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I prodotti dell'orto, del frutteto, della vigna
Ogni orto egizio produceva porri, cipolle, aglio; la lattuga egiziana raggiungeva grandi dimensioni e, per forma e proprietà afrodisiache, era consacrata al dio Min, protettore della fertilità. Nei solchi, ben irrigati dal Nilo, crescevano cocomeri, cetrioli, meloni. Lupini, ceci, fave e lentichie erano alimenti quotidiani della loro dieta. Si coltivava la portulaca (le cui foglie tutt'oggi si sfruttano come ortaggi), il sedano e il prezzemolo, che chiamavano "sedano del deserto".
Del loto era consumata, cruda o arrostita, la dolciastra radice rotonda. Anche il rizoma del papiro, ricco di oli e di zuccheri, era buono da mangiare, crudo o cotto e così anche il frutto (radice?) della mandragola, simile alla pera. La buccia è ricca di tossine con effetto narcotico, anche allucinogeno, il che può forse spiegare la connotazione afrodisiaca e il simbolo erotico.
La dieta comprendeva anche molta frutta, da piante coltivate e spontanee come il sicomoro, il fico, la persea. Molto apprezzate le giuggiole (simili alle ciliege), i datteri, le noci della palma dum, le carrube che avevano anche potere medicamentoso. Successivamente, intorno alla XXVIII dinastia, furono importati dai paesi vicini meli e melograni e anche l'olivo.
La vite, la cui presenza in Egitto risaliva all'epoca predinastica offriva uve bianche e nere, utilizzate per la vinificazione. Dopo la vendemmia, il vino veniva invasato in anfore di terracotta spalmate di resina e sigillate con l'argilla. Il vino si produceva anche dai datteri, dai fichi, quest'ultimo molto alcolico, e dalla melograna.

[Modificato da -Kiya- 20/10/2005 2.00]