Tranquilla, prolisso è chi scrive (o parla) tanto senza dire niente cosa che, nel tuo caso, non è.
Quanto ai libri cui fai riferimento, non posso darti torto sicuramente sul primo
(ma è tipico di Jacq "allungare il brodo"); sul secondo di
Hoving direi che, trattandosi di un saggio, è chiaro che per essere completo
(anche per non appassionati) deve dilungarsi su cose che, per chi conosce le vicende, sono magari superflue. Del resto è un "
difetto" con cui mi scontro quando leggo libri su argomenti che magari conosco
(o credo di conoscere) bene; poi mi metto nei panni di chi di quell'argomento ne sa poco e mi rendo conto che quelle "
noiose descrizioni" sono invece necessarie...
Per il libro della
Noblecourt, credo sia una riedizione di un libro molto "vecchio"
(il mio, edito da "Silvana", risale agli anni '60 del '900...oh Neter quanto sono vecchio!!!) e come tale risente anche della scarsa diffusione di libri di quel tipo all'epoca in cui fu pubblicato. Se è davvero una riedizione di quello, tuttavia, è un testo rigoroso e a tratti anche "difficile".
Per inciso, è un libro cui sono particolarmente legato perché fu il primo che mi regalarono sull'antico Egitto
(ero poco più che un bambino) e fu, praticamente, alla base della mia attuale passione. Conseguente fu, ovviamente, "
Sinhue l'egiziano" di Waltari per il mio 14esimo compleanno.
Quanto all'ultimo libro di cui hai parlato, ne conosco vagamente l'autore... Valerio Massimo Manfredi lo ha definito un "
saggio romanzato" e alcuni lettori hanno detto che "
non è un libro da leggere sotto l'ombrellone".
Mi permetto di linkarti il sito IBS ove, se vorrai, potrai leggere le recensioni
(alcune moooolto affettuose di amici del forum) di 11 miei lettori
(spero non gli unici):
[Modificato da Hotepibre 07/09/2017 23:58]