Egittophilìa Forum dedicato all'antico Egitto e all'Egittologia. Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.

Thera

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    00 17/03/2006 19:17
    Mi intrometto nel vostro spazio-libri:

    Ho letto il libro di Graham Phillips “I Misteri delle Civiltà Perdute”; la tesi, anche se poco credibile mi è sembrata però interessante.
    Cosa ne pensate?

    Certo l’autore si trova alle prese con gli argomenti più discussi :sm6: della storia Egizia e cioè il periodo di Amarna, l’esodo e la tomba KV55.
    L’esposizione dei fatti è scorrevole, anche se poco accurata dal punto di vista filologico, così ad esempio le note al testo sono piuttosto generiche.
    Ciò che mi sembra poco giustificata è la conclusione alla quale giunge l’autore, e cioè che a causa dell’eruzione esplosiva dell’isola vulcanica di Thera nell’Egeo, sull’Egitto della tarda XVIII dinastia si susseguirono una serie di calamità, [SM=x822737] prontamente strumentalizzate dal leader degli Ebrei Mosè, il quale approfittando dello scompiglio conseguente, colse l’occasione per realizzare la dipartita del suo popolo.
    Gli Egizi, intimoriti da ciò, [SM=x822733] si convinsero della grande potenza del Dio di Mosè e abbracciarono una religione monoteista derivata in qualche modo da quella ebraica, primo fra tutti il faraone Akhenaton.

    Forse l’ho messa giù un po’ troppo semplice, ma il senso di tutto il libro sta proprio nel tentativo di dimostrare la contemporaneità di avvenimenti fra loro non già collegati, come l’eruzione del vulcano [SM=x822734] e la conversione di un popolo tradizionalista a una differente religione.

    Probabilmente l’esplosione di Thera è stata approfonditamente studiata dagli archeologi specialisti di civiltà egee e forse dai vulcanologi, ma è davvero possibile che un evento di quella portata non abbia avuto conseguenze sull’Egitto? E se le ha avute, che tracce ne abbiamo trovato?

    [SM=x822718]


    [SM=x822741]

    pizia [SM=x822725]
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    00 17/03/2006 19:50
    Quanto mi risulti "incredibile" questo post (non per i contenuti, ma proprio per il fatto che tu l'abbia postato in questo preciso momento), te l'ho già detto in privato [SM=x822708].

    Ho infatti appena terminato di leggere uno scritto in proposito, che se vogliamo tratta lo stesso argomento, ma con un altro punto di vista. Esso è circoscritto infatti alla sola tomba KV55, ma non amplia il discorso alla questione dell'esodo.

    Certo l'ipotesi dell'autore si fa interessante quando sostiene che le piaghe d'Egitto altro non potrebbero essere che le conseguenze di questa eruzione catastrofica. Il cielo che si oscuro per giorni (a causa dell'immissione da parte del vulcano, di gas e cenere), la pioggia di fuoco e la carestia(la caduta di lapilli e pomice incandescente che bruciò la vegetazione),la moria di pesci e l'acqua trasformata in sangue (a causa dello scioglimento delle particelle di ossido di ferro nelle acque del Nilo). La paura del popolo che vedendo scomparire il suo Dio (il Sole occultato per giorni) temette le ire degli altri dèi, prima fra tutti Sekhmet.

    E proprio Sekhmet mi ha fatto riflettere... ripensando alla mole di statue in suo onore che Amenofi III fece erigere ovunque. Attualmente pare siano più di 700 ed è ancora fresca la notizia dei giorni scorsi relativa ad ulteriori ritrovamenti.
    E' pur vero che Sekhmet era considerata protettrice della salute, oltre che guerriera. E secondo le fonti ufficiali, il Re fu particolarmente prolifico nei suoi confronti per ingraziarsela e ottenere guarigione dai malanni che lo affliggevano.

    In proposito, ho giusto scambiato quattro chiacchiere nei giorni scorsi con la nostra Maat Ka Ra. Ed entrambe siamo del parere che forse c'era dell'altro a spingere il faraone a una tale massiccia costruzione di statue dedicate alla dea...

    Il punto in cui la teoria di Phillips mi scade un po' (non ho letto il volume in questione, quindi mi rifaccio all'articolo che ho appena letto a riguardo; se non fosse corretto, Pizia ti prego di intervenire :) ) è quando sostiene che il popolo, temesse che Smenkhkhara altri non fosse che una sorta di incarnazione malvagia della dea leonessa e che quindi si organizzarono per entrare nella sua tomba, la KV55 - da per scontato l'autore - per rimuovere il nome del Re, e l'effige sul sarcofago, affinchè lo spirito malvagio restasse lì per sempre imprigionato. Secondo Phillips, anche la presenza ravvicinata del sepolcro di Tut (che avrebbero visto come spirito reincarnato di Amon-Ra) era voluta, affinchè potesse mantenere il controllo su Sekhmet...

    Ecco quest'ultimo discorso mi pare nutrito da fervida fantasia. Resta però inteso il fatto che probabilmente un'eruzione della portata di quella di Thèra (il cratere vulcanico è stato stimato con estensione superiore ai 50 km quadrati!) ha avuto ripercussioni in terra d'Egitto. Ma nemmeno io sono a conoscenza di prove rilevate in proposito e sono d'accordo sul sostenere che qualche traccia doveva pur esserci...
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    00 17/03/2006 20:15
    Re:

    Scritto da: pizia. 17/03/2006 19.17
    Mi intrometto nel vostro spazio-libri:

    pizia [SM=x822725]



    soltanto una precisazione.... c'è un errore di fondo in quello che hai scritto: questo spazio è nostro, quindi anche tuo ;)
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    00 17/03/2006 20:31
    Oh, grazie, entro volentieri... [SM=x822716]
    Penso che poi anche questo libro verrà recensito nella apposita rubrica di Egittophilia... o posso farlo io?
    Per me è stata una lettura molto importante circa sei anni fa, quello che mi ha introdotto ai misteri di Amarna... [SM=x822745] va be' in altra sede parleremo anche di questo! [SM=x822712]
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    00 17/03/2006 20:37
    Re:

    Scritto da: pizia. 17/03/2006 20.31
    Oh, grazie, entro volentieri... [SM=x822716]
    Penso che poi anche questo libro verrà recensito nella apposita rubrica di Egittophilia... o posso farlo io?
    Per me è stata una lettura molto importante circa sei anni fa, quello che mi ha introdotto ai misteri di Amarna... [SM=x822745] va be' in altra sede parleremo anche di questo! [SM=x822712]



    certo che puoi! mi fa immenso piacere :)

    i mod non hanno esclusiva nelle loro cartelle. Tutto è accessibile a tutti e chiunque può inserire argomenti attinenti alla sezione.

    e aspetto con ansia i riferimenti ad Amarna... lo sai che mi sta particolarmente a cuore questo soggetto! ;)
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    00 17/03/2006 21:24
    una cortesia, pizia:

    mi indicheresti a quando Phillips data l'eruzione del vulcano di Thèra?
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    00 18/03/2006 21:24
    Approfondimento: una ipotesi
    Che Santorini fosse tutto ciò che rimaneva di un'isola molto più vasta distrutta da una catastrofica esplosione vulcanica, era cosa nota da tempo: si sapeva che dall'antica Thera erano stati eruttati ben 18 chilometri cubi di magma e che, come è successo in tempi recenti a Krakatoa, la sua esplosione non lasciò che uno spezzone di roccia annerita. Negli anni Settanta, però, il metodo del radiocarbonio ha permesso di datare, con un margine d'errore molto ridotto, un tronco rinvenuto sepolto nella cenere vulcanica: l'eruzione doveva essere avvenuta nell'anno 1456 a.C.

    Questa data collimava con quella espressa in un'ipotesi elaborata qualche anno prima da Angelos Galanopulos: analizzando alcuni episodi riportati dalla Bibbia (i "tre giorni di buio", per esempio, i terremoti, o la divisione delle acque del Mar Rosso), il geologo greco era giunto alla conclusione che in quell'anno un'esplosione vulcanica doveva aver interessato tutto il Mediteranno orientale. Secondo Galanopulos, infatti, nelle numerose trascrizioni del testo di Platone si era verificato un errore che aveva moltiplicato per dieci le cifre originariamente riportate: l'area di Atlantide, quindi, finiva per identificarsi con quella di Thera e, leggendo 900 anni al posto di 9000 anni, anche il periodo della scomparsa di Atlantide finiva per coincidere con l'epoca dell'eruzione che aveva distrutto l'isola.

    A dare ulteriore autorevolezza a questa ipotesi, venne il ritrovamento, a Santorini, di un misterioso affresco che giaceva sotto strati di cenere vulcanica: esso raffigura un'isola, verde di piante e di colture, ricca di animali, popolata da una civiltà ricca, con sfarzose città e un intenso traffico di navi, attraversata da corsi d'acqua concentrici.
    E' una figura che ricorda molto la descrizione che Platone fa di Atlantide: ordinata in cerchi concentrici nei quali si alternavano i canali del porto e le strade che costeggiano sontuosi palazzi, ricca di commerci, e fiorente per la natura amica.

    Dopo accurati studi, nel 1973 la geologa Dorothy Vitaliano sottolineò come la topografia di Atlantide descritta da Platone si adattasse perfettamente a quella che doveva essere la conformazione di Thera: una caldera creatasi a seguito di un'eruzione vulcanica di molti secoli prima.

    Finalmente i tasselli del mosaico di Atlantide cominciavano a delineare un'ipotesi convincente: la distruzione di Thera, principale base navale dell'impero minoico, e il conseguente maremoto che si era abbattuto su Creta e sulle coste del Mediterraneo centro-orientale, aveva determinato dapprima il declino poi la scomparsa della civiltà minoica e della sua supremazia sul Mediterraneo, e la conseguente ascesa di Micene. Quest'evento vulcanico sconvolgente, avrebbe dato origine, insieme al mito di Giasone e del Minotauro, alla leggenda narrata da Platone, e a quelle citate nella Bibbia.

    Va da se che i fautori del continente perduto nell'Atlantico contestano vivacemente l'identificazione di Atlantide con Thera. Le loro argomentazioni sono molte e, in qualche caso, convincenti. La principale è che la localizzazione nel Mediterraneo del continente perduto - ipotesi che degraderebbe Atlantide al rango di una banale isoletta - giustificata secondo il mondo accademico dal fatto che Platone poneva quella terra sotto la protezione di Poseidone ed Eracle (divinità associate all'Egeo), non risulterebbe credibile, come inverosimile sarebbe la pretesa di ridurre a un decimo le cifre riportate da Platone per far coincidere la data dell'eruzione con quella dell'Esodo dall'Egitto, un avvenimento che, tra l'altro, secondo recenti ricerche, avrebbe avuto luogo non già nel 1470 a.C. bensì 150 anni prima.

    La stessa dinamica dell'eruzione di Thera, così come viene documentata dagli scavi archeologici, escluderebbe quella repentinità della catastrofe tramandataci da Platone: nelle case riportate alla luce a Santorini, ad esempio, non si sono trovati resti umani, nessun gioiello nè altri oggetti di valore, come se gli abitanti avessero avuto tutto il tempo di raccogliere i loro beni prima di fuggire.

    Utensili e scorte di viveri sono stati invece rinvenuti negli scantinati di alcune case, forse messi lì per proteggerli dalle scosse: una circostanza che indicherebbe una certa dimestichezza degli abitanti di Thera coi terremoti.

    Molto probabilmente l'eruzione fu preceduta da un progressivo e lento bradisismo e da terremoti protrattisi per settimane, forse per mesi, che spinsero la popolazione ad abbandonare progressivamente l'isola. Dopo questa prima fase, la crisi vulcanica deve essersi acquietata: questo deve aver attirato nuovamente sull'isola la popolazione che riparò i danni e riprese la vita di sempre.

    Le testimonianze di questo ritorno sono ancora visibili negli scavi di Akrotiri, nella parte meridionale di Santorini: una via riaperta, macerie raccolte in ordinati cumuli, la cornice di una finestra ingrandita per farne una porta, un focolare improvvisato in una casa, la vasca per le abluzioni trascinata sin sul tetto, forse per raccogliere l'acqua piovana... L'opera di ricostruzione, però, dovette interrompersi a seguito della ripresa dell'attività vulcanica: verosimilmente, la popolazione abbandonò per sempre Thera, e probabilmente raggiunse Creta.

    Fu a questo punto che iniziò la fase parossistica dell'eruzione, con un'impressionante sequenza di fenomeni che, ancora oggi, è possibile leggere negli strati di lava accumulati nella cava a sud della cittadina di Fira, al centro dell'isola. Dapprima l'eruzione produsse una pioggia di pomici, poi piovvero massi più rossi e infine la caratteristica pomice rosa che ha reso celebre Thera.

    Quindi il vulcano esplose: un getto di materiali compressi e di gas surriscaldati raggiunse la stratosfera, lanciato verso l'alto a una velocità superiore ai 2.000 chilometri orari: i boati furono certamente uditi in un'area che va dall'Africa centrale alla Scandinavia, dal Golfo Persico a Gibilterra. In un raggio di centinaia di chilometri, le ceneri in sospensione trasformarono il giorno nella notte più cupa, e probabilmente alterarono albe, tramonti e condizioni meteorologiche in ogni parte del mondo.

    La violenta espulsione di un'immensa quantità di magma aveva svuotato il gigantesco bacino magmatico sottostante l'isola, provocando il crollo dell'edificio vulcanico; miliardi di metri cubi d'acqua marina si precipitarono nell'abisso incandescente: la repentina vaporizzazione dell'acqua deve aver scatenato una serie di esplosioni titaniche che hanno scardinato ciò che restava dell'isola, sollevando immense ondate, montagne d'acqua alte - probabilmente - più di 60 metri, che attraversando tutto il Mediterraneo andarono a schiantarsi sulle coste di Creta, o sulle spiagge dell'Egitto, ancora più distanti.
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    pizia.
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    00 19/03/2006 11:46
    datazioni
    Oh cara, quanto hai già lavorato!!
    [SM=x822713]
    Certo che la storia del periodo amarniano interessa un po' tutti noi, (scagli la prima pietra chi non si è mai [SM=x822745] innamorata di Tut!!!) anche se, a causa delle complicazioni filologiche non è attualmente la mia preferita... :sm6:

    Allora, vediamo:
    Pilliphs si rende conto subito che la sua ipotesi dovrebbe spostare la storia di più di un secolo.
    Nel libro inserisce un'"Appendice", in cui illustra i risultati di una nuova analisi al radiocarbonio effettuata nel 1990 in due laboratori diversi.
    Risultati (datazioni medie):
    3360 anni prima dell'analisi cioè 1370 a.C.
    3349 anni prima dell'analisi cioè 1359 a.C.

    Così giustifica l'errore precedente con l'uso di campioni non affidabili perchè deteriorati dalla polverizzazione di materiali lignei più antichi presenti sul posto(i tappi delle giare) o dall'anidride carbonica proveniente dall'eruzione stessa, infiltrata nei depositi attraverso spaccature sul suolo.

    L'autore propende per datare l'eruzione a due anni prima del regno di Akhenaton.

    La datazione fatta negli anni '70, quella che posizionerebbe l'evento al 1456 a.C., è quella comunemente accettata dagli archeologi specialisti di civiltà egee?

    ciao [SM=x822725]
    pizia
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    -Kiya-
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    00 03/05/2006 02:13
    Aggiornamento sulla base di nuove scoperte
    Un ulivo, un’eruzione vulcanica e una serie di indagini al radiocarbonio: così la tarda età del bronzo nell’Egeo, viene anticipata di almeno un centinaio di anni. La civiltà dei nuovi palazzi di Creta (compreso quello di Cnosso, famoso per la leggenda del Minotauro), non è contemporanea al Nuovo Regno, il momento di massimo splendore della civiltà egizia, ma è più antica.
    La datazione di questo periodo storico nel Mediterraneo è sempre stata oggetto di controversie fra gli archeologi: ora due nuove ricerche pubblicate sulla rivista scientifica Science sembrano confermare una cronologia più antica.


    LA POMPEI DELL’EGEO - Il merito è di una pianta di ulivo. Un ramo dell’albero, completo dei resti di foglie e di stecchi, è rimasto sepolto vivo sotto le ceneri dell’eruzione dell’isola di Thera. L’eruzione, che provocò la cosiddetta “Pompei dell’antico Egeo”, si verificò nella zona dove oggi si trova l’isola di Santorini e diffuse ceneri e pomice nell’intero Mediterraneo, fornendo ai ricercatori un secondo elemento di indagine scientifica: le ceneri appunto.
    Un team di geologi guidati da Walter Friedrich dell’Università di Aarhus in Danimarca ha fissato, con la datazione del radiocarbonio (o carbonio 14) la morte dell’anello più esterno dell’ulivo, e quindi l’eruzione di Thera, fra il 1627 e il 1600 avanti Cristo. Il fatto che si sia studiata una pianta di ulivo è una novità: di solito si cercano conifere e querce che sono più grosse e quindi più facili da analizzare.

    CENERI E POMICE - A conferma di questi dati, c’è un’altra ricerca, condotta dall’archeologo Sturt Manning della Cornell University di New York, che ha datato 127 campioni provenienti da Akrotiri, una città dell’isola di Thera e da altre aree dell’Egeo che esistevano nel periodo compreso fra il 1700 e il 1400 avanti Cristo, utilizzando una nuova curva di calibrazione del radiocarbonio, sofisticati modelli statistici e verificando i risultati in tre differenti laboratori. Risultato: le ceneri (e l’eruzione) risalirebbero al periodo compreso fra il 1660 e il 1613 avanti Cristo. All’incirca 100-150 anni prima rispetto alla datazione degli archeologi basata sull’analisi dello stile delle ceramiche e delle iscrizioni egizie.
    L’apice della civiltà minoica, dunque, non corrisponderebbe più, secondo quanto ritenuto finora dalla cronologia convenzionale, con il Nuovo Regno dell’Egitto, che raggiunge il suo massimo splendore con il faraone Ahmose. Sarebbe, invece, precedente e contemporaneo al primo periodo della dinastia degli Hyksos, i re pastori dell’Egitto.




    A questo punto però mi nasce un dubbio:
    ricordo d'aver letto da qualche parte di recente che la datazione al C14 non è precisissima, ma offre come risultato una data che può oscillare di +/- 400 anni. In un caso come questo, dove non si parla di un salto di anni eccessivo, poichè parliamo di una retrodatazione pari a 100/150 anni, la datazione al C14 mi sembra del tutto irrilevate... non credete?
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    EgiTToPhiLo/a
    Suddito
    00 25/06/2006 11:48
    Sono stato a Santorini, sono andato a vedermi gli scavi...e direi che ci sono parecchie cose che non mi quadrano, proprio per niente.
    Le case ritrovate, gli affreschi sono in condizioni "decenti", ma se fu un'esplosione così grande...come può essere rimasto in piedi qualcosa?
    Faccio notare che il vulcano è l'isola (o viceversa) dunque un'esplosione che mise in ginocchio la civiltà cretese (una delle teorie dice proprio questo), di un violenza inaudita tanto che ci furono delle onde che arrivarono in Egitto...e al suo interno invece non fu così violenta? Una specie di Pompei (dove non ci fu esplosione, ma solo lava e cenere)?
    Per quanto riguarda il discorso biblico di Mosè...beh i miei studi esoterici mi fanno propendere per altre spiegazioni, ma questa è un'altra storia.
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