Nazca, i misteri delle linee Nazca,

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-francis-
00mercoledì 28 gennaio 2009 10:23
In Perù 2000 anni fa gli indigeni tracciarono strade a forma d'animali
di SARA FICOCELLI

ROMA - È il mistero più dibattuto della civiltà precolombiana: le linee di Nazca, nel Perù meridionale, si estendono per 400 chilometri quadrati. Ma per ammirarle bisogna salire su un piccolo aereo o su una mongolfiera. E per capirle va fatto un salto nel tempo di oltre 2000 anni. L'archeologo Tomasz Gorka, dell'università di Monaco, come riferisce la rivista New Scientist, è arrivato a una conclusione: il colibrì, la scimmia, il ragno, il condor e tutte le altre figure erano il tracciato di cammini sacri. Vanno in archivio, fino a prova contraria, le teorie sull'arrivo di extraterrestri o creature sconosciute. Anche se il dubbio resta: enormi disegni visibili solo dall'alto, nessuna montagna nelle vicinanze. Uno spettacolo affascinante che attira migliaia di turisti ogni anno.

"Le linee di Nazca erano dei sentieri rituali, questo è già stato segnalato in passato - spiega Giuseppe Orefici, direttore del Centro Italiano Studi e Ricerche Precolombiane - la simbologia raffigurata è infatti la stessa che troviamo sugli oggetti di terracotta. Si tratta di immagini che invocano la divinità, realizzate con un sistema molto semplice, cioè rimuovendo le pietre contenenti ossidi di ferro dalla superficie del deserto".

Gorka ha analizzato cinque geoglifi, concentrandosi sulle figure trapezoidali e misurando le anomalie del campo magnetico terrestre provocate da alcuni cambiamenti della densità del suolo a varie profondità. Lui e la sua équipe hanno percorso l'intero sito archeologico palmo su palmo con rilevatori terrestri manuali. "Abbiamo trovato molte altre linee - ha spiegato - all'interno delle figure trapezoidali, che non è possibile vedere neppure dall'alto. I geoglifi che osserviamo oggi sono l'ultimo stadio di un lungo processo di costruzione durante il quale l'intero complesso di disegni è stato costantemente modificato, rimodellato, cancellato e stravolto da un utilizzo progressivo".


In pratica i Nazca celebravano l'orca marina, il felino e tutte le altre divinità legate al culto dell'acqua e della fertilità camminando. Per chilometri e chilometri. Del resto, a questa antica civiltà peruviana fiorita fra il 300 a. C. e il 700 d. C. piaceva organizzare le cose in grande. Durante le feste religiose, per raccogliere i fedeli distribuiti su un territorio largo 1000 chilometri e altrettanto lungo si usava il gigantesco centro cerimoniale di Cahuachi, che però venne distrutto da un'alluvione nel 450 d. C. A quel punto i Nazca decisero di celebrare le divinità utilizzando solo i cammini sacri, oggi definiti "linee di Nazca", per gli indigeni "il deserto che parla". Le linee sono state realizzare con un tracciato unico, ad un'unica entrata e un'unica uscita, e ogni disegno finisce così come comincia. Questo è stato uno dei primi indizi che hanno portato alla teoria dei percorsi calpestabili. Tutto è stato realizzato rimuovendo le pietre dalla superficie del deserto e creando un contrasto con il pietrisco sottostante, più chiaro. La pianura di Nazca è ventosa, ma le rocce della superficie assorbono bene il calore e permettono all'aria di alzarsi, proteggendo il suolo. Grazie a questo sistema i disegni giganti sono rimasti intatti per migliaia di anni.

Il primo ad avvistarli fu l'aviatore Toribio Mija nel 1927, durante uno dei primi voli di linea sull'area. A lui sembrarono subito strade, ma gli studiosi impiegarono anni prima di cominciare a capirci qualcosa. Nel 1939 l'archeologo americano Paul Kosok studiò le linee trapezoidali ma solamente dal 1946, grazie alla tedesca Maria Reiche, si fecero ricerche approfondite sul loro significato. Secondo l'astrologa dietro linee e disegni ci sarebbe un calendario astronomico, e c'è addirittura chi pensa si tratti di piste d'atterraggio per extraterrestri. Come se non fosse abbastanza incredibile la teoria di un popolo che disegna se stesso per parlare con Dio.

Fonte: www.repubblica.it/2009/01/sezioni/scienze/mistero-nazca/mistero-nazca/mistero-nazca.html?re...
Hatshepsut76
00mercoledì 28 gennaio 2009 11:40
grazie per questa notizia!
Mi viene da pensare: "Finalmente una volta, nel campo dell'archeologia, in cui non vengono contemplati extraterrestri et similia...". Le linee di Nazca indubbiamente costituiscono una sderie di reperti affascinanti...
-Kiya-
00mercoledì 28 gennaio 2009 13:15
e soprattutto, finalmente, una teoria che sta in piedi, senza tanti fronzoli od elucubrazioni mentali.
Hatshepsut76
00mercoledì 28 gennaio 2009 13:29
hai perfettamente ragione [SM=g999103]
-francis-
00mercoledì 1 settembre 2010 10:20
Linee di Nazca, altro che Ufo
Servivano a ritrovare l'acqua. Nuova spiegazione per gli affascinanti disegni osservabili solo dal cielo nel Perù meridionale: la loro posizione permetteva agli antichi di ritrovare pozzi e acquedotti, così rari e preziosi nella regione


LE "LINEE di Nazca" sono uno dei reperti archeologici più intriganti del nostro pianeta: tracciate tra il 300 a.C. e il 500 d.C., si trovano nel deserto di Nazca, nel Perù meridionale. Si tratta di oltre 13.000 linee che si compongono a formare oltre 800 figure che rappresentano soprattutto animali stilizzati. Date le dimensioni dei disegni che li rendono quasi impossibili da osservare dall'altro (furono scoperte solo nel 1927, quando casualmente si sorvolò la zona), le linee hanno fatto nascere numerose interpretazioni, tra le quali quella fantascientifica che vuole che esse siano state costruite per richiamare visitatori che sarebbero giunti dal cielo.

Ancora oggi non è chiara in assoluto la motivazione di tali linee. Un'ipotesi vuole che esse avessero un significato astronomico: ciascuna figura "puntava" verso una costellazione del periodo. Un'altra ipotizza che chi disegnò tali figure lo avesse fatto in attesa del ritorno degli dei sulla Terra. Ma c'è anche chi vede una correlazione tra le linee e l'acqua, così scarsa nel territorio. Questa ipotesi, poco sostenuta nel passato, ha ripreso vigore ultimamente grazie allo studio di un ricercatore indipendente americano di Poughkeepsie, David Johnson, che ha lavorato con la collaborazione di ricercatori della University of Massachusetts, ed è stata divulgata dall'Agenzia peruviana "Andina".

Secondo Johnson i geroglifici peruviani formerebbero una enorme mappa delle risorse d'acqua sotterranea. Egli infatti, avrebbe trovato una stretta correlazione tra gli antichi acquedotti o altri elementi "d'acqua" e le principali figure del luogo. Sarebbe stata l'esperienza, secondo il ricercatore, a permettere alle popolazioni preispaniche di conoscere le vie d'acqua sotterranee che scendono dalle montagne circostanti il deserto. L'ipotesi di una relazione tra le figure e l'acqua sarebbe sostenuta dalle ricerche dell'Istituto Archeologico Tedesco e dall'Istituto Andino di Ricerche archeologiche i cui ricercatori hanno documentato la presenza di offerte religiose in piccole cavità vicino ai geroglifici proprio come se si volessero ringraziare gli dei per la presenza dell'acqua in quel punto. E dunque, l'ipotesi di Johnson vuole che le "linee" formavano un paesaggio rituale la cui finalità fosse quella di permettere a chi fosse in grado di leggerle di procurarsi acqua.

"E' assai probabile - ha spiegato Johnson - che le linee fossero una specie di linguaggio che serviva per comunicare dove fossero localizzati i pozzi e gli acquedotti". Così, ad esempio, quando si incontra un trapezoide significa che lì vicino esiste un pozzo. I cerchi sarebbero stati disegnati in prossimità di fontanelle o sorgenti. E così facevano anche le grandi figure degli animali. Il colibrì, ad esempio, una delle immagini più belle tra le "linee", indicava con il suo becco dove si trovava un grande pozzo.

(Fonte: La Repubblica)
Antonio Faricelli
00mercoledì 1 settembre 2010 11:30
Secondo Roberto Giacobbo i Nazca sapevano volare, non ci sorprende perciò il fatto che siano stati abili geometri nel disegnare i famosi geoglifi.
E se lo dice Giacobbo... [SM=x822710]
roberta.maat
00giovedì 2 settembre 2010 08:39
Se lo dice lui non c'è da dubitare, tant'è vero che ieri sera ha detto che gli Incas costruivano TUTTI i i loro edifici con orientamenti precisi : sole, luna, stelle ! Siete dunque voi in grado di orientare la vostra casa secondo un qualcosa nel cielo che non sia " sole, luna, stelle" ? Praticamente sistematela come vi pare tanto Giacobbo dirà che siete astronomi.
Antonio Faricelli
00giovedì 2 settembre 2010 10:10
Allora te lo sei visto ieri sera? Brava!
ugothep
00giovedì 2 settembre 2010 10:16
beh io ieri ho vinto la mia ritrosia e ho guardato voyager... speravo di farmi almeno due risate invece... niente, una noia mortale, una banalità sconcertante e soprattutto un approfondimento praticamente nullo. in questi casi mi chiedo sempre se trasmissioni tipo questa (prescindendo da palesi contraddizioni, dal taglio volutamente e squallidamente "misterico", dall'infimo livello di credibilità e da fantasiose strade percorse per formulare ipotesi "questi segni sul cranio forse sono colpi inferti da clave quindi la popolazione non era costituita da costruttori ma forse da soldati quindi machu pichu non era un centro religioso ma forse una cittadella militare...) si allineino al sempre più basso livello culturale della popolazione oppure se ne siano una delle cause...
Antonio Faricelli
00giovedì 2 settembre 2010 10:35
Ti rispondo io Ugothep: si allineano al sempre più basso livello culturale della popolazione. Questi programmi esistono perché la gente li vuole vedere. Io so che sono tutte baggianate e non lo vedo, se fossero tutti come me Voyager non sarebbe arrivato neanche alla seconda puntata con audience zero.
Il problema Ugothep è che la gente crede alle stupidagini di Giacobbo, semplicemente perché è la TV a dirle. Popper aveva ragione: la televisione è l'anti-democrazia perché è opinion-leader di tutti noi e qualunque cosa ci dice noi la prendiamo per buona (pensa che c'è un tizio in una nazione che è diventato capo del governo grazie alla televisione).
Cosa ancora più grave è che anche gli addetti al settore scientifico si sono rimbambiti. Pensa che negli ultimi 7 anni Giacobbo e Voyager hanno ricevuto le seguenti onoreficenze:

• Personalità Europea (2003)
• Premio Nazionale Culturale "Torre di Castruccio" (2005)
• Premio Zeus, premio internazionale di archeologia della città di Ugento (2006)
• Premio Paestum Archeologia (2008)
• Sigillo qualità nella Comunicazione (2008)


e attenzione, dulcis in fundo

• Premio Nazionale "Tv Educativa" (2008)

CHE TRISTEZZA [SM=x822751] [SM=x822751] [SM=x822751]

Kiya devi mettere una favicon che piange (oppure un UFO), per quando si parla di Giacobbo.
roberta.maat
00giovedì 2 settembre 2010 12:17
Manca un premio......"Premio Gran Furbacchion de' para........", ma forse quello forse l' ha già avuto Dan Brown.
Wotan.Guido
00giovedì 2 settembre 2010 19:48
Bella e interessante questa discussione! Purtroppo non ho avuto il privilegio di assistere ai deliri di Giacobbo!!!
Concordo con ciò che avete detto: la cultura in Italia è sesa a livelli abominevoli, tanto che si può considerare Angela come l'Aristotele di oggi (ahimé), pur avendo, ui e suo figlio, una visione più scientifica dei problemi che affrontano.
Domina il sensazionalismo, per cui chi le inventa più grosse, ha il successo e l'attenzione assicurati.
Dicevano i latini: "mala tempora currunt"
Guido
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