Sacrifici animali nell'antico Egitto

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-Kiya-
00sabato 22 maggio 2010 16:55
Qualche giorno fa, un amico su FB mi ha posto una domanda inerente i sacrifici animali, quale consuetudine nell'antico Egitto.
Domanda che mi ha fatto riflettere e giungere a mettere in dubbio che si possa effettivamente parlare di sacrifici animali, laddove forse sarebbe maggiormente corretto riferirsi a "offerte".
La differenza, che parrebbe non esserci, è invece sostanziale: nel primo caso un animale viene selezionato, in base a caratteristiche peculiari, e ucciso con la precisa funzione di ingraziarsi una specifica divinità; nel secondo l'animale, ucciso comunque, magari per divenire cibo, viene offerto al dio (privandosene) per compiacerlo o per ringraziarlo.

Prendiamo ad esempio i numerosi rilievi che mostrano i Re offrire oche alla divinità. In tal caso, mi pare scorretto definire sacrificio quella che è, senza dubbio alcuno, un'offerta.

Partendo dal presupposto che in tempi arcaici i sacrifici animali, propriamente detti, fossero presumibilmente contemplati, possiamo dire lo stesso per l'epoca Faraonica?
ACUSinpw
00sabato 22 maggio 2010 18:04
Come hai detto tu, l'essenza del sacrificio (come viene comunemente inteso) è ben differente dal concetto di "offerta".
Kiya, leggendo il rituale dell'apertura della bocca, però, iscritto sulle pareti della tomba di Sethi, si vede che veniva portato un toro legato per le zampe all'interno della "casa dell'oro", dove la statua da "vivificare" era posta sopra una collinetta di sabbia, da un carnefice che ne avrebbe reciso le zampe e estratto il cuore: in questo caso mi sembra che, quindi, si possa parlare chiaramente di sacrificio, anche durante il Nuovo Regno. Mi sbaglio?
-Kiya-
00sabato 22 maggio 2010 18:57
Re:
ACUSinpw, 22/05/2010 18.04:


Kiya, leggendo il rituale dell'apertura della bocca, però, iscritto sulle pareti della tomba di Sethi, si vede che veniva portato un toro legato per le zampe all'interno della "casa dell'oro", dove la statua da "vivificare" era posta sopra una collinetta di sabbia, da un carnefice che ne avrebbe reciso le zampe e estratto il cuore: in questo caso mi sembra che, quindi, si possa parlare chiaramente di sacrificio, anche durante il Nuovo Regno. Mi sbaglio?



Se il rituale prevedeva tutto ciò, indubbiamente ci troviamo di fronte a un sacrificio animale.
Ti risulta che possediamo altre conferme o quella contenuta nella KV17 è l'unica pervenuta fino a noi?


pizia.
00domenica 23 maggio 2010 00:09
Sacrificio e offerta hanno una storia e un'evoluzione in Egitto, partono da un'esigenza e approdano ad un'altra.
Argomento molto vasto.
Qualche anno fa avevamo affrontato il problema delle mummie di gatto ritrovate in gran quantità a Bubasti, analoga situazione riscontrabile in altre zone dell'Egitto con varie altre specie animali, raggiungendo la conclusione che, nel periodo tardo, il sacrificio animale si caricò di simbologie e ritualità estranee alla civiltà egizia, a causa dei contatti con altre civiltà, generando fanatismo e aberrazioni.

Però tornando all'inizio, e sapete cosa intendo per inizio, [SM=x822714] gli egizi sembra praticassero persino il sacrificio umano, oltre a quello animale.
Proprio qualche giorno fa discutevo con Hat sulle ossa di tartaruga ritrovate nel così detto Tempio di Narmer a Nekhen: la quantità e le condizioni del loro ritrovamento indicano questo animale come uno dei più sacrificati, e in quel contesto probabilmente non possono nemmeno essere considerate un'offerta.
ACUSinpw
00domenica 23 maggio 2010 01:10
Kiya, verificherò quanto prima!
RAMSY
00lunedì 24 maggio 2010 10:46
In un altro post si parla di mummie di coccodrillo: mentre per i gatti posso pensare che ogni gatto di Bubasti che morisse di morte naturale poteva benissimo venire imbalsamato, la cosa mi riesce difficile per i coccodrilli. Più probabile che venissero catturati, se non uccisi, col preciso intento di sacrificarli....o no? [SM=g999103]
-Kiya-
00lunedì 24 maggio 2010 13:35
Re:
RAMSY, 24/05/2010 10.46:

In un altro post si parla di mummie di coccodrillo: mentre per i gatti posso pensare che ogni gatto di Bubasti che morisse di morte naturale poteva benissimo venire imbalsamato, la cosa mi riesce difficile per i coccodrilli. Più probabile che venissero catturati, se non uccisi, col preciso intento di sacrificarli....o no? [SM=g999103]





ed è proprio riflettendo su questo tipo di elementi che ... dubbio mi colse.... [SM=x822741]
pizia.
00martedì 25 maggio 2010 00:44
Il coccodrillo è abbastanza pericoloso per essere tenuto in cattività, forse gli esemplari mummificati sono stati oggetto di caccia, le analisi potrebbero essere utili per stabilire ciò.
Però, mi sembra di aver letto da qualche parte, forse su "La vita quotidiana degli Egizi" di Cimmino, gli animali sacri erano anche allevati presso vasche, voliere e recinti annessi all'area templare, proprio per garantire al dio la vicinanza del suo animale-simbolo anche nei casi in cui questo fosse selvatico e poco addomesticabile.
Ancora oggi alcuni gruppi si dedicano all'allevamento dei coccodrilli, tenendoli dentro apposite vasche nel cortile delle case, però li liberano nel Lago Nasser (unico luogo in cui è consentito) quando diventano troppo grandi.
Nello spazio a misura d'uomo di una casa normale consente di tenere cuccioli fino ad una certa lunghezza, oltre alla quale diventano ingestibili, ma potendo contare su vari addetti a tempo pieno e su spazi più ampi, l'allevamento può durare molti anni.
Siccome alla base dell'usanza del sacrificio c'è sempre una motivazione anche utilitaristica, si può ipotizzare che la bestia destinata al sacrificio fosse quella arrivata al limite della gestibilità, quindi o si libera o si uccide, motivando quest'uccisione con qualcosa di importante, come un rito sacro.
Potrebbe anche essere una bella sfida l'allevamento di animali pericolosi...
Forse all'inizio il culto del Coccodrillo non richiedeva il sacrificio di questo animale, ma in epoca matura, per analogia con la liturgia degli altri culti, potrebbe essere stato introdotto.

Nelle tombe predinastiche, strano a dirsi, c'è pieno di cani evidentemente scrificati...
pizia.
00martedì 25 maggio 2010 02:56
Ecco il link alla discussione sulla mummia di coccodrillo di cui si è parlato più sopra.
-Kiya-
00martedì 25 maggio 2010 09:27
Tralasciando il discorso relativo a mummie, resti in genere e analisi sui medesimi, di cui ci stiamo occupando nella discussione indicata da pizia, ciò che finora è emerso è:

1) In periodo arcaico si praticavano sacrifici animali (e non solo)
2) Tale prassi potrebbe aver mantenuto una certa continuità, oppure no
3) Offerte e sacrifici animali, coesistono e si evolvono, almeno fino a un certo punto, ma restano pur sempre debitamente distinte
4) Esistono rilievi che illustrano l'esecuzione di sacrifici animali rituali (KV17, come indicato da Acus)

I testi, tuttavia, ci insegnano che gesti, azioni, oneri materiali potevano essere sostituiti dalle loro rappresentazioni, senza che la loro efficacia venisse meno. E' quanto avvenne con le offerte funerarie che, grazie al principio del potere della parola, e quindi delle immagini, vennero ad un certo punto sostituite con la loro rappresentazione. Al contrario delle vivande vere e proprie, questa non era soggetta a deperimento e avrebbe garantito il sostentamento necessario all'anima del defunto con la dovuta continuità.
Preso atto dell'esistenza di rilievi che mostrano scene di sacrifici, non sarebbe lecito pensare che, come per i viveri, anche in questo caso la rappresentazione si sia sostituita alla realtà e che quindi gli animali venissero imolati soltanto in modo "virtuale"?

pizia.
00giovedì 27 maggio 2010 16:09
Sì, penso proprio sia così.
Il caso del sacrificio umano è cosa diversa, quando si "decise" che non fosse una cosa buona, non venne più praticato né rappresentato, ma sostituito con allusioni talmente lontane da essere difficilmente riconoscibili per noi, adesso, come il tekhenu, gli ushabti o la festa sed.
Invece il sacrificio animale continuò ad essere sia praticato che rappresentato, anche se cambiarono leggermente le modalità.
Ad esempio le tartarughe, così spesso oggetto di sacrificio nel tempio predinastico di Nekhen, caddero in disuso, mentre si cominciò a fare gran uso di bovini.
Nelle rappresentazioni le mucche pezzate sono sempre più comuni, nei testi si descrivono le uccisioni rituali con dovizia di particolari, nelle tombe abbiamo riscontro, fra i ritrovamenti archeologici, della presenza di cosciotti mummificati e altri tagli.
I sacrifici di volatili sono rappresentati attraverso le immagini di caccia, in cui il defunto assiste o partecipa alle catture o colpisce egli stesso le prede con arco e frecce, anche se difficilmente gli uccelli mummificati trovati nelle tombe possono essere stati procurati così.
Quella dell'ippopotamo è una uccisione rituale riguardante il faraone, essa ricorre raffigurata sulle pareti, ma non mi risulta ci fossero carni di ippopotamo nei corredi.
I gatti non furono mai oggetto di grandi sacrifici, nemmeno a Bubasti, almeno fino all'epoca tarda.

Forse il grande successo dei bovini, come animali da sacrificio è imputabile al loro successo come carne pregiata da alimentazione, destinata quindi agli dei, o agli Osiridi, mentre quella dei volatili è stata considerata più ordinaria e il pesce addirittura impura.

Si può anche trovare un significato agronomico nella diffusione dei sacrifici di bovini, ovini e caprini: la tenuta di un allevamento impone scelte obbligate per la pacifica convivenza in spazi ristretti, rispetto a quelli naturalmente utilizzati dagli animali allo stato brado.
Quando i vitelli, i capretti e gli agnelli stanno per raggiugere la maturità, manifestano una maggiore aggressività dovuta al tentativo di formare un harem o di appropriarsi di quello di un anziano; per tenere sotto controllo il gruppo quindi, bisogna intervenire con la castrazione e con la riduzione del numero maschi giovani entro limiti fisiologici.
Questa necessità potrebbe essere la giustificazione di simili tradizioni in cui, in alcune occasioni, viene richiesto il sacrificio di agnelli.

Insomma, con l'andare del tempo tutto si modifica, ancora una volta devo ammettere che la civiltà egizia fu tutt'altro che immobile nel suo pensiero.
RAMSY
00giovedì 27 maggio 2010 19:40
Re:
pizia., 27/05/2010 16.09:


Ad esempio le tartarughe, così spesso oggetto di sacrificio nel tempio predinastico di Nekhen, caddero in disuso, mentre si cominciò a fare gran uso di bovini.




Io mi ero fatto una mia idea: prima di conoscervi non sapevo di sacrifici o adorazioni di tartarughe mentre invece sapevo dei bovini. Il motivo per cui le tartarughe passarono di moda potrebbero essere dato dal fatto che bisognava raggiungere il Mar Rosso (perchè non credo si trattasse di tartarughe di terra, vero?) per poi portarle nei luoghi a loro destinati mentre la disponibilità di bovini era molto più vasta e più facile. Poi forse c'è un discorso di importanza di dèi a loro corrispondenti. Ripeto, non conosco dèi associati alla tartaruga mentre conosco bene Hator, per non parlare dell'adorazione del toro Api, quindi più che l'uso di questi animali può essere cambiata l'attenzione su un dio piuttosto che un altro. E' una mia congettura ed evito di addentrarmi in motivazioni che non saprei dare [SM=g999103] [SM=x822724] [SM=g999103]
Hatshepsut76
00giovedì 27 maggio 2010 19:50
RAMSY, le tartarughe non erano ritenuti esseri divinizzati, tant'è vero che venivano uccise...
emilioraffaele
00giovedì 27 maggio 2010 21:54
Ho letto su Sovrani Predinastici Egizi (Barca), che - perlomeno nel periodo Predinastico - le tartarughe erano probabilmente utilizzate e sacrificate in riti magici. Riguardo alla grandezza delle stesse, penso anch'io che la loro provenienza non poteva che essere il mare, altrimenti come era possibile cremare il corpo di un uomo poggiato nel carapace di questo animale? Le testuggini di terra non hanno dimensioni sufficienti. Riguardo all'usanza, essa potrebbe essere stata abbandonata col passare del tempo.
-Kiya-
00giovedì 27 maggio 2010 22:51
Re: Re:
RAMSY, 27/05/2010 19.40:



Ripeto, non conosco dèi associati alla tartaruga mentre conosco bene Hator, per non parlare dell'adorazione del toro Api, quindi più che l'uso di questi animali può essere cambiata l'attenzione su un dio piuttosto che un altro. E' una mia congettura ed evito di addentrarmi in motivazioni che non saprei dare [SM=g999103] [SM=x822724] [SM=g999103]




Proprio in virtù dell'associazione dei bovini ad Hathor, Iside, Osiride e ad Api, come anche a Nut e quindi alla fertilità, i questi dovevano risultare "protetti", al pari dei gatti, dei babbuini e degli ibis.
Probabilmente la cultualità fu soggetta a limiti, di tipo alimentare. Occorreva cibarsi e la carne era elemento prezioso riservato prevalentemente alla parte benestante della società e al Sovrano con la relativa corte.

Pensiamo proprio ad Api e alle cure che venivano riservate al bue prescelto per incarnarlo. In vita e in morte, con la relativa imbalsamazione.

Le tartarughe, anch'esse furono assimilate a una divinità: erano associate a Seth e, quindi, ritenute nemiche di Ra, e ostacoli nel viaggio verso la rinascita del Sole.

Secondo quanto finora è trapelato da questa discussione, sembra che assai di rado si possano ammirare scene esplicite di sacrifici animali. Le offerte al Dio sono rappresentate da anatre o da parti di buoi. Il tutto è molto velatamente dichiarato, attraverso le scene di caccia, di pesca, come osserva pizia. Mentre l'abbattimento di leoni o ippopotami vertono, soprattutto, ad acclamare la potenza del Re.

Hatshepsut76
00giovedì 27 maggio 2010 23:31
in effetti, Dario, si tratta di tartarughe di mare. Fu il vederle muoversi in acqua che fece decidere gli antichi Egizi ad attribuire loro un valore negativo, e perciò di assimilarle, come dice giustamente Kiya, a Seth
pizia.
00venerdì 28 maggio 2010 23:17
Non corriamo troppo con le associazioni però, voi sapete quanto ci tengo a distiguere fra le usanze dell'Egitto "classico", quelle oggetto, di solito, di generalizzazione, e le più antiche, da cui probabilmente quelle ebbero origine evolvendosi, combinandosi e modificandosi.

Durante il predinastico forse esisteva una divinità bovina femmina, tipo Hathor, facilmente emersa nel contesto della cultura di Nabta Playa (perdonatemi l'eccessiva semplificazione di questa espressione), mentre il toro Api sembrerebbe una divinità del periodo maturo.
Freud nel suo libro "Totem e tabù" fornisce una spiegazione esauriente, e non ancora superata, del motivo per cui le popolazioni primitive sacrificassero proprio l'animale sacro in occasione di certi riti, mentre al di fuori di tali contesti lo adoravano e proteggevano.
Ovviamente questa spiegazione si presta a giustificare sia i sacrifici bovini che quelli di altri animali sacri.
Ma cogliete con me la sottigliezza: essendo la nostra Hathor una vacca e volendo tutelare l'animale in essa rappresentato, le si potevano offrire giovani bovini maschi, venendo così incontro alle necessità dell'allevatore di levare dalla mandria i vitelli vicini alla maturità sessuale, alludendo ad una matriarcalità tutt'altro che verificata, ma della quale ogni tanto spuntano tracce durante tutta la storia egizia, come di un ricordo che non si voglia del tutto cancellare.

La crematura del corpo umano dentro un carapace di tartaruga mi sembra un elemento alieno alla cultura egizia, non tanto per la tartaruga, quanto per la crematura: una punizione eterna, il massimo del disonore per un antico egizio, la distruzione del suo corpo, ma quale delitto poteva richiedere una simile condanna, eseguita per giunta per mano umana e nemmeno divina?
pizia.
00venerdì 28 maggio 2010 23:32
Re:
Hatshepsut76, 27/05/2010 23.31:

...si tratta di tartarughe di mare. Fu il vederle muoversi in acqua che fece decidere gli antichi Egizi ad attribuire loro un valore negativo...


Forse si trattava di tartarughe di acqua dolce, non necessariamente di mare.
Ed essendo animali acquatici furono immaginate come creature abitatrici del Nun (la distesa d'acqua primordiale da cui emerse il mondo), secondo me più probabilmente per questo acquisirono una valenza negativa nei tempi più antichi, mentre Seth non c'entarva ancora, era solo il dio di Nubt, una divinità del deserto (in questo somigliante alla dea lontana).
Nell'Antico Regno poi, quando i teologi lavorarono sulle teogonie e formularono una storia mitica in cui presero posto Horus, Osiride, Seth e tutti gli altri, ognuno col suo ruolo, Seth assunse connotazioni negative e forse solo da questo momento, o ancora più tardi, gli fu associato tutto ciò che è negativo, contrario all'ordine universale.

Hatshepsut76
00sabato 29 maggio 2010 00:11
sì, probabilmente saranno state tartarughe di mare... In quanto a Seth, l'assimilazione con questo dio avvenne in età tarda rispetto al periodo di cui stiamo trattando; forse già nell'Antico Regno
pizia.
00sabato 29 maggio 2010 00:25
Mah, resto dell'idea che fossero più che altro di acqua dolce.
Nelle raffigurazioni all'interno delle mastabe dell'Antico Regno ci sono scene di attività lungo il fiume e fra i numerosi pesci sono raffigurate anche le tartarughe, quindi non dovrebbe trattarsi di quelle di mare.
Mi sembra compaiano anche in qualche scena del Nuovo Regno e del periodo tardo, in accompagnamento al motivo del faraone che uccide l'ippopotamo.
Forse c'è qualcosa anche nella bibliografia, sempre relativamente a quanto ti avevo segnalato a pag. 127 e 142 del libro di Barca...
-Kiya-
00sabato 29 maggio 2010 01:08
Re:
pizia., 28/05/2010 23.17:

Non corriamo troppo con le associazioni però, voi sapete quanto ci tengo a distiguere fra le usanze dell'Egitto "classico", quelle oggetto, di solito, di generalizzazione, e le più antiche, da cui probabilmente quelle ebbero origine evolvendosi, combinandosi e modificandosi.





Una distinzione che preme fare anche a me, tant'è che fin da subito ci ho tenuto a specificare che occorre dare per scontata la pratica dei sacrifici animali in Epoca Predinastica [SM=g999103]

La mia curiosità verte sull'evoluzione della stessa, in periodi posteriori. Mi chiedo: La presa di coscienza che spinse gli Egizi ad abbandonare i sacrifici umani venne, in qualche modo, estesa anche a quelli animali?
Ciò non toglie, chiaramente, che si possa cominciare a trattarne dalle origini, in modo da avere un quadro quanto più possibile completo.
RAMSY
00sabato 29 maggio 2010 10:10
Re:
pizia., 29/05/2010 0.25:

Mah, resto dell'idea che fossero più che altro di acqua dolce.




Non ho mai considerato le tartarughe d'acqua dolce perchè credo siano troppo piccole per contenere un uomo

Resto in attesa di clamorose smentite [SM=x822714]
emilioraffaele
00sabato 29 maggio 2010 20:42
Ramsy, condivido. Ma la storia dell'uomo cremato nel carapace è un fatto isolato?
Hatshepsut76
00sabato 29 maggio 2010 21:04
Dunque: da quanto ho avuto modo di leggere, pur non specificando di che tipo di tartarughe si trattasse, anche io ho sempre immaginato che le non fossero d'acqua dolce.

Per rispondere all'altro interrogativo, penso proprio che non fosse un fatto isolato, quello di cremare l'individuo nel carapace. A mio avviso, anche se non ho avuto modo di trovare una conferma o smentita che si trattasse di un evento isolato, la prartica era in uso in differenti parti dell'Egitto.

Ti rimando qui per leggere quanto ho scritto
ACUSinpw
00domenica 30 maggio 2010 11:48
Non potevano essere tartarughe terrestri?
Hatshepsut76
00domenica 30 maggio 2010 12:54
Penso di no, per il semplice motivo che non credo che le tartarughe terrestri sappiano nuotare in acqua; o se lo sanno fare non sono così agili quanto quelle marine... Mi aspetto di essere smentito... [SM=x822714]
-Kiya-
00domenica 30 maggio 2010 16:25
Sul testo "Ancient Egyptian materials and Industries", di A Lucas leggo (e traduco):



In tempi antichi si registra la presenza di svariati tipi di tartaruga, sia d'acqua che di terra.
Esemplari molto grossi si trovavano nel Nilo, altri provenivano dalle coste del Mar Rosso e da quelle del Mediterraneo.
Quelli più piccoli, invece, provenivano dal Sinai e dai deserti Orientale ed Occidentale. Tuttavia, alcuni resti di tartarughe di terra davvero imponenti e risalenti ai tempi dell'Eocene sono stati rinvenuti nel Fayyum."



Purtroppo l'autore non fa riferimento alla pratica funeraria della cremazione, ma il contenuto sottintende che poteva trattarsi sia di una tartaruga d'acqua che di terra.

Sarebbe possibile conoscere la provenienza dell'informazione relativa all'individuo cremato nel carapace?
roberta.maat
00lunedì 31 maggio 2010 19:15
A proposito dell'uomo cremato nel carapace ho creduto di vedere un gesto sacrale prendendo a spunto l'articolo che ho segnalato nella discussione sulle tartarughe.
pizia.
00martedì 8 giugno 2010 01:54
Re: Re:
-Kiya-, 29/05/2010 1.08:


La presa di coscienza che spinse gli Egizi ad abbandonare i sacrifici umani venne, in qualche modo, estesa anche a quelli animali?


Secondo me sì, sembra quasi l'indicatore di una nuova presa di coscienza, del farsi strada di una cultura "morale".
Per contro, le mutate condizioni di vita favorirono un maggior consumo di carne nella dieta di alcune persone in più, quindi una pratica come quella della macellazione, in principio solo appartenente al rituale religioso (ricordiamo che il bestiame non veniva allevato per la carne), diventa prassi più comune, pur restando relegata in certi ambiti sociali.
Per semplificare ancora: durante il predinastico si sacrificava l'animale e raramente le sue carni erano destinate alla mensa, nel periodo dinastico si comincia ad uccidere l'animale per cibarsene, ma si giustifica questo atto con la necessità dell'offerta.
In fondo tutto ciò che veniva posto sulle tavole di offerta per il dio o per il ka non restava lì per deteriorarsi all'aria, ma dopo un periodo di tempo ragionevole, forse qualche minuto per recitare una preghiera, veniva raccolto dal personale del tempio e ridistibuito.


pizia.
00martedì 8 giugno 2010 02:05
Re: Re:
RAMSY, 29/05/2010 10.10:




Non ho mai considerato le tartarughe d'acqua dolce perchè credo siano troppo piccole per contenere un uomo

Resto in attesa di clamorose smentite [SM=x822714]


Non è questione di smentita, probabilmente è come dici tu, le tartarughe di acqua dolce sono generalmente più piccole mentre quelle di mare possono raggiungere dimensioni ragguardevoli.
Questo però non dimostra niente, perché sappiamo tutti che in Egitto i defunti non venivano cremati né dentro il carapace di una tartaruga né fuori, ma inumati più o meno mummificati.
La faccenda del corpo cremato nel carapace va presa con le dovute cautele e non le va dato maggior peso di quanto ne possa avere; anche se fosse vera (ma finora non ho mai letto niente del genere in nessuno dei libri che ho letto), si tratterebbe di un'eccezione o di un riferimento ad un rito molto antico e molto provinciale, forse limitato solo ad un piccolo gruppo, di cui rimarrebbe una traccia in alcune formule magiche trascritte dalla tradizione orale.


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