Nefertiti e la Corona Blu

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
-Kiya-
00lunedì 12 ottobre 2009 00:08
Recentemente più volte si è accennato al particolare copricapo che contraddistingue il busto di Nefertiti, conservato a Berlino.
L’interrogativo più frequente riguardava la possibile origine della “corona” e se la stessa fosse da ritenersi, o meno, esclusivo retaggio della Regina Amarniana.
L’argomento mi ha particolarmente coinvolta e mi ha indotto ad eseguire alcune ricerche per approfondire.
Alla luce dei riscontri scaturiti dalle stesse, devo innanzitutto rivedere l’ipotesi che avevo riportato sul Forum, in una discussione proposta sull’argomento, nella quale affermavo quanto segue:


Non ci sono certezze a riguardo della corona che adorna la testa di Nefertiti. E' però accettato che sia l'unica Regina che la indossi.
Personalmente potrei ipotizzare che possa trattarsi di una variante del più noto Khepresh, la corona blu tipicamente maschile, conosciuta anche come la corona di guerra, seppur non fossero quelle le circostanze esclusive in cui il re la indossava.
Il primo sovrano ad essere rappresentato, nella statuaria, col Khepresh fu Amenhotep III. Molti rilievi Amarniani la mostrano sul capo di Akhenaton. Forse sua moglie se ne fece disegnare una appositamente, che richiamasse quella del Re, in foggia più femminile.
Bisogna, inoltre, tenere in considerazione un altro aspetto (frutto di mia personale riflessione e non so se preso in considerazione da qualche studioso, quindi prendetelo col beneficio del dubbio): le corone erano spesso utilizzate come indicativo di una divinità. Amon ad esempio si caratterizzava per la corona con la doppia piuma; Atum e Horus spesso erano rappresentati con la corona doppia dell'unificazione, Osiride e Ra con la corona Atef.
Potrebbe quindi essere che il desiderio della coppia reale di troncare con la tradizione, ma soprattutto la volontà di elevare Aton al di sopra degli altri dèi, li abbia portati a rivedere anche i simboli della monarchia, "abolendo" quelli che esprimevano un legame con le divinità.
Dopo i primi anni di Regno, in effetti, le raffigurazioni della coppia reale immortalano il Re e la Regina con copricapi che non hanno alcuna associazione divina. La calotta blu, il Khepresh già citato, il Nemes (che sostituisce la corona rossa in associazione a quella bianca, sul capo di Akhenaton) e la tipica Hemhem (la corona a tre piume che compare esplicitamente in epoca Amarniana come simbolo solare e di rinascita - quindi strettamente connessa ad Aton e Ra) ne sono un esempio.




Va, innanzitutto, sottolineato un dettaglio rilevante: non è corretto affermare che la corona blu che adorna il capo della Regina Amarniana fosse stata concepita in esclusiva per la stessa e non possiamo nemmeno essere certi che l'origine dello stesso risalga alla XVIII Dinastia.
Per confermare la prima affermazione è necessario spostarsi in quel di Sedeinga, in Nubia, dove Amenhotep III fece erigere un Tempio dedicato alla sua Grande Sposa Reale, Teye.
Nel rispetto della volontà espressa dal Sovrano di dar vita a un culto divino riservato alla coppia Reale, il santuario di Sedeinga aveva lo scopo di venerare la Regina, rappresentata come divinità.
Purtroppo, escludendo un frammento di statua, una colonna Hathorica e alcuni blocchi in calcare decorati con scene della festa sed, non resta molto di quello che doveva essere in origine uno splendido monumento.
Tuttavia, proprio alcuni dei rilievi rinvenuti sui blocchi superstiti forniscono risposta al nostro interrogativo. Uno in particolare mostra la Regina Teye rappresentata in forma di sfinge. Sul capo presenta la stessa corona che negli anni successivi caratterizzerà numerose immagini di Nefertiti (e non solo il famoso busto):





Aldred, nel suo testo dedicato all’arte nell’Antico Egitto, sottolinea che la corona blu possa in qualche modo associare Nefertiti a Tefnut. Purtroppo non si dilunga oltre, limitandosi soltanto ad offrire uno spunto di riflessione. Ho quindi ampliato la ricerca partendo col raccogliere tutte le informazioni pervenuteci a riguardo di Tefnut, per poi individuare eventuali connessioni con l’Epoca Amarniana.

Tefnut è una divinità appartenete alla Cosmogonia Eliopolitana. E’ noto che ad Eliopoli prevaleva il Culto Solare e che tale predilezione fu successivamente sottolineata con l’assimilazione di Atum con Ra. Secondo tale Cosmogonia Tefnut è la figlia del Creatore, generata da lui solo. Insieme a Shu, costituisce la prima coppia divina a cui il Atum-Ra diede vita e, in quanto tali, furono assunti come parte integrante di Ra, con il compito di accogliere il Sole nascente ogni mattino.
Di Tefnut, nello specifico, non sappiamo molto. La divinità incarna il calore e l’umidità ed è ritenuta l’essenza della fertilità, la prima madre, colei che concepì Geb e Nut. Rappresenta, inoltre, sia l’occhio destro (Sole) che l’occhio sinistro (Luna) del Dio. Tefnut è anche strettamente associata al principio di Maat.

Ma quali connessioni vi sono tra la coppia primordiale e quella Reale costituita da Akhenaton e Nefertiti?

Molti studiosi hanno inteso sottolineare come i Sovrani vollero assimilarsi con Shu e Tefnut, per consolidare la loro diretta discendenza divina e proclamarsi figli del Dio, divenendo così incarnazione della coppia da cui tutto ebbe origine. Essi si elevarono quindi all’origine del ciclo della Creazione.
La posizione privilegiata di intermediari assunta dalla coppia dell’Enneade e il loro ruolo di celebranti, rendeva Shu e Tefnut perfette figure divine in cui Akhenaton e Nefertiti avrebbero potuto riconoscersi.
Dai Testi dei Sarcofagi apprendiamo, inoltre, che secondo il volere di Atum, Shu e Tefnut acquistano nuove identità. Shu è la vita, mentre Tefnut diviene Maat (Formula 80).

Molte delle prerogative associate a Shu e Tefnut, i leoni gemelli, si riscontrano effettivamente nei rilievi riguardanti la coppia Reale. Il corpo morbido che richiama l’essenza della fertilità, l’identificazione con Maat della Regina, entrambi i sovrani che dispensano vita assunta tramite i raggi dell’Aton, ne sono solo alcuni esempi.
Tuttavia, tutte le rappresentazioni di Tefnut che ci sono note la mostrano in forma antropomorfa con testa leonina sormontata dal disco solare e dall’ureo. In nessuna di queste si evince la presenza di un copricapo simile a quello indossato da Nefertiti e, prima di lei, da Teye. Molti testi citano, però, l’esistenza di alcune immagini di Tefnut in forma leonina con testa umana, e in forma interamente antropomorfa che non mi è stato possibile rintracciare. In aggiunta, va detto che durante il Nuovo Regno, Tefnut venne rappresentata in forma di sfinge, intenta a scacciare i nemici delle Due Terre e in questo fu assimilata con la Grande Sposa del Re.
Quest’ultima rappresentazione la troviamo anche in quel di Karnak, nell’area in cui Akhenaton, che allora si chiamava ancora Amenhotep IV, fece erigere i primi monumenti in onore di Aton. Nei rilievi che li adornano è possibile osservare non Tefnut, bensì Nefertiti alla guida di un carro da guerra, intenta a scacciare i nemici dell’Egitto. Un’altra scena simile mostra il Re nell’atto di compiere la medesima azione, mentre la sua Sposa lo osserva. Qui Nefertiti è rappresentata come Maat.
Come abbiamo già detto, poi, Tefnut è insieme l’occhio destro e l’occhio sinistro di Ra, ovvero il Sole e la Luna. Tale concetto potrebbe essere stato ripreso da Tuthmose nel famoso busto della Regina, il quale presenta un occhio – il sinistro, simboleggiante la luna - privo dell’iride.

In quanto a moglie del Re, e figlia del Dio, Nefertiti potrebbe aver inteso sottolineare il suo ruolo terreno in assimilazione con Tefnut, indossando il modio caratteristico della divinità, quando veniva rappresentata in forma di sfinge con testa umana, e facendosi rappresentare secondo l’iconografia che caratterizzava la stessa.

Se anche non ci è possibile confermare con certezza che la Corona Blu assimili Nefertiti a Tefnut, possiamo ammettere con una certa tranquillità che la stessa fosse in qualche modo da ricondurre al culto solare.
Durante la XVIII Dinastia il copricapo è prerogativa di alcune Grandi Spose Reali – Teie, Nefertiti e Mutnodjemet - alcune delle quali rappresentate come sfinge, che, come sappiamo, nel Nuovo Regno è certamente associata a Ra-Harakty.
La sua comparsa, tuttavia, potrebbe risalire all'Antico Regno. Una corona simile è, infatti, osservabile su una statua raffigurante Re Userkaf, primo sovrano della V dinastia.



Per quanto non sia possibile ammettere una perfetta corrispondenza, le similitudini tra le due corone sono lampanti:



E’ interessante notare che la statua raffigurante Userkaf che indossa quel particolare modio è stata rinvenuta nel Tempio Solare che il Sovrano fece erigere ad Abu Gurab, come iniziatore di questa particolare “tradizione”, mantenuta poi da un certo numero di suoi successori, che vollero celebrare Ra.
E' quindi lecito supporre che quella particolare corona potesse essere in qualche modo associata al Creatore.
-Kiya-
00lunedì 12 ottobre 2009 08:37
Come in precedenza, anche per questa ricerca si è reso necessario consultare un certo numero di testi, a cui ho attinto con l'intento di accorpare quanto più materiale possibile.
Provvederò a citare le fonti essenziali quanto prima.
roberta.maat
00martedì 13 ottobre 2009 15:21

Kiya..........Come abbiamo già detto, poi, Tefnut è insieme l’occhio destro e l’occhio sinistro di Ra, ovvero il Sole e la Luna. Tale concetto potrebbe essere stato ripreso da Tuthmose nel famoso busto della Regina, il quale presenta un occhio – il sinistro, simboleggiante la luna - privo dell’iride............



Prendo atto sempre di più del fatto che è necessario fondamentale e indipensabile riferirsi sempre alle simbologie invocate dalle immagini ogniqualvolta notiamo un particolare.
Pertanto apprendo che molto poco in ambito Antico Egitto deve essere attribuito a casualità o ispirazioni provenienti da situazioni estranee alla religione ed ai suoi fondamenti.
E' vero che un artista del re conosca tutti i mezzi per attenersi alla produzione delle simbologie........però l'occhio assente- privo dell'iride- non "mi va giù" come ho già avuto modo di descrivere nella discussione dedicata al busto di Nefertiti.
Continuo a pensare che non sapremo mai perchè è mancante.

-Kiya-
00mercoledì 14 ottobre 2009 08:51
Quella da me proposta è semplicemente un'ipotesi, non corroborata da riscontri documentali.
Personalmente ho difficoltà ad accettare la teoria che il busto manchi dell'iride sinistro poichè incompleto, seppur il fatto che sia stato trovato nella bottega di Tuthmose, e non nell'area appartenente a residenze di altro tipo, potrebbe avallarla.

Anni fa lessi a proposito di una possibile simbologia, di cui il busto potrebbe essere impregnato,. Simbologia che trovava giustificazione a quell'iride mancante proprio con riferimento alla luna.
Onestamente ho difficoltà a ricordare chi fosse a proporlo e in quale testo io abbia letto tale interpretazione.
Sto approfondendo le mie ricerche per ritrovarne la fonte, tuttavia quell'interpretazione mi colpì fortemente e l'assimilazione, altamente probabile, di Nefertiti con Tefnut mi ha indotto a riproporvela

Hotepibre
00mercoledì 14 ottobre 2009 10:23
Molto interessante il discorso sullo sviluppo possibile della corona di Nefertiti; un po' meno convincente l'ipotesi dell'"occhio mancante". Ci troveremmo, infatti, dinanzi ad un "unicum", ovvero all'uso di una apparente menomazione fisica nella statuaria a simboleggiare un qualcosa di divino.

Quel che già normalmente mi lascia perplesso, ogni volta che guardo il busto più famoso di Nefertiti, è che quell'occhiaia vuota non sia in nessun modo enfatizzata, cosa che sarebbe di certo stata fatta se si fosse trattato di una volontaria mancanza.

Aldilà delle ipotesi romantiche (lo "sfregio" dell'autore per un amore non corrisposto) o patologiche (la Regina era effettivamente orba di un occhio), io credo davvero che il lavoro dello scultore Thutmosi
sia rimasto incompleto e non sapremo mai perchè; forse il busto era ancora in piena fase lavorativa, o forse era in restauro... perchè non supporre, infatti, che il busto (considerato che la sovrastruttura è in materiale abbastanza fragile) si fosse in qualche modo danneggiato e si trovasse nello studio dello scultore per operazioni di restauro o riparazione?

Magari quell'occhio si era davvero danneggiato o perso.

Se fosse possibile un esame approfondito forse potremmo pervenire all'individuazione di parti aggiunte o rimodellate, ma questo purtroppo, o per fortuna, non è possibile.

Ripeto che, qualora si fosse voluto dare un valore simbolico a quell'assenza, secondo me si sarebbe in qualche modo enfatizzata la situazione. Chiunque guardasse l'opera, infatti, doveva aver ben chiaro che quella "mutilazione" non era dovuta ad incuria dell'artista, ma era stata espressamente voluta.

Diverso sarebbe stato se l'iconografia della divinità (Tefnut) avesse normalmente comportato, ed evidenziato, analoga mutilazione; in tal caso, qualunque osservatore dell'epoca avrebbe immediatamente percepito l'assimilazione della Regina alla Dea.

Ma così non è e, del resto, neppure quando viene raffigurato Horus, che pure ebbe un occhio estirpato nella battaglia con Seth, lo si rappresenta privo di un occhio.
-Kiya-
00mercoledì 14 ottobre 2009 14:01
Re:
Hotepibre, 14/10/2009 10.23:



Diverso sarebbe stato se l'iconografia della divinità (Tefnut) avesse normalmente comportato, ed evidenziato, analoga mutilazione; in tal caso, qualunque osservatore dell'epoca avrebbe immediatamente percepito l'assimilazione della Regina alla Dea.




Questo non ci è dato saperlo.
Le immagini pervenute fino a noi, relative a Tefnut, propongono la divinità principalmente in forma antropomorfa con testa leonina, che si differisce da quella di Sekmet per le particolari orecchie a punta.
Ribadisco che gli studiosi riferiscono però dell'esistenza di altre rappresentazioni che, nonostante l'impegno profuso nelle ricerche, non ho ancora individuato.
In pari misura, sto ancora cercando i dettagli relativi a una scena proposta in una tomba di El Kab, tomba che dovrebbe risalire alla XVIII dinastia, la quale propone una rappresentazione del defunto accanto alla sua sposa. La donna sembrerebbe priva dell'iride sinistro.

roberta.maat
00mercoledì 14 ottobre 2009 15:31
Non vorrei distogliere Kiya dalla sua idea, ma anche nel papiro di Hani, la moglie in alcuni registri è priva dell'iride e in altri ha l'occhio normale.
Invio per e.mail la foto a causa della eccessiva dimensione del file.
-Kiya-
00mercoledì 14 ottobre 2009 15:42
Grazie Roberta ;)
Tuttavia vorrei sottolineare che in merito non ho preso, io stessa, una posizione definitiva.
Come ho già detto non abbraccio nessuna ipotesi come veritierà, poichè non possediamo riscontri attendibili in nessun senso, né a riguardo di un'ipotetica simbologia, nè per quanto concerne la possibilità che il busto sia rimasto incompleto, né, tanto meno, sulla teoria che Nefertiti soffrisse di un handicap oculare.
-Kiya-
00mercoledì 14 ottobre 2009 15:47
ecco l'immagine proposta:
roberta.maat
00mercoledì 14 ottobre 2009 15:51
Credo di sapere che il buon senso e l'attenzione non mancano mai in quello che pensi e quello che scrivi. Il dubbio è la conferma dell'intelligenza, auguriamoci tutti di averne molti.
Siamo amdate in OT. ma ti aggiungo che tra i miei vecchi testi, un pò perchè qualcuno è consumato per essere stato troppo sfogliato e un pò per le immagini non sempre ad alta definizione, mi è capitato spesso di vedere volti con occhi non proprio perfetti.
Continuiamo però a cercare qualche particolare che ci illumini sul simbolismo di cui si parla.

Qui non ci sono "faccine", volevo aggiungere un abbraccio.
-Kiya-
00mercoledì 14 ottobre 2009 16:04
Un abbraccio che ricambio con grande affetto ;)

Purtroppo, come abbiamo già sottolineato innumerevoli volte, il web manca di dettagli fondamentali, dettagli che rendono ben più immediata una conversazione diretta: il tono della voce e l'espressione del volto. Ragion per cui è sempre bene spendere una parola in più, volta a chiarire la propria posizione affinchè non si dia adito, involontariamente, ad incomprensioni madri di malessere ;)

Tornando all'argomento principale e alla teoria qui sopra esposta, potrebbe risultare interessante approfondire a riguardo dei culti riservati a Shu e Tefnut, alle loro prerogative, alle rappresentazioni che li riguardano. Se voleste darmi una mano in tal senso, lo apprezzerei molto.
Mi piacerebbe inoltre conoscere il vostro parere a riguardo dell'assimilazione proposta, tra la coppia Reale e quella divina, nonchè alla posibilità che il copricapo "preferito" di Nefertiti trovi origine in epoca molto più antica, come sembrano suggerire le immagini relative ad Userkaf.
Merytaton62
00mercoledì 14 ottobre 2009 18:15
Temo che, in merito, non si giungerà mai ad alcuna certezza. Si può solo ragionare in termini di "probabilità" e di "ragionevolezza" (concetto, quest'ultimo, inevitabilemnte influenzato dal fatto di vivere nel XXI secolo).
Ho l'impressione che -almeno nella categoria dei semplici appassionati -si abbia la tendenza a privilegiare le spiegazioni più cervellotiche o romanzesche .
A me piace immaginare che, semplicemente, il busto sia privo di un occhio perchè l'artista è morto e nessuno dei suoi discepoli (è probabile che ne avesse) si è sentito all'altezza di mettervi mano...Cosa me lo fa pensare?Il fatto che nella sua bottega siano state rinvenute altre opere incomplete.

Molti anni fa ho letto da qualche parte che la famosa corona azzurra di Nefertiti ricordava la foggia di analoghi copricapi usati dalle regine nel vicino oriente...ma, ad onor del vero, non mi è mai capitato di imbattermi in alcuna immagine che avvalorasse tale teoria.Qualcuno ne sa qualcosa?
roberta.maat
00mercoledì 14 ottobre 2009 21:33
Rispondo in primis a Kiya con una riflessione, forse ingenua, che mi frulla in testa.
Dunque Akenaton e Nef sono, per così dire e ignorando per il momento il come il perchè e da quando, i sovrani dell' "eresia". Quale importanza può avere una simbologia teologica per coloro che hanno rivoluzionato la teologia stessa ? Inoltre proprio loro, e in particolare il re, che si definiscono unici intermediari diretti dell'unico Dio Aton, che bisogno hanno di ricorrere a simbologie superate.
Per me è indispensabile approfondire il problema teologico di Amarna., che evidentemente non conosco abbastanza.
Tefnut e Shu discendenti di Atum, Akenaton e Nefertiti emanazione di Aton........è possibile ma la corona blu è sulla testa di Nef ancora bambina,allora quella statuina in calcare che ritrae la coppia è un segno che sono già sovrani e rappresenterebbe matrimonio e incoronazione.

In relazione al copricapo di Nef penso che potrebbe essere una "riedizione" di quelli antichi con riferimento solare.
L'altra idea che possa essere un copricapo mitanno è interessante ed a questo proposito chiedo se è possibile vedere le sfingi mitanne che dovrebbero essere presenti sui laterali del gruppo statuario di Horemheb e Mutnedjem
-Kiya-
00giovedì 15 ottobre 2009 00:14
Il fatto di aver rivoluzionato la teologia preesistente non significa che Akhenaton non riconoscesse alcuna teologia.
Le ragioni che indussero il Re a troncare con la tradizione le ho già illustrate nella discussione dedicata alla Rivoluzione Amarniana, quindi sorvolo in questa sede.

L'immagine di Aton non nasce dal nulla. Il Disco è un'aspetto di Ra, la sua luce, la sua energia e, come Ra, anche Aton è quindi ritenuto il Creatore.
Troviamo chiare conferme di questa ideologia nell'Inno all'Aton, nel quale il Re si dichiara, inoltre, esplicitamente figlio del Dio.
Nell'evidente rifiuto delle convenzioni, Akhenaton compì delle scelte precise. Il suo intento è quello di deporre Amon, tuttavia egli non dimentica che il compito principale del Sovrano è quello di garantire la Maat, di cui dovrà farsi garante al cospetto del suo dio. Maat, del resto, è figlia di Ra.

Le divinità Shu e Tefnut, la prima coppia divina, fondamentalmente incarnano i due principi sui quali si basava l'intera dottrina di AKhenaton: la vita e la Maat. Principi che trovano posto nell'iconografia del Dio, come Ankh (Shu) e come Ureo (Tefnut).
Insieme a Ra e pochi altri, Shu e Tefnut sono le uniche due divinità del pantheon Egizio a trovare ancora spazio nei culti di Akhetaton, assimilati con la coppia Reale, che si fa rappresentare secondo i canoni riservati agli stessi.
Secondo alcuni studiosi, peraltro, il nome di Shu sarebbe compreso nel nome del Dio, nella prima versione. Nei due cartigli contenenti i nomi di Aton nella prima forma, infatti, si può leggere:



Possa vivere Ra-Horakhty che gioisce all'orizzonte, nel suo nome di Shu (quale luce) come Aton



dove luce è reso con Sw, che successivamente, nella seconda versione, verrà sostituito da Swty (ombra), a sottolineare il passaggio dal non manifesto al manifesto.


In quest'ottica è lecito ritenere che Nefertiti abbiamo potuto adottare un'insegna appartenuta alla dea, con cui abbia inteso identificarsi.

In quanto alle sfingi che compaiono sul gruppo scultoreo di Horemheb e Mutnodjemet, chi dice che sono mitanne???
Durante la XVIII dinastia, si adottò la consuetudine di assimilare la Grande Sposa Reale a Tefnut, rappresentata con corpo leonino e testa umana, quindi come sfinge. L'immagine rappresentata sulla statua esposta al Museo Egizio di Torino ci pone, quindi, al cospetto di Mutnodjemet, che in qualità di Grande Sposa del Re è rappresentata come Tefnut.

Purtroppo possiedo solo un'immagine parziale, che ho scattato io stessa.
La parte anteriore è chiaramente visibile, come anche il copricapo associato alla divinità:
roberta.maat
00giovedì 15 ottobre 2009 12:27
Non ricordo più chi sostiene che le sfingi di Horemheb siano mitanne.
Probabilmente devo averlo letto nell'ambito dell'argomento Mutnedjem=Beneretmut sorella di Nefertiti ritenuta proveniente da quel paese e figlia di Ay.

Rubo ancora la tua battuta......"benvenuti in Aketaton" ! Tutto è vero salvo accettare l'idea che è vero anche il contrario !

Mi piacerebbe capire bene il passaggio dalla luce Sw all'ombra Swty come passaggio dal nascosto al manifesto. Possiamo analizzare il cambiamento del nome nei cartigli prima di addentrarci nello studio dei geroglifici ? Grazie a Kiya per la pazienza.
-Kiya-
00venerdì 16 ottobre 2009 09:12
Re:
roberta.maat, 15/10/2009 12.27:


Mi piacerebbe capire bene il passaggio dalla luce Sw all'ombra Swty come passaggio dal nascosto al manifesto. Possiamo analizzare il cambiamento del nome nei cartigli prima di addentrarci nello studio dei geroglifici ? Grazie a Kiya per la pazienza.




A proposito della sfinge femminile, approfondirò le ricerche.

L'idea di analizzare i nomi presenti nei cartigli Reali mi piace e la estenderei a tutti i Sovrani più noti.
Potrebbe essere un ottimo "esercizio" da inserire tra la prima e la seconda fase del nostro "Approccio", che a breve andremo ad iniziare ;)

In quanto aol caso specifico di Amenhotep IV/Akhenaton e a quello dell'Aton, nel w.e. provvederò a fornire quanto richiesto :)
-Kiya-
00domenica 23 gennaio 2011 00:50
Per il "passaggio" da luce ad ombra, segnalo:

La titolatura dogmatica di Aton
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 13:55.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com