Ptah era la divinità principale di Menfi, nelle sue qualità di "artigiano" (di cui era patrono, e, infatti, era presente un culto a Ptah anche a Deir-el-Medina); a Menfi faceva parte della triade divina Ptah-Sekhmet-Nefertum, quindi il "figlio" di Ptah è Nefertum, non Atum (anche se a volte Nefertum viene identificato ad Esso).
Nel
Nuovo Regno, periodo in cui è andata a cristallizzarsi la teologia menfita (successiva, quindi, alle teologie di Heliopolis ed Hermopolis), Ptah viene ad essere identificato con Atum in quanto dio primordiale, creatore di ogni altra cosa (così come Atum nella teologia Heliopolitana attraverso lo sputo o lo sperma aveva creato ogni cosa).
Un testo del Nuovo Regno (
Leiden Papyrus I 350 - ca.1213 BCE, cap.300), recitava: "
Tre sono tutti gli dei: Amon, Ra e Ptah, non ce ne sono altri come loro. Nascosto nella sua identità in qualità di Amon. Egli è visibile come Ra. Il suo corpo è Ptah".
Quindi, Ptah viene ad identificarsi, in questo testo, con Ra, non ne è genitore. Questo testo è "giustificabile" se si prende in considerazione che Amon era il dio di Tebe, Ra di Heliopolis e Ptah di Menfi: le tre città che nel Nuovo Regno - e durante tutta la storia dell'Antico Egitto - erano le più "importanti".
Anticamente, comunque , Ptah era principalmente il dio di Menfi, e suo figlio era Nefertum, dio artigiano, protettore degli artigiani, con un tempio molto prolifico ed importante, tanto importante che, in epoca tarda, sarà lui a dare il nome all'Egitto (hwt-ka-ptah = la casa dello spirito di Ptah = ai-gu-ptos = E-gi-tto).