Su suggerimento di un'amica (
), a seguito della lettura di un testo, mi ha consigliato di aprire una discussione sulla Piramide Cestia. Così ho raccolto molto volentieri l'invito! Il testo che vi presento l'ho scritto quando per un periodo ho collaborato con un giornale telematico, dal nome Noi di... Monteverde e dintorni. Da tempo non ci collaboro più, però ho conservato gli articoli che avevo scritto, così ho pensato di rispolverare questo per parlare dell'argomento.
Dopo il 31 a.C., cioè dopo la vittoria di Azio, un gusto egittizzante si diffuse per Roma: obelischi e templi contribuirono ad ornare la parte pubblica di Roma, e nei palazzi fecero la loro comparsa numerosi affreschi relativi all’Egitto.
E non è tutto. Infatti comparirono anche delle piramidi. La più famosa, sopravvissuta, è quella di Caio Cestio, sulla via Ostiense. In merito alla sua costruzione si sa che fu costruita da Lucio Ponzio Mela e da Caio Cestio Poto in 330 giorni. La piramide presenta un’altezza di 36 m, ed il basamento sul quale poggia è di cemento rivestito da travertino; disposte ai quattro angoli si trovavano delle colonne, su due delle quali poggiavano statue in bronzo. La cella, oggi visitabile, consta di una stanza con volta a botte, e le pareti sono decorate con riquadri monocromi, separati da candelabri; al centro di ogni riquadro è presente una figura femminile, in piedi, o seduta. Ai quattro angoli del soffitto, poi, si potevano vedere le statue delle Vittorie, con nastri e corone in mano. Probabilmente doveva essere decorato anche il culmine della volta, poi danneggiata; probabilmente vi era raffigurata una scena di apoteosi del defunto.
È chiaro che, per la sua epoca, la piramide Cestia dovette rappresentare una costruzione strabiliante, soprattutto se si pensa che era inserita all’interno delle mura aureliane, le quali contribuirono alla sua sopravvivenza. E fu così grande la magnificenza di questo monumento, che nacquero leggende attorno ad essa, ed alcune alimento la fantasia di poeti e scrittori, tanto che alcuni, tra cui Petrarca, ci videro il sepolcro di Remo.
Molti non sanno che questa non è la sola piramide di Roma; infatti, un’altra, la meta Romulii, si trovava a lato di Via della Conciliazione, ma fu fatta abbattere dal Papa nel 1499 per far posto ad un’altra strada tra Castel Sant’Angelo e San Pietro; un’altra, poi, si trova in Piazza del Popolo, e l’ultima sulla via Flaminia. Le caratteristiche di ciascuna di queste piramidi erano pressoché uguali.
Credo sia inutile dire che per gli antichi Egizi la piramide aveva un’aura sacrale, in quanto rappresentava l’ascesa del Faraone nel pantheon degli dei egizi, dove era atteso, in quanto dio lui stesso, e questo spirito sacrale suscitò gran clamore presso il popolo romano. Ben presto, però, questa caratteristica non sopravvisse, e anzi, la costruzione delle piramidi si attenuò, inserendole all’interno di contesti più ampi, per esempio come segnalazione di tombe, come è successo con quelle dell’Isola Sacra.
oggi la Piramide si presenta in questo contesto urbano