00 08/05/2019 00:14
...è sempre l'annosa diatriba: anastilosi si/anastilosi no.
Sono due differenti concezioni di quel che debba intendersi per "restauro".

Viollet-le-Duc, che la gran parte del pubblico ha imparato a conoscere dopo l'incendio di Notre Dame, riteneva che il restauro doveva ricostruire, e addirittura costruire, magari anche cose che i costruttori originali neppure avevano pensato di costruire, purché con uno stile che ricordasse quello del passato e prova ne è, anzi è stata, proprio la guglia di Notre Dame, o le mura di Carcassonne o, ancor peggio, il Castello di Pierrefonds che, quasi completamente demolito, venne ricostruito totalmente inventando di sana pianta come avrebbe potuto essere.

In contrasto netto, ecco Ruskin, che riteneva, invece, il restauro la peggiore delle distruzioni cui si potesse sottoporre un antico reperto tanto da arrivare a dire che era come "resuscitare un morto" e che un monumento, come tutte le cose, doveva avere una vita che comprendeva anche la morte...era sua la romantica visione di ruderi coperti di edere o di alberi che sfondavano i tetti delle antiche chiese abbandonate.

Oggi fortunatamente si crede, e in questo noi italiani, siamo all'avanguardia sia come capacità che come legislazione, che la giusta via del restauro, considerata una spiacevole necessità, stia nel mezzo: costruire ex-novo mai, ma ricostruire semplicemente si, a patto che l'intervento sia coerente con l'originale seguendone solo le linee essenziali, visibile e asportabile.

Nel caso di Luxor, credo che, se sono state rispettate queste semplici regole e se non si è "costruito", ma solo "restaurato", l'operazione possa essere accettata stilisticamente e artisticamente giacché non ha stravolto l'essenzialità del monumento e ha, anzi, valorizzato la struttura in se ridonandole almeno una parte dell'antico splendore.

Del resto, sinceramente, vedere sequenze di rocchi di colonna a terra, in "disordine", cosa ci può dire dell'antico edificio cui appartenevano? Visione romantica, forse, nel pieno stile di Ruskin, ma totalmente avulsa dal contesto per cui quei rocchi furono creati e che, con i dovuti metodi e criteri, potrebbero restituire non solo per la bellezza, ma anche per una comprensione più "popolare" del bene archeologico.
[Modificato da Hotepibre 08/05/2019 00:21]