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La totale assenza di spartiti musicali, come ovvio, rende impossibile anche solo immaginare le melodie che potevano essere gradevoli per l'orecchio degli antichi egizi. Unici riferimenti musicali sono, come altrettanto ovvio, i rilievi e i dipinti parietali tombali. Sappiamo, così, che gli strumenti più usati erano tamburelli, nacchere, liuti, flauti, sistri, arpe; proprio esaminando tali ultimi strumenti (equiparando le lunghezze delle corde con analoghi strumenti moderni, ad esempio) studiosi di storia della musica hanno ritenuto che le stesse fossero accordate per una scala pentafonica (ovvero che prevedeva 5 note), ma, in alcuni casi, anche eptafonica.
Dato il materiale deperibile di cui erano fatti tali strumenti, e comprendendo il furto nell'immediatezza delle sepolture, nulla è stato trovato che possa suffragare ogni ipotesi musicologica. Unica eccezione le trombe d'argento rinvenute nel 1922 nella tomba di Tutankhamon; anche in questo caso, tuttavia, si tentò uno scellerato esperimento nel 1939 applicando un "trombino" moderno come imboccatura di uno degli strumenti per ascoltarne il suono. Come intuibile, il suono in ogni caso non era quello originale giacché la stessa imboccatura può variare tonalità e timbro; la tromba, inoltre, dopo questo esperimento venne irrimediabilmente danneggiata.
Come di certo sai, inoltre, gli strumenti antichi, fino alla codifica delle frequenze delle singole note (oggi il La4, su cui si basano le accordature di tutti gli strumenti, corrisponde a 440 Hz) non avevano un'accordatura unica e ogni supposizione non può che essere perciò arbitraria o scarsamente suffragata. Considera, ad esempio, che un flauto traverso prima del sistema Boehm (che ha standardizzato la posizione delle chiavi) poteva essere suonato solo dal proprietario giacché la larghezza tra i fori era addirittura in funzione delle dimensioni delle sue mani (ho una certa esperienza sull'argomento avendo tradotto anni fa, nel 2006 per l'esattezza, un testo proprio sulla nascita del flauto edito dal Conservatorio di Musica di Milano: "Il flauto nei suoi aspetti acustici, tecnici e artistici Theobald Bohm").