TPOP ovvero Turin Papyrus Online Platform

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annaisis
00martedì 11 giugno 2019 14:40
Ho appena letto un'interessante iniziativa del Museo Egizio di Torino: presto sarà disponibile online il ricco archivio dei papiri del museo.
Ecco cosa dice il sito :

"Il Museo Egizio ospita una delle collezioni di papiri più significative al mondo.

Comprende quasi 700 manoscritti interi o ricomposti e oltre 17.000 frammenti di papiro. Circa la metà di questi testi sono scritti in Egiziano (nella scrittura corsivo-geroglifica o ieratica), mentre il resto è scritto in Demotico, Greco, Copto o Arabo.

I manoscritti spaziano da contenuti documentari (ad es. amministrazione di necropoli e templi, testi giuridici) a quelli letterari, rituali, religiosi, magici e funerari (ad es. il Libro dei morti).

Attualmente il Museo Egizio sta sviluppando un sito web dove gli utenti potranno conoscere la storia e i contenuti della Collezione Papiri, la Turin Papyrus Online Platform, il flusso di lavoro della documentazione sui papiri, i restauri in corso e le ricerche condotte dagli studiosi sui papiri di Torino, nonché i progetti di ricerca collaborativa.

Il sito web sarà presto disponibile!

Per ulteriori informazioni sulla Turin Papyrus Online Platform leggi l'articolo sulla Rivista del Museo Egizio." (in inglese)

Sarà sicuramente molto interessante.

Ciao . Anna [SM=g999100]
annaisis
00venerdì 27 settembre 2019 14:27
Ciao a tutti,
da oggi è attiva sul sito del Museo Egizio di Torino la piattaforma online con il database di tutti i papiri conservati al museo, per ora è in lingua inglese, ma presto anche in italiano.

Ecco l'indirizzo:

collezionepapiri.museoegizio.it/

Ciao [SM=g999100]
Anna


Horemhat
00mercoledì 15 gennaio 2020 11:47
Ciao Anna, grazie (In ritardo) per la segnalazione.
La raccolta è veramente interessante, l’interfaccia semplice ed intuitiva. Sono pubblicati e disponibili (fra gli altri) anche il Canone Reale es il Papiro Erotico. Il fatto che siano per lo più scritti in ieratico e demotico li rende difficilmente accessibili ai “profani” come me. Rendono,però, l’idea del materiale sul quale devono lavorare gli archeologi e perché, talvolta, non sia facile l’interpretazione delle fonti.
Grazie ancora ad Anna, consiglio a tutti un “giro” al link indicato.

Hor
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