00 29/11/2011 18:29
Certamente, condivido tutto :), do il mio piccolo contributo aggiungendo ulteriori elementi alle già esaustive precisazioni di Kiya. Spero li troviate interessanti. :)

1. Oltre alla numismatica, della non particolare bellezza fisica di Cleopatra VII ci dice qualcosa anche Plutarco nella "Vita di Antonio" e, non molto tempo fa, ho tradotto dal greco proprio quel passo. Riporto i punti più interessanti della mia traduzione:
Scrive Plutarco: " (...) Ed era infatti, come dicono, la bellezza (di Cleopatra) in sè per sè per nulla incomparabile, nè tale da sbalordire coloro che (la) vedevano".
Da cui si può dedurre che non fosse l'Elizabeth Taylor del famoso film :), ma certo era di grandissimo fascino, (e Cesare di donne se ne intendeva ahahah) tra le altre cose continua affermando: " (...) il suono della sua voce procurava piacere; e volgendo facilmente la lingua, come uno strumento dalle molte corde, secondo la lingua che voleva, proprio a pochi stranieri (lett. barbari) si rivolgeva per mezzo di un interprete, ai più lei stessa dava risposte, come agli Etiopi, ai Trogloditi, agli Ebrei, agli Arabi, ai Siri, ai Medi, ai Parti. Si dice che conoscesse le lingue anche di molti altri, mentre i re prima di lei non si degnavano di apprendere neppure la lingua egiziana, dimenticando alcuni anche il dialetto macedone."

5. Alcuni casi di "maledizioni" vi sono, ad esempio: Dd=f, msh jr=f m mw, hf3 jr=f hr t3, jrt(y).f(y) xt jr nw, n sp jr(=j) xt jr=f, jn nTr wD'=f " Egli dice: Sia il coccodrillo contro di lui nell'acqua, sia il serpente contro di lui nella terra, che farà delle cose (malvagie) contro essa (la tomba, il corpo del defunto etc.), (quando) io non ho fatto niente contro di lui, è il dio che giudicherà" - dall'iscrizione della mastaba del defunto Meni.
Giustamente però un conto è la presenza isolata di "maledizioni" (che poi sono più "avvertimenti") in determinati contesti, un'altro è credere che questa sia la norma.

9. Sul tema dell'Esodo, oltre all'assurdità nell'immaginare un intero popolo come quello ebraico schiavo nella tollerante società egiziana, già basterebbero, per sfatarlo, i grandi anacronismi storici del racconto in questione, ambientato a piacimento attorno all'età ramesside-II millennio a.C., periodo in cui non esisteva alcun popolo e entità ebraica, mentre tutta una serie di riferimenti riportano al VII secolo a.C. circa.

Anche semplici dettagli come: la presenza nel testo di rotte mercantili a dorso di dromedario, quando prima dell' VIII-VII secolo a.C. questo animale era confinato nell'altipiano iranico, e solo da quel momento in poi diventerà la base dei fiorenti commerci, dei quali si arricchirà, ad esempio, il cosidetto "Regno di Saba", nello Yemen.

Saluti!