00 28/04/2014 16:55
Caro Nec, ricambio i saluti e ti ringrazio per il supporto.
In effetti, è il caso di fare un po' di chiarezza, anche perché le fonti egizie, oltre ad essere scarse, non di rado hanno rivelato discordanze con quelle greche, che peraltro erano di epoca successiva ai fatti narrati (Erodoto, Diodoro Siculo, ecc.).
Poi c'è il problema dei nomi dei re, scritti alla greca, che creano perplessità ulteriori.
Andiamo in ordine.

Dunque, la XXIX Dinastia sarebbe iniziata con l'eliminazione di un tal Amyrteos, che era riuscito a rendere l'Egitto indipendente dall'impero achemenide (persiano).
Primo fatto strano: di un personaggio così significativo per l'Egitto, pare non siano rimasti monumenti o documenti importanti che portino il suo nome egizio (Amonirdis, in testi in aramaico, Papiro Brooklyn n.13).
Forse Nepherites I fece opera di "damnatio memoriae", anche per giustificare la sua presa di potere. Di Amyrteos parlerò ancora dopo.

Nepherites I si trovò subito coinvolto in un complesso scacchiere politico e bellico e seguì una politica comunque antipersiana, alleandosi con le varie città-stato greche, che però erano tutt'altro che solidali e compatte.
Non solo, ma non è da escludere che il re di Persia di allora (Artaserse II) abbia fatto ricorso intensivo a forme di corruzione, per dividere le alleanze dei propri nemici.
Quindi, di Nepherites I è stata individuata la sepoltura, edificata su una struttura preesistente, con alcuni oggetti del corredo funebre, tipo amuleti e ushabti. La tomba venne devastata poco dopo la sua realizzazione, si presume ai tempi della riconquista persiana da parte del feroce Artaserse III.
La successione dinastica non è lineare, esistono varie versioni, ma una cosa è certa: i due Muthis e Psammuthis, certamente imparentati, ma non si sa come con Nepherites, ebbero vita assai breve.
Li ho riportati solo per dovere di completezza.
L'altro sovrano più di rilievo fu senz'altro Achoris (Hoger = l'Arabo, il suo cartiglio coincide con un cartiglio-fortezza, relativo alla satrapia 'Arabia', riportato sulla base della statua del re Dario I). In termini di politica estera, seguì la stessa strategia del suo predecessore ma, a differenza di lui, si distinse anche per una consistente attività edilizia e architettonica (statue, cappelle, sfingi, ecc) in tutti i principali centri dell'Egitto, non solo nel Delta.
Verrebbe da dire che l'Egitto era tornato ai fasti della XXVI Dinastia di Sais, ma è più verosimile che il clero riprese a far sentire la propria influenza su una dinastia che aveva bisogno di legittimazione, anche su base teologica.

D'altronde, gli dei della città di Mendes non avevano un clero molto ricco e influente.
Il dio più noto, l'Ariete di Mendes, aveva un nome che rimandava al Ba di un altro dio, ben più illustre (è un gioco di omofonie, parole con ugual pronuncia).
In lingua egizia, Ba significa, 'ariete' ma anche 'spirito'.
Il nome del dio-ariete in realtà si traduce anche Lo Spirito del Signore del Djed.
E il titolo "Signore del Djed" rimanda ad Osiride, ma anche a Ptah, il potentissimo dio creatore e funerario della vicina Menfi. In particolare, un mito identifica l'ariete come una forma vivente di Ptah, con un carattere spiccatamente erotico, a rappresentare la forza sessuale maschile, "il maschio che feconda le femmine".
Un altro mito ne fa invece il padre di Horus Bambino (Arpocrate), associandolo perciò ad Osiride, l'altro dio funerario.
In età tolemaica, romana e poi bizantina, si avevano ancora notizie del culto di questo dio egizio (lo chiamavano il Capro di Mendes), il cui carattere fortemente sessuale lo avvolse in un alone sacrilego e trasgressivo: Ba-neb-djet sarebbe infatti da identificare con Baphomet, l'idolo pagano per cui i Templari, a detta dei loro detrattori, avevano una illecita e proibita devozione, con rituali segreti, che di fatto sarebbero state orge omosessuali.
L'identificazione impropria con un capro (non un ariete !) lo assimilò al dio Pan e durante il cristianesimo addirittura a Satana ... oltre a NON essere un capro, in realtà il carattere del dio non era assolutamente negativo o malefico. Poco importa, rimaneva comunque un'immagine pagana, quindi da screditare, prima di sopprimerne del tutto il ricordo.

La città si chiamava Pe-Ba-neb-Djed (= Dimora del dio Ariete), alla greca P-nebded, mi correggo su quanto riportato nel mio precedente post. Ebbe un certo rilievo politico ed economico in tutte le epoche faraoniche, fino a divenire capitale per un ventennio, grazie a Nepherites I.
E la sposa del dio era l'arcaica divinità locale, il cui nome significa "Colei che è a capo dei Pesci", una delle poche divinità ittiche del ricchissimo pantheon egizio.

Concludo con un mio personale dubbio su Amyrteos, cui ho accennato all'inizio.
Le fonti greche citano ben due "Amyrteos" e anche un "Teos" (chiamato anche "Tachos"), però successivo alla XXIX Dinastia.
Di questo Teos, si dice che fosse l'erede al trono di Nectanebo I, che avrebbe regnato da solo per appena due anni e sarebbe stato destituito da suo fratello, che mise sul trono Nectanebo II, di cui Teos era lo zio.
Pare che il re, spodestato durante una campagna militare in Medio Oriente (n.b.: contro i Persiani), abbandonato da tutti, anche dagli alleati mercenari, abbia chiesto asilo nientemeno che al re di Persia, il suo nemico.
Trovo strana tale richiesta ... e ancor più strano che un re che avrebbe regnato appena due anni, avesse già bell'e pronto il proprio sarcofago.
Già, perché il sarcofago oggi attribuito al faraone Teos, che si trova la Museo del Louvre, venne ritrovato in Egitto ! (v. Wikipedia, voce Teos)
Un cartiglio, attribuito a Teos, riporta un nome che potrebbe leggersi Ary-Maat-en-Ra, che detto alla greca, non sarebbe poi così distante da "Amyrteos".
L'altro cartiglio riporta "Djeher Septen Anher" Teos eletto-di-Onuris (dio guerriero, patrono della città di Sebennyots)
Non sarà che il sarcofago di Teos in realtà appartiene ad uno degli Amyrteos ?
Ovvero, che Teos e uno dei due Amyrteos sono la stessa persona ?