00 20/12/2016 08:32
Come sapete, la QV66 fu scoperta da Schiaparelli nel 1904. All'epoca l'Egittologo era il Direttore del Museo Egizio di Torino.
Al momento della scoperta la tomba risultò estremamente danneggiata, poichè violata, saccheggiata e lasciata aperta dai saccheggiatori già nelll'antichità.
Al suo interno furono rinvenute soltanto alcune suppellettili legate al procedimento di mummificazione, scarabei, ushabti, cocci di vasellame, dei sandali. Del sarcofago restavano alcuni frammenti in granito rosa e il coperchio, danneggiato anch'esso. Altri frammenti del sarcofago, recanti il cartiglio di Nefertari, furono trovati da Le Blanc nella tomba della Regina Tuya, madre di Ramesse II. Tra le suppellettili funerarie Schiaparelli trovò frammenti di una mummia, poco più che le ginocchia.

L'ipotesi che potessero appartenere a Nefertiti è paventata da sempre, come riportato anche sulla didascalia che le descrive (vedi foto sotto), tuttavia i resti non sono mai stati sottoposti ad indagine scientifica, prima d'ora.
Le analisi recentemente condotte hanno confermato che appartenevano a una donna, di statura superiore alla media del suo tempo (circa 165/168 cm) e di età compresa tra i 40 e i 60 anni. Nefertari morì intorno al 25° anno di regno di Ramesse II, quindi non in giovane età. La misura dei sandali trovati nella tomba corrisponderebbe alla statura e alla lunghezza degli arti. Inoltre i materiali impiegati per la mummificazione sono risultati coerenti con quelli utilizzati in epoca Ramesside.
Purtroppo non è stato possibile procedere all'analisi del DNA, poichè i campioni estratti sono risultati troppo contaminati e in ogni caso non si conoscono le origini di Nefertari e mancano le mummie dei figli della coppia Reale, per procedere a un confronto. E' stata effettuata la datazione al C14, che però ha datato i resti a due secoli più tardi rispetto alla collocazione del regno di Ramesse II, secondo la Cronologia corrente. Risultato che riapre il dibattito sulle cronologie e che rende necessari ulteriori approfondimenti.

Non è quindi possibile affermare con certezza che si tratti di resti del corpo di Nefertari. Rispetto a prima, ora possediamo la certezza che appartengono a una donna, di statura elevata ed età avanzata. Che si tratti, o meno, di Nefertari al momento non è possibile confermarlo.

Ciò che fa riflettere, soprattutto gli scettici, è che queste analisi siano state condotte proprio adesso, poco prima che buona parte dei reperti appartenenti alla Regina, compreso il coperchio del sarcofago, partissero alla volta di Leiden, in Olanda, per una mostra organizzata dall’Egizio in collaborazione con il locale Museo di Antichità della cui collezione egizia, Greco è stato curatore fino al 2014.

L'articolo con i risultati dell'indagine è stato pubblicato su plos.org
[Modificato da -Kiya- 20/12/2016 08:40]