Non era solo la piramide ad indicare il tempo, anzi la Sfinge era il monumento segnatempo per eccellenza. Essa rafforza la tesi della configurazione astronomica dei monumenti sul piano di Giza. La sua esatta età non si conosce e non è stato neppure usato il metodo della datazione al Carbonio, che potrebbe comunque datare i microrganismi contenuti nel materiale inorganico. Ma, nonostante tante resistenze non solo di natura scientifica, alcuni studiosi di geologia, di stratigrafia e di paleontologia sono riusciti a formulare alcune ipotesi attendibili. La Sfinge appare profondamente corrosa dall’acqua fino al collo, e non si tratta di corrosione dovuta ad una inondazione del Nilo, perché gli altri monumenti non ne hanno tracce. L’erosione è simile a quella della pioggia, come di un diluvio, ma tali piogge cessarono di cadere sull’Egitto milioni di anni prima (7000-5000 anni a.C.). Quando osserviamo una stella, la posizione in cui ci appare non è quella effettiva (angolo di aberrazione); in soli due periodi dell’anno abbiamo le stelle dove le vediamo: gli equinozi. La Sfinge si trova esattamente lungo l’asse orientale-occidentale della necropoli di Giza , con lo sguardo all’Est vero, all’equinozio di primavera, quindi fornisce un preciso punto geodetico. Alla latitudine di Giza, il Sole, nel solstizio d’estate sorge a 28° a Nord rispetto all’Est, quello d’inverno a 28° a Sud rispetto all’Est. Il Sole percorre il circolo massimo dell’eclittica e attraversa le dodici costellazioni: i dodici mesi dell’anno. La costellazione che sorge ad Oriente, immediatamente prima del Sole (posizione eliaca) indica il posto dove sosta e si dice che esso si fonde o è ospitato nella casa di ciascuna di queste costellazioni. Il percorso del Sole le attraversa come sono tracciate nel famoso Zodiaco di Dendera dell’alto Egitto nel corso dell’anno solare. Il sole sorge all’equinozio di primavera sullo sfondo stellare della costellazione del Leone solo nel 10500 a.C.: la Sfinge guarda ad Est vero il suo corrispettivo celeste, il Leone appunto, all’equinozio di primavera. Sempre e solo nel 10500 a.C. accadde che il disco del sole fu allineato con lo sguardo della Sfinge, e, alle sue spalle, a Sud, che le tre piramidi coincisero perfettamente con la posizione delle tre stelle della Cintura di Orione sul meridiano di Giza. In questo complesso monumentale, oltre alla Sfinge, vi sono il tempio della Valle, le strade rialzate, il tempio mortuario, il tempio della Sfinge e le tre piramidi. Questi monumenti erano collegati da enormi strade sopraelevate. Erodoto nel suo viaggio ne vide una: era ancora praticabile. Dalla piramide di Micerino partiva una strada che puntava verso l’Est vero. La strada rialzata di Cheope è rivolta a 14° Nord rispetto all’est vero (Sfinge), a metà tra l’equinozio di primavera ed il solstizio d’estate. La strada rialzata che parte dalla piramide centrale di Chefren punta a 14° a Sud rispetto all’Est vero, a metà tra l’equinozio di primavera ed il solstizio d’inverno. Il tutto forma dei “quarti d’intersezione”, usati per seguire il Sole nell’arco dell’anno e scandire così 4 fasi annuali: le stagioni. Collegati a tale complesso erano anche il Nilo e la città di Eliopoli ( On oppure Innu in lingua egiziana ) con l’obelisco su cui era conservata la pietra sacra, il Benben (forse un meteorite di ferro). E’ ad Eliopoli che aveva sede la più potente casta sacerdotale e il più famoso sacerdote era il leggendario Inhopet, inventore della medicina (il greco Ermes), che aveva il titolo di capo degli osservatori, cioè gli astronomi che osservavano il moto delle stelle. Edwards (eminente egittologo) ha identificato il sommo sacerdote con il personaggio, rappresentato tra i geroglifici, in abito cerimoniale disseminato di stelle. Essi seguivano la via di Horus (Sole) attraverso le epoche, erano quelli che custodivano le conoscenze, che istruivano il faraone e gli insegnavano come raggiungere il possesso della somma conoscenza attraverso immaginari viaggi stellari, custoditi in libri segreti e magici. Erodoto, storico del V sec. a.C., riferisce di aver visto anche alcuni di questi documenti sacerdotali e lo stesso fecero Solone (640-560 a.C.) e Pitagora (VI sec a.C.).