Vicolo del mortaio, e Canto di nozze.
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    -francis-
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    - Waenra,
    MerytWaenRa, Semenet -
    00 21/10/2008 12:15
    Sono romanzi che si svolgono nei vicoli della vecchia Cairo... uno spaccato eccezionale dei costumi dei primi anni Novanta...
  • Hatshepsut76
    Viandante
    00 21/10/2008 13:46
    grazie Franca! [SM=g999103]
  • Hatshepsut76
    Viandante
    00 05/09/2009 01:17
    Se volete passate qui. Ho inserito una recensione sulla raccolta dei romanzi sull'antico Egitto, che ho provveduto a recensire qui singolarmente.
    [Modificato da Hatshepsut76 05/09/2009 01:18]