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pizia.
00mercoledì 22 marzo 2006 19:03
In molte tombe, negli ambienti che non sono di passaggio o di servizio, ma che rivestono una certa importanza liturgica, il soffitto è decorato con un cielo stellato.
Ovviamente la rappresentazione non è di tipo realistico, (come un tromphe l’oeil per intenderci), ma è simbolica: su un fondo blu vengono allineate a righe e colonne ordinate, le stelle.
Questo risultato per me ha sempre avuto una valenza un po’ geroglifica, una commistione di scrittura e figurazione, come se l’artista avesse voluto descrivere il cielo come un una pagina scritta fittamente con parole tutte uguali:
stella stella stella stella
stella stella stella
….,
approfittando anche del fatto (e non è una coincidenza), che nel linguaggio scritto “stella” veniva scritto attraverso l’immagine corrispondente, come per tante altre parole.
Questa però ha una particolarità: nel linguaggio simbolico nostro, attuale, occidentale, è ancora praticamente uguale.
Il problema della rappresentazione realistica della stella singola è piuttosto recente e complesso, anche se può sembrare una banalità.
Il passaggio che avvenne a livello intellettivo nell’uomo, il quale vide un punto di luce nel cielo notturno, alla rappresentazione che fece di quel punto su un supporto fisico, non è in realtà cosa da poco, ma fu brillantemente risolto dai nostri Egizi, e oltre tutto, il geroglifico prodotto, durò per tutta l’antichità, finché servì limitarsi alla rappresentazione simbolica, al massimo differenziando la stella più luminosa da quella più fioca utilizzando un segno più grande o uno più piccolo.
Ma non solo.
L’aspetto fondamentale è il numero delle punte.
A parte la stella a tre punte del mio avatar che è un simbolo di moderna tecnologia (!), la stella a 4 punte è quella forse obbiettivamente più vicina all’aspetto reale del punto di luce, ma viene poco usata, se non nella grafica e nella fumettistica per rendere l’effetto di una superficie molto riflettente.
La stella a 5 punte è decisamente la più diffusa, inventata dagli Egizi (?) e usata da sempre e per sempre, si è caricata nella storia di significati più o meno sinistri. A tutt’oggi, se si disegna quella icona lì, si vuole dire “stella”, lo sanno anche i bambini.
Quella a sei punte è conosciuta come stella di Davide: forse la sua origine si può giustificare con la possibiltà che gli ebrei abbiano cercato una rappresentazione diversa, in opposizione a quella codificata dagli Egizi?
Stelle a 7 punte o più non sono diffuse.
Concludo. Mi fa piacere che nella nostra cultura contemporanea “occidentale” sia ancora vivo il ricordo della sua naturale ava, quella egizia.
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