Quanti anni ha il "Signore dell'Occidente", ovvero Anubi?

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-Kiya-
00giovedì 1 ottobre 2009 15:15
La domanda potrebbe sembrare curiosa, tuttavia mi stavo chiedendo se fosse possibile risalire alla prima comparsa di questa divinità nel Pantheon Egizio.
Nei Testi delle Piramidi lo troviamo già, come "prima Divinità dell'Oltretomba", posizione che in seguito fu attribuita ad Osiride.
La sua "nascita" dev'essere, tuttavia, ben più antica.
Fin dove ci portano le tracce in nostro possesso?
pizia.
00giovedì 1 ottobre 2009 15:52
Se consideriamo Kentiamentiu come la sua prima designazione, ne ha tanti tanti!
Se invece vogliamo attenerci solo alla sua definizione canonica, come divinità tutelare del 17° nomo dell'Alto Egitto, (Cinopolis dei greci), allora dobbiamo ricercare la sua origine in una codificazione di dogmi teologici più tardi.
Ma nei Testi delle Piramidi egli è designato proprio come Kentiamentiu, il primo degli occidentali, quindi il riferimento alla divinità venerata ad Abido/This è evidente.
Anche Richard Wilkinson riferisce che è la divinità funeraria principale prima dell'ascesa di Osiride, però riconosce maggiore antichità a Upuaut, comunque assimilato ad Anubi.
Barry Kemp descrive il tempio predinastico di Abido e ipotizza che fosse dedicato a Kentiamentiu grazie all'analisi delle offerte trovate.
-Kiya-
00giovedì 1 ottobre 2009 16:53
Grazie pizia ;)

In pratica si assiste a un processo di evoluzione/assimilazione a riguardo di Anubi, che ha origine con Upuaut, procede con Kentiamentiu, per poi giungere infine al Dio Sciacallo, indubbiamente noto a un pubblico più vasto?
Volendo inquadrare tali passaggi nelle rispettive epoche di pertinenza, fin dove concesso, come procederesti?
pizia.
00giovedì 1 ottobre 2009 21:50
Devo rileggere quei libri per essere più precisa, ma sembrerebbe che Upuaut possa appartenere alla tradizione locale di un'altra zona, mentre di Kentiamentiu si è abbastanza certi provenga dai culti funerari predinastici di Abido.
Nelle operazioni di razionalizzazione condotte dai teologi della religione di stato durante le prime dinastie e l'Antico Regno le due divinità convergerebbero nella figura di Anubi, come fossero suoi aspetti o suoi titoli, "Anubi, il principale degli occidentali" e "Anubi, colui che apre la strada".
Non è da escludere che anche altri attributi di divinità a forma di sciacallo esistenti in altre località minori siano stati assimilati ad Anubi durante questo processo, ben spiegato da Kemp nel suo "Antico Egitto. Analisi di una civiltà".
roberta.maat
00giovedì 1 ottobre 2009 22:08
Pizia....è innegabile........sei una preziosa risorsa.....scrivi di più ! Grazie
-Kiya-
00giovedì 1 ottobre 2009 22:09
... e 2!

nell'arco di poco meno di 48 ore, due persone distinte mi parlano del volume di Kemp trattando di argomenti che non hanno alcuna connessione....

Ok, ho capito.
Compito per sabato: aprirò scatoloni finchè non ritroverò la mia copia!
[SM=g1621247]


pizia, rinnovo il grazie. Tuttavia se avrai modo di rispolverare ulteriori dettagli, saranno graditissimi [SM=g999103]
pizia.
00giovedì 1 ottobre 2009 22:53
Grazie, troppo buone!

Il libro di Kemp è uno di quei testi di cui mi sono innamorata. Pur non condividendo proprio tutto, per me è stato molto chiarificante.
Però è del 1989, quindi prima di entusiasmarmi tanto e coinvolgervi vorrei sentire anche il parere di Massimo Izzo: aprirò la discussione apposita nella sezione "libri" (mi sembra sia mancante) così potrò cantare tutte le sue virtù.
Scusate [SM=x822742]


Volendo inquadrare tali passaggi nelle rispettive epoche di pertinenza, fin dove concesso, come procederesti?


Comincio dal predinastico e metto qui un po' di appunti sull'origine del Dio Sciacallo?
-Kiya-
00giovedì 1 ottobre 2009 22:59
è stato proprio Massimo a sottolinearmi l'importanza di leggere questo volume ;)

Me lo ha indicato con stretto riferimento all'Epoca Amarniana. Essendo Kemp direttore degli scavi nel sito da parecchi anni, infatti, dedica ampio spazio a questo argomento. Ma credo che lo ritenga un testo valido a 360°. In ogni caso ce lo confermerà lui stesso, appena avrà tempo a disposizione.
L'assenza della scheda del libro è una mia imperdonabile mancanza... a suo tempo ne lessi alcune parti, in base alle esigenze del momento, ma non ne ho ancora mai affrontato la lettura completa e purtroppo ho scordato di segnalarlo.
-Kiya-
00giovedì 1 ottobre 2009 23:00
Re:
pizia., 01/10/2009 22.53:

Grazie, troppo buone!



Volendo inquadrare tali passaggi nelle rispettive epoche di pertinenza, fin dove concesso, come procederesti?


Comincio dal predinastico e metto qui un po' di appunti sull'origine del Dio Sciacallo?



ottima idea! Procedi pure, secondo il criterio che più ritieni idoneo.


MassimoIzzo
00venerdì 2 ottobre 2009 15:14
Cara Pizia,
il libro in questione è in cima alla lista delle recensioni che sto preparando per il mio sito perchè comunque è un libro che consiglio caldamente.
Nonostante la data di pubblicazione non più fresca, "Antico Egitto" di Kemp per me resta uno dei più bei testi mai scritti. In realtà il problema dell'aggiornamento in questo caso non è tanto importante perchè il testo è un pò particolare. Gli argomenti trattati sono in effetti delle monografie in cui Kemp, interpretando e tirando le somme, mostra tutte le sue doti. Sono essenzialmente delle ricostruzioni di quadri generali che ovviamente tendono ad essere meno suscettibili di rovesciamento interpretativo di analisi su reperti specifici.

Un paio di cosette che riguardano il predinastico, le sue tesi sui Colossi di Koptos e l'analisi di Hierakonpolis per es., sono state in diverso modo superate dalle scoperte successive: questo non deve meravigliare perché il Pre e Protodinastico sono i periodi che hanno riservato maggiori sorprese dagli scavi degli ultimi anni. Ecco, in quel libro guarderei con occhio pregiudiziale solo quelle parti. Magari vi puntualizzo in seguito meglio.

E mi raccomando, l'ho già detto un paio di volte, leggete con attenzione l'introduzione!!

PS: ritornerò su Anubis e i canidi, argomento di mio studio specifico.
pizia.
00martedì 6 ottobre 2009 20:00
In attesa di leggere qualcosa di specifico sui canidi divinizzati metto qui i miei appunti sull'approccio allo studio di Kentiamentiu.
Massimo mi correggerà dove serve...

Sui siti internet e sui libri, anche quelli abbastanza tecnici, si può trovare una quantità di materiale sulle varie divinità, spiegazioni generalmente incentrate sulle loro caratteristiche “classiche” (Kemp direbbe “formali”), facendo perdere di vista al dilettante come me, i millenni di storia impiegati per produrre questa visione tipica, un po’ schematica, della storia della religione.

Non so dire se ciò sia il risultato o la causa dell’impressione di “immobilità” che avvolge tutte le faccende egizie più di quelle di altri popoli.
In realtà tale immobilità non c’è mai stata, ma ogni tradizione, ogni oggetto e ogni parola ha cambiato molte volte significato e formanei millenni, al punto di rendere molto difficile la ricostruzione della storia.

Il caso di Anubi può essere esemplare.
Di solito i testi cominciano così:
“Divinità patrona del XVII nomo dell’Alto Egitto….”
Non che ciò non sia vero, ma ritraendo una realtà fotografata al Nuovo Regno o dopo, si ha l’impressione -errata- che quest’epoca ideale sia durata molto, forse da sempre.
Per questo motivo sono andata a cercare le tracce di Anubi a ritroso, fra quelli che dovrebbero essere i suoi precedenti, le divinità canidi più antiche, come detto qualche post più sopra, Kentiamentiu e Upuaut.

Ad Abidos, la città di origine di Kentiamentiu, è stato scavato il tempio principale, presso l’area di quello di Ramses IV, verso sud-est.
I rifacimenti del Nuovo Regno hanno distrutto gran parte delle vecchie strutture, delle quali è rimasta solo qualche traccia dei muri.

Grazie a questi si riesce comunque ad avere un’idea del tempio precedente e delle varie fasi di costruzione ed ampliamento.
La parte più antica è di forma subquadrata, sui 20 metri di lato, costruita con muri di mattoni e elementi di pietra, (steli, stipiti) e sarebbe databile al regno di Pepi I e II.

Da vari indizi si apprende come durante la VI Dinastia questo edificio e i suoi annessi vennero costruiti e modificati, quindi furono oggetto di una certa attenzione anche da parte dei sovrani, della corte e dei religiosi più vicini al culto di stato.
Alla fine della XI Dinastia e durante il regno di Sesostri I il tempio fu ristrutturato, con un maggiore uso di pietra, usata però come il mattone.

L’evoluzione delle forme architettoniche e delle funzioni templari rispecchierebbe quindi la storia del sacrario e dell’entità qui evocata, mentre si avviava, da divinità di provincia legata ai clan dominanti, a diventare manifestazione di Osiride, e presto soppiantata dagli aspetti più “classici” (anche qui Kemp direbbe formali) del Dio.
Ma in quale momento di preciso ciò avvenne è difficile da stabilire.

Sotto ad alcuni muri degli edifici risalenti all’Antico Regno sono state trovate delle favisse, cioè depositi di oggetti votivi e cultuali, disposti ordinatamente, quindi intenzionalmente ricoperti, quasi avessero il valore simbolico di fondamenta per la nuova costruzione.
Questi oggetti sono evidentemente più antichi delle mura sotto a cui si trovano e presentano un’assortimento caratteristico di altre zone dell’Egitto, sono databili dalle prime dinastie a tutto l’Antico Regno, anche se la loro fattura sembrerebbe essere sempre abbastanza rozza, quasi si volesse continuare ad imitare il modello primitivo.
Niente sciacalli, né canidi, niente statuine allusive, nemmeno divinità con la sola testa animale, almeno non in quantità differenti rispetto ad analoghe raccolte di immagini ritrovate altrove.

Scendendo negli stati più bassi si trovano alcune strutture ancora più antiche, risalenti forse al protodinastico, fase in cui Abidos cominciò ad esistere come città.
Si tratta di porzioni di sottili muri in mattoni, non combinabili in un edificio coerente e zone di sabbia e prorprio sotto la cella templare di Pepi, un vasto deposito di ceneri e terra bruciata, contenente centinaia di piccoli riccioli di argilla cotta.

A dispetto di quanto avessi mai potuto credere, (ma con una certa soddisfazione…) l’architettura fornisce i dati più concreti e interessanti sul passaggio dell’autorità da Kentiamentiu a Osiride, rispetto all’artigianato, alla scultura, alla letteratura, all’epigrafia, ecc.

Tuttavia, le evidenze archeologiche sono talmente avare di informazioni, che forse dovremmo ricrederci sui particolari di Anubi, di Kentiamentiu e anche di Osiride (ma altrove vale lo stesso discorso, ad esempio ad Elefantina niente Khnum) e sulla loro reale portata nei tempi pre e protodinastici.

Le nostre fonti principali delle informazioni rimangono i Testi delle Piramidi, i Testi dei Sarcofagi e la letteratura religiosa seguente, con tutte le cautele necessarie nel trattare frasi sibilline scritte per la prima volta dopo anni di tradizione orale.

I fatti concreti mi spingerebbero a credere che la forma animale delle divinità, sia un dogma recentemente aggiunto ad un complesso di credenze nato in maniera del tutto indipendente e rivolto ad altre speculazioni.

Inoltre, analoghi spostamenti di centro di culto, di una figura divina particolare, da una città all’altra, in ambiti nemmeno troppo ristretti, come il falco da Nekhen/Hierakonpolis a Edfu, mi conduce a pensare allo stesso Kentiamentiu come proveniente da un altro villaggio, a cui apparteneva in periodo predinastico, per approdare ad Abido solo nella I Dinastia, quando cioè la città nacque.
Ma da quale altro villaggio Abidos avrebbe potuto trarre la forza vitale, decretandone l’eclisse?

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