Una nuova cosmogonia nelle intenzioni di Akhenaton?

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-Kiya-
00martedì 17 ottobre 2006 21:04
Mie personali osservazioni su Akhenaton


Cosa sappiamo?

sappiamo che fonda una nuova capitale su territorio neutro, la dedica ad Aton, elevato a divinità principale e demiurgo, e ivi si trasferisce con la famiglia e la corte reale.
"Oscura" gli dèi fino ad allora professati, declassandoli a culti marginali, ma, fattivamente si accanisce principalmente contro Amon, dio Tebano a sua volta demiurgo per i suoi seguaci.
Eleva sè stesso e Nefertiti a divinità, assimilandosi alla coppia divina composta da Shu e Tefnut, coppia primogenita del dio creatore. Sostituisce sè stesso (nelle tombe non reali), all'immagine di Osirdide, considerato erede del trono d'Egitto designato dal dio, suo padre.
Si "allea" coi sacerdoti Eliopolitani, Città del Sole antichissima, ritenuta la casa del Dio Ra e da cui ebbe origine la prima cosmogonia.

Cosa possiamo dedurne da tutto ciò?
E' forse ammesso considerare l'ipotesi che il Re intendesse dar vita a una nuova cosmogonia, avente come demiurgo Aton e la coppia reale come sua diretta discendente, capostipite di una nuova dinastia divina?
Forse con qualche forzatura, non è possibile evincere nella dinastia Amarniana una sorta di riproposizione dell'enneade divina primordiale? O almeno intravedere un tale disegno nell'opera del Re, ostacolato poi dall'assenza di eredi diretti e da morti improvvise?
pizia.
00mercoledì 18 ottobre 2006 20:09
Visto che ogni religione ha la sua cosmogonia, presto o tardi anche quella dell'Aton avrebbe dovuto scontrarsi con questo problema.
In particolare, possiamo descrivere la teologia atoniana come una derivazione di quella eliopolitana, in contrapposizione a quella amoniana, di Tebe.
Se il vero intento dello scisma fu quello di porre un limite allo strapotere tebano cominciando a confutarne l'importanza teologica, la soluzione di partire rivalutando una delle vecchie teologie solari è sensata, ma è una delle possibiltà, non l'unica.
Forse la scelta cadde sulla divinità solare perché evocatrice delle glorie del Regno Antico?
Dunque Akhenaton sarebbe un restauratore più che un innovatore, almeno inizialmente?
-Kiya-
00venerdì 20 ottobre 2006 02:53
Stavo valutando la questione da un punto di vista più... diretto in effetti. L'intento era quello di valutare (o screditare) la possibilità che Akhenaton intendesse elevare a dio sè stesso (in un certo senso assimilandosi a Shu).
Del resto c'è ci ritiene che un Osiride e una Iside possano essere state persone in carne ed ossa che diedero origine al mito.
Partendo da questi presupposti si potrebbe leggere l'intera enneade come la storia di una ... famiglia. Supponendo che in ciò ci sia una base di verità, e supponendo che Akhenaton ne fosse a conoscenza, non potrebbe aver azzardato il tentativo di entrare nel mito a sua volta ripartendo da zero?
Non so se sono riuscita a spiegarmi... in pratica:

Aton al posto di Amon; Akhenaton e Nefertiti come Shu e Tefnut e progenie a venire....
-francis-
00venerdì 20 ottobre 2006 13:10
In effetti nell'antica religione egizia esiste sempre la triade: padre, madre e figlio. Non si è mai visto un faraone non sposato.
Akhenaten, non avendo figli maschi che potessero ereditare il trono, si fa raffigurare con il seguito delle sue sei figlie.
A questo punto mi chiedo perché al suo seguito, al posto delle figlie, non sia comparso nè Smenkhkare (sempre che sia esistito) nè Tutankhamen.
E' vero anche che il diritto al trono lo poteva dare la figlia del re, sposandola.
E' vero anche che, una volta sparita di scena Nefertiti, accanto al faraone compare la figlia Merit-Aton con il titolo di Grande Sposa Reale, anche se non vi è nessuna prova che Akhenaten l'abbia sposata. Sembra invece che Merit-Aton sia andata sposa a Smenkhkare, legittimandolo così al trono.
Le loro immagini appaiono nella tomba di Merira ad Akhetaten.
pizia.
00lunedì 23 ottobre 2006 23:04
Secondo me non è affatto un'ipotesi campata in aria.

Scusate se parto da lontano.
Nella cultura dell'uomo preistorico fu determinante il meccanismo che portò alla nascita della divinità, e come ho già accennato qualche volta, comincia col totemismo, evolutosi poi con una progressiva antropomorfizzazione delle divinità.
La religione egizia in particolare è un perfetto spaccato di questa storia evolutiva, perché conserva in sè tutti i passaggi.

Se è vero quanto affermano antropologi e psicologi sulla divinità, gli dei diventerebbero sempre più simili all'uomo mano a mano che esso prende coscienza che essi rappresentano nientemeno che il padre.
Quindi se vogliamo credere alla versione umana di Osiride, cioè che sia esistit realmente e fosse una persona in carne ed ossa, possiamo anche credere che non si sia deificato da sé, ma lo abbiano fatto i suoi discendenti, metabolizzando il ricordo ancestrale dell'uomo che inventò l'agricoltura.

Adesso arrivo ad AkhenAton: può darsi che nell'evoluzione del suo pensiero, l'uomo sia arrivato a comprendere, sottoforma di intuizione, questo meccanismo scattato secoli prima, e l'uomo AkhenAton, nel suo tentativo di riportare all'assolutismo un regno sempre più oligarchico, abbia tentato di sfruttare lo stesso principio, nel tentativo di farsi divinità egli stesso.
Oviamente in questo caso non è più una spontanea conseguenza, ma una forzatura, e infatti non ha funzionato.

E' anche vero che esisteva una certa tradizione, sempre legata al culto dei morti, per cui qualcuno ha beneficiato di una sorta di santificazione per secoli.
Ad esempio Imhotep, vissuto nell'Antico Regno, non poteva certo competere quanto a divinità col suo re, ma i discendenti gli hanno dato ragione, perpetuando la tradizione del suo nome.
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