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Anche questo, come pure il successivo che andrò a postare, è un componimento che rientra nella letteratura "pessimistica" del Primo Periodo Intermedio.

Si tratta di un componimento poetico, giunto fino a noi attraverso una trascrizione fatta nel Medio Regno, che racconta il dialogo tra un uomo stanco di vivere, o comunque deluso dagli eventi, forse in seguito a calunnia sul suo conto (l'allusione al fatto che il suo nome "puzza", fatta ripetutamente, porterebbe a credere che sia così) e il suo ba, inteso come "anima sensibile", che conoscendo la vita amara dell'Oltretomba, lo dissuade dai suoi intenti, invitandolo a vivere:

"Se mediti sulla sepoltura, è un'amarezza del cuore... Non uscirai a vedere il sole! Coloro che hanno costruito in granito e hanno edificato perfette piramidi con bel lavoro, anche se i costruttori sono divenuti dèi, le loro tavole d'offeerta sono vuote come quelle dei miserabili morti sulla riva... ai quali parlano i pesci della sponda".