All'epoca in cui l'Egitto divenne dominio di Roma, l'emancipazione femminile aveva cominciato a prender piede anche nell'Impero.
Non se ne può certamente parlare a 360° gradi, ma possiamo affermare che le donne appartenenti alle classi romane più abbienti godevano di una certa libertà (sociale, politica e sessuale anche). Le donne meno agiate potevano cercarsi un lavoro (sarta, copista, persino medico se avevano avuto la fortuna di godere di una formazione scolastica), ma se per certi versi questo può essere interpretato come segno di emancipazione, per altri poteva essere invece segno di una estrema necessità. A tal pro, occorre ricordare che secondo i Romani era indegno anche per un uomo essere costretto a lavorare per necessità....
Questa graduale transizione probabilmentee permise di guardare alla condizione sociale della donna Egizia con occhi diversi, ragion per cui propendo per ritenere che le locali mantennero tutti i loro privilegi. Mi riferisco essenzialmente delle donne greche naturalizzate in Egitto e alla loro progenie, tenuto conto che l'Amministrazione Romana si staibilì ad Alessandria. Dubito fortemente che i funzionari Romani e le loro matrone vennero mai in contatto con le classi più povere, dove si contava il maggior numero di autoctoni.
A testimonianza dei privilegi mantenuti dalle donne del tempo in campo sociale, politico e religioso abbiamo prove documentali - comprese iscrizioni tombali - che narrano di matrimoni interrotti per scelta della parte femminile, ricorso ad aborti, di adulteri e di donne culturalmente e intellettualmente preparate. Non ultimo, fece la sua parte anche il culto delle divinità femminili, estesosi prepotentemente oltre i confini dell'Egitto, a dare uno slancio di tutto rispetto all'emancipazione della donna romana all'interno dei confini dell'Impero.
Personalmente credo che sia corretto parlare di un processo lento e difficile, soprattutto non omogeneo. Del resto questo vale anche per l'Egitto Dinastico, fino alla conquista Persiana, quando molti degli indubbi privilegi della donna Egizia erano vanto per una cerchia ristretta della popolazione femminile. Essenzialmente prerogativa della nobiltà. Pensiamo all'istruzione, ad esempio, o alla possibilità di accedere a cariche sacerdotali.
In ogni caso ad ogni tempo i suoi malanni, oserei dire.... la ragione per cui non possiamo ritenere l'emancipazione femminile un processo organico ed omogeneo sta nei riscontri storici, nelle storie di donne perseguitate e uccise a causa delle loro conoscenze e della loro cultura e non solo nel passato più remoto. Fenomeno, questo, sicuramente accentuatosi con l'avvento e l'espansione del Cristianesimo, tacciato ripetute volte - e non a caso - di misoginia.
Un nome per tutte? Ipazia, sulla quale ti invito ad approfondire qui:
Ipazia di Alessandria