Valle dei Re la KV 64
La KV 64 è l’ ultima tomba trovata nella Valle dei Re
La scoperta risale alla stagione di scavi 2011, la squadra di Susanna Bickel dell’ università di Basilea stava studiando una serie di tombe non reali della XVIII dinastia in un ramo laterale della Valle dei Re. Mentre si preparava la chiusura di una tomba in via di esplorazione, la KV40, fu notata una depressione nella sabbia a poco più di un metro di distanza dal pozzo.
Poiché questa struttura era così vicina alla KV 40 e dato che era impossibile sapere se fosse solo un pozzo incompiuto o una vera e propria tomba, si convenne darle temporaneamente il numero 40b.
Purtroppo sarebbero passati mesi prima che la squadra potesse indagare ulteriormente. Era il 25 gennaio 2011 il giorno in cui iniziò la rivoluzione egiziana e Bickel non ottenne il permesso di scavare la misteriosa struttura fino al 2012.
Una volta ripresi i lavori di scavo la struttura risultò essere una tomba, le autorità egiziane decisero di assegnale la denominazione finale di KV 64. La scoperta fu annunciata ufficialmente il 15 gennaio 2012.
Quella sepoltura rivelò essere la prima tomba trovata nella Valle dei Re dopo quella di Tutankhamon del 1922.
KV 64 è formata da un piccolo pozzo e da una camera di sepoltura. Il pozzo è profondo circa m. 3,5 e misura da m. 1,20 a 0,95 in basso. L'ingresso alla camera sepolcrale è di m. 1,20 di altezza per 0,95 di larghezza. La camera sepolcrale ha una lunghezza di m. 4,10, una larghezza di m. 2,35 e un'altezza di circa 2.04 m. La parte inferiore del pozzo e l' ingresso si trovano circa 0,70 m. sopra il pavimento della camera. Le pareti sono grossolanamente sbozzate. Il pozzo conteneva il riempimento originale dai tempi dei faraoni. L'ingresso alla camera era bloccato con pietre, ma non sigillato. Sotto questi blocchi si trovavano i resti di un muro precedente coperto con intonaco, di fronte al quale vi era un vaso di argilla decorato a fiori, la cui fattura risaliva alla XVIII dinastia. Ciò implica che nella tomba ebbero luogo due diverse sepolture di due diverse epoche. La camera era occupata da detriti fino a un’ altezza di 1 m. circa.
Nella metà settentrionale della sala, sopra lo strato di detriti era posizionata in situ una bara verniciata di nero con iscrizioni e figure gialle, ai piedi della bara era appoggiato al muro occidentale una stele in legno dipinta.
La bara e la stele appartenevano ad una cantante di Amun chiamata Nehmes-Bastet. La bara era intagliata in legno di sicomoro con le spine in acacia e 8 chiodi, la sua lunghezza era di m. 1,92 e la larghezza alle spalle 53,5 centimetri. La stele mostra Nehemes-Bastet in atteggiamento di preghiera di fronte al dio Ra-Harakhte. La tipologia della bara e della stele, nonché il nome della donna e il suo titolo indicavano che la sepoltura risaliva alla XXII dinastia.
La squadra fu incaricata di rimuovere la bara dalla tomba, per motivi di sicurezza. Considerato che, per le dimensioni del pozzo, la bara avrebbe dovuto essere estratta in verticale, fu deciso di aprirla per assicurarsi che i suoi contenuti non sarebbero stati danneggiati da questa operazione.
L’ apertura portò via una giornata intera per estrarre gli otto chiodi che fissavano il coperchio senza danneggiarla.
L'apertura della bara è stata effettuata dal Prof. Bickel e dalla sua collega di Basilea, direttore del campo Elina Paulin-Grothe, insieme con l'ispettore capo di Antichità dell'Alto Egitto, il dottor Mohammed el-Bialy e ispettore Ali Reda.
La mummia era avvolta con cura e molto ben conservato giaceva direttamente nella bara coperta da una resina nera usata per l’ originaria imbalsamazione. Come il blocco dell'ingresso indicava, la tomba non era mai stata aperta fin dalla XXII dinastia, quando Nehemes-Bastet fu sepolta nella KV 64.
Successivamente, rimosso lo strato dei detriti sul quale giaceva la bara e ripristinato il piano originario, furono trovati i resti della originaria sepoltura risalente alla XVIII dinastia. Questa prima sepoltura era stata completamente saccheggiata. La maggior parte degli oggetti erano stati derubati o sono stati lasciati in stato frammentario. La bara, parti dell’ apparecchiatura, canopi, ceramiche. Nella parte inferiore dei detriti furono rinvenuti i frammenti di tre vasi canopi in calcare e due coperchi a forma di teste umane, così come frammenti di ceramica e piccoli pezzi di vetro e cuoio, un occhio forse staccatosi da una bara, un pezzo di vetro blu e giallo e un frammento di legno, forse parte di un mobile, con il nome di Amenofi III e un altro con il nome di una principessa: "Figlia della Luna". Resta da vedere se tali frammenti sono originari della sepoltura o resti provenienti da antichi saccheggi.
Appoggiato al muro i resti di un corpo femminile, privo di bende, appartenente probabilmente al primo proprietario della tomba.
L'esame della maggior parte dei tessuti che sono stati trovati da 64 KV mostravano 10 diverse qualità di tessuti di lino, probabilmente provenivano dalle mummie spogliate dai ladri alla ricerca di preziosi amuleti. Due piccoli pezzi appartenevano a un sudario inscritto
Scarsi i resti di ceramica rinvenuti nella KV 64. Per la maggior parte appartenevano alla sepoltura originale della XVIII dinastia. I frammenti ricomposti attestano solo 28 differenti recipienti, la maggior parte dei quali erano piatti di medie dimensioni, con un diametro di circa 20 cm. fatti con argilla locale. Due piatti più grandi, con bande rosse sul bordo, sono stati trovati anche contenitori completi come un vaso a fiori un vaso per birra, un vasetto per conservare e, incompleti, una bottiglia, una secondo anfora per birra e le basi di due grandi giare. Un frammento con tracce di blu trovato prima dell’ entrata potrebbe essere datato al tempo di Amenophis II - Tuthmosis IV, anche se, trattandosi di un singolo frammento che potrebbe provenire da altre tombe.
L ‘unico reperto che potrebbe essere associato alla seconda sepoltura della XXII dinastia, è una piccola ciotola di argilla decorata con una fascia rossa sul bordo.
Studio dei resti umani della KV 64.
L' obiettivo principale di questa stagione era quello di studiare la mummia dell’ originario proprietario della tomba della XVIII dinastia. Questa mummia si presentava in differenti condizioni, una parte era ancora fasciata una parte mummificata il rimanente ossa nude, il tutto sarà stato fotografato e studiato antropologicamente.
Qualche studioso ha avanzato l’ ipotesi che la mummia della 1° sepoltura possa appartenere alla regina Mutemwja, madre di Amenofi III.
Il ritrovamento illustra il cambiamento sull’ uso della Valle dei Re nel Terzo Periodo Intermedio, da ultima dimora dei faraoni e dei più importanti personaggi del regno, una volta svuotate le tombe dai loro occupanti e dei relativi tesori, dalla XXI dinastia in poi riciclate per le sepolture di sacerdoti di Amon e i loro famigliari.
by University of Basel – Kings’s Valley Project.