Un'oasi verde nel Sahara, trovati i resti della civiltà

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-francis-
00venerdì 15 agosto 2008 12:16
Eccezionale scoperta del National Geographic
Diecimila anni fa laghi e fiumi al posto del deserto

Dune su dune di sabbia ricoperte di ossa. Ossa umane, di animali, crani. Persino una mano che emergeva ancora integra dalle sabbie. Un giorno di ottobre dell'anno 2000 Paul Sereno, paleontologo di National Geographic, stava perlustrando il deserto in Niger (con una spedizione finanziata dalla Society) alla ricerca di dinosauri e invece ha trovato uomini. Un cimitero preistorico immenso. Ha trovato la gente che viveva lì quando il Sahara era una sorta di savana con fiumi e laghi. E Gobero (così ha battezzato il sito dal nome Tuareg della zona) era proprio sulla riva di un lago antico ora completamente inaridito. Ed era un luogo molto speciale, se due popoli diversissimi tra loro decisero di frequentarlo e farsi seppellire lì, a oltre mille anni di distanza l'uno dall'altro. Sereno è tornato lì due volte, nel 2005 e nel 2006, dopo aver chiamato a codirigere la missione l'archeologa Elena Garcea dell'Università di Cassino. Assieme hanno esplorato e scavato individuando più di 200 sepolture "ma ce ne sono molte di più", afferma Sereno. Usando tecnologie sofisticatissime sono riusciti a ottenere oltre 50 datazioni, e si sa quanto sia difficile ricavare informazioni dalle ossa inaridite dal deserto. E ora presentano la sensazionale scoperta nel numero di settembre di National Geographic Italia (in edicola dal 30 agosto).

LE FOTO - IL VIDEO www.repubblica.it/2008/08/sezioni/scienza_e_tecnologia/sahara-verde/sahara-verde/sahara-ve...


Mostrano sepolture spettacolari, uniche. C'è una donna che tende le braccia verso due bambini a loro volta protesi verso di lei, tutti e tre adagiati sopra un letto di fiori. Sono forse una madre coi suoi figli? Poi c'è un uomo rannicchiato entro un carapace di tartaruga, un altro incorniciato da ossa umane disarticolate, uno sepolto con una zanna di cinghiale e l'osso di un coccodrillo, mentre la testa è appoggiata sopra un vaso di ceramica. E poi c'è la fanciulla che indossa all'avambraccio uno splendido bracciale di zanna di ippopotamo.

Era tutta gente di cultura cosiddetta Tenerian che ha frequentato le rive del lago tra 6.500 e 4.500 anni fa. Gente di statura bassa e molto gracili. Pastori nomadi che, mentre il Sahara inaridiva sempre più, trovarono sulle rive del lago di che sopravvivere. Garcea li ha individuati subito dalle tipiche ceramiche decorate a puntini che costellano il sito. Mentre i loro predecessori, i Kiffian che frequentarono Gobero tra 10.000 e 8.000 anni fa, decoravano i loro vasi con motivi a zig zag e ondulati. Erano alti anche due metri e molto robusti. Le loro sepolture sono più povere, ma armi e arpioni trovati in riva al fiume rivelano la loro natura di pescatori. Pescavano anche pesci grossi come il persico e forse cacciavano coccodrilli e ippopotami.

Il luogo è ricchissimo di ossa di animali di ogni tipo, anche elefanti, giraffe, antilopi, gazzelle, facoceri, pitoni. "Anche per questo Gobero è unico nel Sahara - spiega Garcea - Lì tutto è concentrato in un'area limitata, circa 5 kmq, e le sepolture spettacolari coesistono con le tracce di vita quotidiana".

Dell'eccezionalità di Gobero è convinta anche l'archeologa Donatella Usai dell'Isiao (Istituto italiano per l'Africa e l'Oriente) che ha portato e sta portando alla luce necropoli coeve e più antiche in Sudan. "Finora in Africa settentrionale sono venute alla luce diverse necropoli preistoriche anche molto estese, ma si è scavato sempre troppo poco per capire lo stile di vita di quelle genti. Specie nel Sahara di cui non sappiamo quasi nulla. Per questo Gobero è un vero tesoro".

Nel Sahara si scava poco per le ovvie difficoltà logistiche ma anche per motivi di sicurezza. Nel Niger le ostilità tra governo e Tuareg del deserto hanno costretto Sereno e Garcea ad annullare le spedizioni degli ultimi due anni. E intanto il vento incessante continua a erodere le dune e disperdere le ossa. "Gobero e le sue preziosissime tombe stanno scomparendo", denuncia Garcea. "Il rischio di perderli per sempre è enorme".
roberta.maat
00venerdì 15 agosto 2008 12:55
Grazie Francis, molto interessante !
pizia.
00domenica 17 agosto 2008 09:49
OK! [SM=x822713]
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