00 07/01/2008 11:34
Giza, la piana dei misteri






Le piramidi della piana di Giza sono, da tempo, divenute il simbolo dell’antico Egitto. Secondo le antiche fonti, furono costruite per custodire e tramandare l’insieme delle conoscenze astronomiche, matematiche e geografiche in possesso del popolo egiziano.



Tra di esse la più nota è senza alcun dubbio quella fatta costruire dal Faraone Cheope, che sin dall’epoca alessandrina venne considerata la prima fra le Sette Meraviglie del mondo.



E’ il monumento più famoso e studiato al mondo, eppure intorno a tale costruzione i misteri e gli interrogativi continuano a superare le certezze.



Riportiamo le sorprendenti misure della Piramide di Cheope: è la più grande di tutte, ha una base di 230 metri per lato, raggiunge un’altezza di 146 metri (oggi 137); è costituita da 2.300.000 blocchi dal peso medio che varia dalle due alle quindici tonnellate.



La quantità di pietre nella Grande Piramide è tale che è stato calcolato che la sua temperatura interna è costantemente uguale alla temperatura media terrestre, ossia 68 gradi farhenheit.



In relazione alle misure dei lati il margine di errore è dello 0.1%; anche i quattro angoli sono incredibilmente vicini alla perfezione dei 90 gradi.



Le quattro facce della piramide sono allineate con i quattro punti cardinali, con uno spostamento di soli tre minuti per grado, pari allo 0,0015%, precisamente la metà di quanto ottenuto dagli architetti che hanno progettato e realizzato l’osservatorio astronomico di Parigi.



Ne I problemi delle Piramidi d’Egitto scriveva J. Laner: “Dal punto di vista astronomico è indubbia la grande cura nell'orientamento ... Dal punto di vista matematico lo studio delle piramidi, e specialmente della Grande Piramide, mostra proprietà geometriche notevoli oltre a rapporti numerici che meritano attenzione”.



Cheope volle costruire una sorta di “centro del mondo”, perché la costruzione è all’incrocio tra il meridiano e il parallelo che coprono la maggior parte di terra emersa, quindi al centro esatto della massa terrestre.

Si è inoltre scoperto che le pareti non sono perfettamente lisce ma impercettibilmente convesse. La curvatura che se ne ricava corrisponde al valore in gradi della curvatura terrestre.



Secondo alcuni, considerate queste coincidenze, la piramide di Cheope sarebbe una rappresentazione in scala 1 a 43.200 della Terra.



Dunque ci sono misure, e coincidenze che caratterizzano questa costruzione e che sono, in realtà, una prova del fatto che qui nulla è lasciato al caso, ma ha un significato ben preciso.



Il suo peso moltiplicato per un miliardo di miliardi è uguale al peso della Terra, e nel 1800 John Taylor scoprì che dividendo il perimetro per il doppio dell’altezza si ottiene 3,14 ossia il valore del pi greco.



Dunque tutti questi dati vogliono dimostrare come la Grande Piramide fu realizzata sulla base di conoscenze molto avanzate.



Gli egittologi attribuiscono tale piramide al faraone Cheope (2575 - 2467 a.C) sulla base di una serie di geroglifici rinvenuti all’interno, e sulla testimonianza di Erodoto, lo storico greco, che vide i monumenti nel V secolo a.C., ossia duemila anni dopo la loro costruzione.



Uno dei misteri che assilla gli studiosi riguarda la costruzione della piramide: come è stato possibile issare a certe altezze massi di svariate tonnellate?



A tal proposito due sono le teorie più accreditate: la prima secondo cui i blocchi di calcare, mediante un impasto, sarebbero stati realizzati in loco (ma allora come spiegare i blocchi in granito all’interno?), la seconda ha ipotizzato l’uso di un sistema basato sulle traversine.



In conclusione l’unico dato oggettivo è che gli antichi egizi, senza le nostre attuali tecnologie, sono riusciti a realizzare un’opera che suscita ancora oggi ammirazione e che pone domande alle quali non siamo in grado di fornire una risposta sicura.

(Fonte: Il Reporter - Vercelli)