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2^ PARTE

Lo stesso Tallet è più misurato nei giudizi. "Il secolo è all'inizio" dice da uno dei suoi scavi lungo il Mar Rosso. "Non si deve gonfiare questo genere di scoperta". Era molto emozionato quando si è imbattuto nell'archivio di papiri? "Sai, quando lavori così tutto il giorno per un mese, non realizzi subito cosa accade."

Siamo in un accampamento in una valle del deserto un paio di centinaia di iarde dal Mar Rosso, vicino alla città turistica moderna Ayn Soukhna. Tallet e la sua equipe - in parte Francese, in parte Egiziana - dorme in file di tende montate vicino al sito archeologico. Fra le tende c'è un ripido pendio di arenaria entro cui gli antichi Egizi hanno scavato profonde cave, o gallerie, nelle quali immagazzinavano le loro barche. Tallet ci accompagna in cima al pendio e si arrampica su un percorso roccioso lungo la faccia del precipizio. Puoi vedere i profili dei geroglifici incisi delicatamente nella pietra. C'è il sigillo reale di Mentuhotep IV, an faraone poco conosciuto che ha regnato per appena 2 anni nel 2000 a.C, e subito dietro ci sono 3 linee di iscrizioni geroglifiche che annunciano i traguardi del faraone, che Tallet traduce: "nel primo anno del re, essi hanno inviato una truppa di 3000 uomini per raccogliere rame, turchese e tutti i prodotti buoni del deserto".

In un giorno terso, puoi vedere il Deserto del Sinai circa 40 miglia al di là, oltre il Mar Rosso da dove ci troviamo. Prima di questi scavi recenti, gli antichi Egizi non erano comunemente ritenuti come importanti navigatori su mare, e si riteneva che si limitassero a muoversi lungo il Nilo o costeggiare la costa del Mediterraneo. Il lavoro che Tallet e gli altri hanno fatto nelle ultime due decadi hanno dimostrato che l'impero degli antichi Egizi era ambizioso nelle sue mete estere così come lo era nel costruire verso l'alto nei colossali monumenti di Giza.