Problemi pratici di orientamento in edilizia.

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pizia.
00giovedì 27 luglio 2006 23:23
Attualmente il progettista o il costruttore alle prese con l’orientamento ha qualche strumento in più rispetto agli antichi, anche se la precisione tutto sommato non è importante al millimetro.
Ad esempio progettando una casa si dispone una certa facciata verso sud, così, al momento di disegnare sul terreno la pianta per procedere allo scavo, si prendono come riferimento i confini, e da questi si misurano le distanze per il posizionamento dell’edificio all’interno del lotto.
Se poi la facciata risulta 5° est oppure 5° ovest non sarà certo un problema, le nostre città ne sono una prova.

Ma nell’antichità, quando l’orientamento aveva valenze magiche era importante fosse più preciso possibile.
Inoltre non esistevano ancora confini e lottizzazioni che potessero fornire riferimenti in prossimità dei luoghi scelti per la costruzione da compiere.
Anzi, è vero il contrario, in certi casi si edificava proprio nel deserto, lontano dagli insediamenti preesistenti, in luoghi vergini.

Allora come risolvere nella pratica il problema dell’orientamento?
Avendo un orologio, cioè sapendo individuare con precisione il momento del mezzogiorno, si può ottenere la direzione nord - sud tramite l’ombra di un filo a piombo, o palo verticale (gnomone), in maniera piuttosto precisa, ma non avendolo, si può ottenere la stessa precisione con la sola considerazione che tale direzione è indicata dall’ombra nel momento in cui raggiunge il suo punto di lunghezza minima?

Per aumentare la precisione si potrebbe ad esempio segnare ad una certa distanza, diciamo x cubiti, con un picchetto l’allineamento fra il punto in cui sorge il sole e lo gnomone in un certo giorno dell’anno, poi segnare alla stessa distanza di x cubiti, con un picchetto analogo, l’allineamento fra il punto in cui il sole tramonta e lo gnomone alla sera dello stesso giorno, ottenendo così un triangolo isoscele in cui la bisettrice dell’angolo sotteso allo gnomone è orientata precisamente in direzione nord – sud, e si può ottenere ad esempio dividendo a metà il lato opposto, oppure con un’altra costruzione geometrica che individui un punto equidistante dai picchetti, da unire a sua volta con lo gnomone.



Bisogna evitare i giorni di equinozio, perché naturalmente darebbero un angolo piatto (180°) del quale la bisettrice sarebbe calcolabile solo tramite la costruzione geometrica e non semplicemente, per definizione stessa della direzione cercata, cioè il punto in cui il sole è a metà del cammino.

Ne consegue che sono ideali i giorni di solstizio, perché generando un triangolo con angolo al vertice più chiuso, dunque con un lato opposto più lontano, avremo anche una direzione più precisa che unendo due punti troppo vicini.

Aumentando il valore di x cubiti, si ottiene una maggiore precisione, fino ad un certo limite, che è quello dato dal metodo pratico con cui si misurano questi x cubiti, ad esempio una corda di lino, per cui si arriverebbe ad un punto in cui non sarebbe più conveniente prendere una corda più lunga, perché il suo peso e la sua elasticità la farebbero inarcare e i picchetti verrebbero posizionati con precisione sempre minore.

Sembra complicato a dirlo, ma in realtà è più intuitivo di quanto possa sembrare, e credo lo fosse anche per uno “sciamano” di una ipotetica tribù predinastica.
Be’ allora immaginiamo gli altri componenti la tribù che vedono uno che fa questo e poi dice loro: “Vi predico che quando l’ombra toccherà questo punto arriverà la piena”, e ciò si avvera, lo additeranno come un gran sapiente, un uomo prezioso…
Con pochi strumenti, gnomone, corda picchetti e occhio per guardare e pochi gesti, ecco segnati sul terreno dei punti fondamentali per gli allineamenti astronomici, ed ecco individuati i giorni cruciali dell’anno e le direzioni cardinali; con poche cose vediamo uniti i mestieri di sacerdote, architetto, astronomo.

Certamente le osservazioni del moto del sole rispetto ai termini segnati e la collocazione dei punti di massimo e di minimo necessitano di molto tempo ed assiduità, ma è possibile.

Raccontato così potrebbe sembrare un sistema naturalmente sbilanciato verso una logica “solare”, ma invece il gioco degli allineamenti è valido anche utilizzando altre stelle, le quali però non ci beneficiano di un’ombra così netta come quella solare; forse è un discorso più intuitivo se fatto alla luce del sole, forse l’allineamento stellare è nato dopo la risoluzione in chiave solare e poi ampliato per il moltiplicarsi dei riferimenti notturni, il che mi porterebbe a pensare che la religione e tutta la sapienza egizia abbiano davvero una radice solare.

[Modificato da -Kiya- 28/07/2006 0.55]

Hatshepsut76
00venerdì 28 luglio 2006 00:23
Credo proprio sia così, cara pizia! [SM=x822712]

Anche Hoskins nel suo libro Stele e stelle parla di templi, però di quelli preistorici (dolmen, menhir, senza trascurare i nuraghi), facendo solo brevi accenni a quelli egizi, più che altro, se ben ricordo (Kiya, aiutami) per quanto riguarda la levata eliaca, l'amplitudine ortiva sostiziale e poche altre misure; fa anche riferimento agli strumenti di misurazione, come lo gnomone da te accennato... anche se forse può risultare un po' complesso quando parla di dati troppo tecnici, è comunque un libro interessante per capirne un po' di più...
pizia.
00venerdì 28 luglio 2006 00:31
Ho postato un'immagine a Kiya, spero che possa essere d'aiuto. [SM=x822709]
pizia.
00venerdì 28 luglio 2006 00:46
Ecco, grazie a Kiya ho potuto inserire l'immagine, e l'ho aggiunta in mezzo al testo, così sta meglio...
-Kiya-
00venerdì 28 luglio 2006 00:51
[SM=x822713]
-Kiya-
00venerdì 28 luglio 2006 00:56
l'ho ridotta un pelo, così anche per chi usa la risoluzione 800 x 600 il topic resta in linea con la pagina [SM=x822713]
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