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tornando sull'obelisco "effimero" di Champollion a Roma del 1825:


...in cui si legge, tra l'altro, che:
"[...] il Pontefice provava un grandissimo piacere nell’osservare il corso dei lavori […] armato di un cannocchiale, egli distingueva persino il vestire degli operaj […]. Nello stesso tempo egli s’accorse, in modo da non dubitarne punto, che nella sera della festa egli non avrebbe potuto vedere l’obelisco illuminato perché […] un viale d’alloro impedivagli la visuale […]
...e infatti mandò un messo all'ambasciatore di Francia perché facesse potare il viale di alloro... figuriamoci cosa successe quanto, il 17 giugno, l'obelisco di Champollion fu portato via dal vento... l'ambasciatore si disperò e solo il Guerin, pittore e Direttore dell'Accademia di Francia a Roma, ebbe il coraggio di riscrivere i geroglifici.

...e inoltre in "Diario di Roma", sorta di quotidiano dell'epoca, n.ro 49 del 22/06/1825
“[…] Nel mezzo dei viali, in faccia al gran cancello che mette alla pubblica passeggiata, e rimpetto all’obelisco marmoreo, detto Aureliano, che tiene il centro della medesima, il signor Ambasciatore ne aveva fatto innalzare un altro con trasparenti analoghi geroglifici inscrittivi dal signor Champollion, letterato francese di alto grido per le belle discoperte che riguardano questo linguaggio finora disperato dell’Egizia religione […]”